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Operatori sanitari stressati? Dedicarsi all’arte aiuta e lo stress si riduce del 30%. Una ricerca dell’Università di Torino


E in particolare facendo "teatro". La ricerca ha coinvolto 90 donne e uomini (60 studenti e 30 professionisti) che lavorano all'interno dei servizi sanitari piemontesi, e che, divisi in gruppi, hanno partecipato a un laboratorio di 50 ore, durante il quale sono state utilizzate le tecniche innovative del Teatro Sociale di Comunità.

12 NOV - Ridurre lo stress causato dal lavoro, grazie all'arte e alla creatività, è possibile, fino anche al 30%. Anche per chi opera quotidianamente in contesti ad "alto tasso di tensione", come i pronto soccorso e gli ospedali. È quanto rivelano i risultati del progetto biennale di ricerca Co-Health, il teatro nella formazione del personale sanitario, condotto dal Social and Community Theatre Centre dell'Università degli Studi di Torino e sostenuto dalla Fondazione CRT.

La ricerca Co-Health, fra ottobre 2013 e ottobre 2015, ha coinvolto 90 donne e uomini (60 studenti e 30 professionisti) che lavorano all'interno dei servizi sanitari piemontesi, e che, divisi in gruppi, hanno partecipato a un laboratorio di 50 ore, durante il quale sono state utilizzate le tecniche innovative del Teatro Sociale di Comunità, metodo riconosciuto a livello internazionale come best practice nata nel territorio piemontese.
 
Fra i partecipanti si è registrata una riduzione fino al 30% degli effetti della sindrome di burnout, ovvero la conseguenza patologica del carico di stress che colpisce chi esercita professioni d'aiuto, medici, infermieri e operatori sanitari in genere. Il dato è emerso  da un confronto fra la valutazione dello stress percepito prima e dopo la partecipazione ai laboratori di Co-Health. In particolare, la variazione più importante riguarda il tasso di Esaurimento Emotivo e di Depersonalizzazione, in netta diminuzione, mentre un incremento, pari a circa il 10%, si registra nella sottoscala relativa alla Realizzazione Personale. Sono questi i tre parametri principali del Maslach Burnout Inventory (MBI), principale strumento di valutazione del burnout della psicologia clinica.
 
Ma al termine del progetto Co-Health sono state registrate anche una migliore percezione di sé da parte dei singoli individui e una rafforzata coesione familiare derivante da una consolidata fiducia nella rete delle proprie relazioni personali.
Scopo finale di Co-Health, i cui destinatari indiretti sono i pazienti e i loro familiari a diretto contatto con gli operatori sanitari, è stato migliorare la qualità della formazione dei professionisti della sanità, ridurre lo stress professionale percepito e migliorare la qualità e l'efficacia della relazione di cura con il paziente.

"La valutazione dei risultati – spiega Alessandra Rossi Ghiglione, project manager del progetto Co-Health e direttrice e creatrice del Social and Community Theatre Centre dell'Università degli Studi di Torino – è stata condotta attraverso un processo quantitativo e qualitativo che ha anche tenuto conto per la prima volta per gli studenti delle prestazioni sul campo. Per i professionisti sono state somministrate scale di valutazione pre e post intervento e raccolti e analizzati materiali narrativi prodotti su stimolo. La rilevazione qualitativa si è conclusa con un focus-group a distanza di tre mesi dalla fine dell’esperienza. La valutazione dell’efficacia del protocollo è stata affidata a una équipe indipendente da quella responsabile della formazione, in modo da garantire un'oggettività di analisi".

"La Fondazione CRT sostiene Co-Health con un contributo di 80.000 euro – afferma il Vice Segretario della Fondazione CRT Annapaola Venezia – riconoscendo un grande valore al progetto del Teatro Sociale di Comunità portato avanti dall’Università di Torino. L’obiettivo è migliorare il benessere e l'efficienza organizzativa delle nostre strutture sanitarie: Co-Health, infatti, ha introdotto il teatro sociale negli ospedali per affrontare, con l’arte e la creatività, le conseguenze patologiche dello stress che colpisce medici e infermieri. I risultati hanno confermato la forza e il valore terapeutico del teatro, rivolto non solo ai pazienti, ma anche agli operatori sanitari".

12 novembre 2015
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