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Brunetti (Anpi): “Il rilancio delle parafarmacie passa dalla fascia C”


Presentato a Roma un documento congiunto Confesercenti/Anpi, l’Associazione delle parafarmacie nel quale sono contenute proposte per incentivare il settore degli esercizi di vicinato, offrendo ai farmacisti non titolari maggiori opportunità di esercitare la professione. Prima tra tutte la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C.

23 MAR - Ribadire gli effetti positivi che l’apertura degli esercizi di vicinato, così come dei corner della grande distribuzione organizzata, ha esercitato negli ultimi quattro anni nel settore della distribuzione finale del farmaco. Questo, in sintesi estrema l’obiettivo che si sono proposti la Confesercenti e l’Anpi, l’Associazione nazionale delle parafarmacie italiane, nel presentare oggi a Roma un documento congiunto nel quale sono state dettagliate le proposte – ma anche le richieste –
per un rafforzamento del settore delle parafarmacie italiane. Un settore che – lo ha ricordato il vicedirettore generale della Confesercenti, Mauro Bussoni – tra il 2007 e il 2010 ha visto aumentare il numero degli esercizi dagli iniziali 1892 agli attuali 3345. Ma che ha anche dato lavoro a 7000 addetti (contro i 4000 del 2007) e ha esercitato una forte pressione sul mercato farmaceutico e dei prodotti farmaceutici (oggi ne occupa circa il 10 per cento).
Qualcosa in più però è possibile fare. E a questo puntano le proposte del documento che, come ha affermato Brunetti, intendono essere uno stimolo al dibattito attualmente in corso in Parlamento, sul riordino del settore farmaceutico. Gli obiettivi sono chiari: accrescere il numero di occupati nel settore (circa 7500 in più), quello degli esercizi (3500 nuovi punti vendita), richiamare investimenti per 600 milioni di euro e offrire ai cittadini la possibilità di effettuare acquisti con forti risparmi (che, stando alla proposta, potrebbero aggirarsi sui 700 milioni di euro.
Come fare per ottenere tutto ciò? Innanzitutto liberalizzando la vendita dei medicinali della fascia C, quelli cioè non a carico del Ssn ma per i quali è comunque necessaria la prescrizione medica. In questo modo spiega il dettagliato documento Confesercenti/Anpi, si porrebbe rimedio alle “inadeguatezze” dell’attuale sistema distributivo del farmaco e si darebbe anche una “seria e duratura risposta alla domanda di accesso alla professione per i farmacisti di oggi e delle generazioni future”. Il tutto però “in un quadro legislativo certo e stabile che alla liberalizzazione della fascia C affianchi una regolamentazione del adeguata alla delicatezza del servizio svolto e dei prodotti trattati”.
La proposta, poi, si articola in alcuni punti precisi: “presenza obbligatoria del farmacista per la vendita dei farmaci, qualsiasi sia la classificazione” (è stata considerata negativamente la proposta della Federfarma di allargare la dispensazione degli Otc, in apposite confezioni ridotte, anche ad altri esercizi commerciali, senza la presenza del farmacista); programmazione di un concorso straordinario per soli titoli per l’assegnazione di nuove sedi farmaceutiche con l’esclusione di quelle previste in Comuni disagiati (con popolazione fino a mille abitanti) da assegnare alla farmacia del Comune più vicino; in questo concorso riconoscere un punteggio privilegiato ai titolari di farmacia rurale di sedi disagiate (sempre con popolazione fino a mille abitanti) e, infine, riconoscere ai farmacisti che abbiano esercitato la professione in parafarmacia, un punteggio analogo a quello previsto per i farmacisti che hanno esercitato la professione in farmacia.
“Quello che chiediamo – ha sottolineato Brunetti – è un reale sviluppo del nostro settore che produca effetti benefici a livello economico e sociale. Estendere la vendita dei farmaci a pagamento anche alle parafarmacie, con la presenza obbligatoria di un farmacista, non solo consoliderebbe la liberalizzazione del settore, ma offrirebbe una possibilità di risparmio ai cittadini e soprattutto maggiori servizi nelle località in cui è carente o insufficiente la presenza di farmacie. La nostra proposta – ha aggiunto – punta a definire un ruolo distinto e concorrente delle parafarmacie, con tutti gli effetti positivi che può comportare una corretta e costruttiva competizione”.
“Quella delle parafarmacie – gli ha fatto eco Bussoni – è una categoria in continua crescita che svolge un importante servizio per i cittadini. A cominciare dalla capacità di offrire un servizio di vicinato più presente ed efficace, soprattutto nelle località più scoperte o in quelle a vocazione turistica che nella stagione estiva vedono aumentare in modo esponenziale le presenze. Ma soprattutto – ha sottolineato – la possibilità di garantire un risparmio più consistente di quello offerto dalle farmacie, inducendo queste ultime a livellare i prezzi verso il basso e svolgendo quindi un’importante azione calmieratrice. Occorre dunque rafforzare questa categoria per dare più equilibrio al mercato”.
Alla presentazione delle proposte Confesercenti/Anpi hanno preso parte anche alcuni parlamentari: Benedetto Della Vedova (Fli) per la Camera e Rita Ghedini (PD) per il Senato (tra l’altro la senatrice è anche firmataria di una delle proposte di legge all’esame della commissione Igiene e sanità per il riordino del settore farmaceutico); con loro anche Antonio Lirosi, responsabile diritti dei consumatori e mercato del PD. Tutti hanno espresso pareri convergenti sulle proposte del documento, così come sul ruolo delle parafarmacie (in particolare per quanto riguarda l’estensione della vendita dei farmaci di fascia C con la presenza del farmacista).

23 marzo 2011
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