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I farmacisti ospedalieri e l’appropriatezza. Un binomio da riscoprire e rivalutare

di Roberta Di Turi e Giuseppe Console

In un’epoca in cui, per motivi ampiamente noti e condivisi, si manifesta l’assoluta necessità ed urgenza di garantire livelli massimi di appropriatezza, una figura garante di terzietà diviene fondamentale. Questa figura è da ricercarsi, soprattutto, nell’ambito della professione farmaceutica

12 NOV - È da molto tempo ormai che in Sanità si sente parlare di appropriatezza e le “ricette” suggerite in questo campo sono davvero tante (troppe!). Alcune assolutamente condivisibili come quelle che mirano ad una riorganizzazione radicale del Servizio Sanitario Nazionale ed altre, invece, proble-matiche come quelle che puntano al ritorno ad una visione medico-centrica. Isolare il medico, ren-dendolo l’unico ed esclusivo detentore dell’approccio clinico al paziente, significherebbe non tener in alcun conto dell’esperienza ormai maturata in tutti i Paesi ad alto profilo in campo assistenziale.
 
Il SiNaFO, sigla sindacale maggiormente rappresentativa dei Farmacisti Dirigenti del SSN, ritiene non più eludibile o procrastinabile la messa in opera del processo che dovrà portare ad una chiara definizione di ruoli e funzioni delle diverse professionalità presenti nel SSN. Tutto ciò nella netta convinzione che solo la pluralità disciplinare potrà garantire un sistema sanitario equo, solidale ed efficace ma, soprattutto, appropriato. Dobbiamo sottolineare, a sostegno della nostra visione dell’approccio multidisciplinare in ambito assistenziale, che, nel nostro sistema sanitario aziendalistico riformato, è stata sufficientemente dimostrata l’utilità e l’opportunità di sostenere i cosiddetti decision-maker attraverso il ricorso a figure terze (epidemiologi, economisti, ricercatori, risk-manager, ecc.). E proprio i farmacisti ospedalieri e territoriali rivestono, in tale contesto, un ruolo particolarmente importante.

In un’epoca in cui, per motivi ampiamente noti e condivisi, si manifesta l’assoluta necessità ed urgenza di garantire livelli massimi di appropriatezza, una figura garante di terzietà diviene fondamentale. Questa figura è da ricercarsi, soprattutto, nell’ambito della professione farmaceutica. I farmacisti, in virtù di uno specifico percorso formativo, pur in assenza di una chiara declinazione delle linee riferite a questo tipo di attività, già assicurano tali funzioni all’interno del SSN. Bisogna infatti ricordare che non vi sono, ancora, norme che prevedano la nostra terzietà in ambito clinico e, questo, è certamente l’ostacolo più grande al riconoscimento del nostro ruolo. Ma, come spesso accade, l’intuito e le necessità anticipano le norme e, fortunatamente, sempre più aziende (e i loro Direttori Generali in testa) dimostrano di apprezzare la presenza di farmacie e farmacisti al loro interno. L’apprezzamento è ascrivibile sostanzialmente alla constatazione che i farmacisti che lavorano all’interno delle strutture ospedaliere e territoriali, sono in grado di offrire il proprio importante contributo al governo clinico con evidenti risultati positivi non solo in termini assistenziali ma, anche, in termini di razionalizzazione delle risorse.
 
Abbiamo, a tal proposito, più volte sottolineato l’importanza del ruolo affidato ai farmacisti del SSN. Ruolo che consente ai destinatari di tali funzioni, lo svolgimneto della professione in tutte le sue articolazioni, privilegiando in particolare:
- la dimensione clinica (valutazione della farmacoterapia con particolare riferimento alla efficacia ed appropriatezza prescrittiva);
- la dimensione organizzativa (molte le linee di attività ospedaliere e territoriali : dispensa-zione, galenica, informazione, farmacovigilanza, farmacoepidemiologia, valutazione del ri-schio/beneficio e interazioni tra farmaci);
- la dimensione contabile (rilevazione, elaborazione ed analisi dei dati, gestione dei sistemi informativi finalizzati a Farmacoutilizzazione – Farmacoepidemiologia - Farmacovigilanza e Farmacoeconomia, monitoraggio delle prescrizioni e benchmarking);
- la dimensione normo-giuridica (management sanitario , con particolare riguardo alla gestione delle risorse umane, finanziarie, strumentali).
 
In sintesi il compito dei farmacisti è, anche, quello di contribuire ad armonizzare le attività sanitarie attraverso un’attiva collaborazione per una programmazione adeguata alle reali esigenze gestionali e ai veri bisogni dell’utenza con benefici evidenti e quantificabili nella gestione del budget.
Un sistema così concepito, tutto orientato ad un’accurata gestione delle risorse, deve però fondarsi su organici adeguati costituiti da personale specialista, assolutamente ben formato ed esperto, in grado di affrontare adeguatamente l’impegno richiestogli dal SSN sin dal momento del primo ingresso in servizio. Ed è per questo che ci battiamo (e continueremo a farlo) per un rimpinguamento degli organici, cronicamente e inopinatamente sottodimensionati, e per una formazione adeguata ovvero un percorso di specializzazione estremamente professionalizzante.

L’appropriatezza, in ambito sanitario, è un traguardo da raggiungere al più presto e i farmacisti del SSN sono in grado di offrire, in sinergia armonica con le altre professionalità, un contributo importante per cogliere gli obiettivi che una corretta gestione della cosa pubblica richiede e pretende. Ne trarranno giovamento i livelli assistenziali e, cosa di non poco conto, anche le sempre più esangui casse delle aziende sanitarie italiane.
 
Roberta Di Turi
Segretario Generale Fassid Area SiNaFO

Giuseppe Console
Presidente Fassid Area SiNaFO 

12 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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