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Conclusa l’edizione 2010 di Cosmofarma


La tre giorni di confronto e dibattito sulla farmacia del futuro si è conclusa nel segno della soddisfazione per i traguardi raggiunti dalla professione, che si conferma punto di riferimento per la salute sul territorio. Ma anche con la consapevolezza delle nuove sfide da vincere: quella per difendere il ruolo della farmacia e quella per rispondere ai sempre maggiori bisogni della collettività

09 MAG - Fiducia è anche la parola d’ordine emersa con chiarezza negli interventi di Maria Concetta Vaccaro del Censis e di Erika Mallarini della Sda Bocconi, con i quali sono stati illustrati i risultati dei due studi su “Gli anziani e la farmacia: un rapporto privilegiato da potenziare” e “Farmacisti: le scelte di oggi per la farmacia di domani” (vedi Articoli correlati a fondo pagina). Che, per vie diverse, hanno messo a fuoco le radici che legano il paziente ‒ o, meglio il cittadino in genere ‒ alla farmacia e alla figura del professionista del farmaco che vi opera. È infatti il farmacista, più che la prossimità o la convenienza o l’assortimento o qualsivoglia altro elemento di contorno, a riassumere in sé le qualità che possono rafforzare ‒ ma anche allontanare se non esercitate o male esercitate ‒ il legame con l’utente. E quindi dare al suo ruolo lo spessore necessario a rilanciare e ad assicurare il futuro della professione. Lo hanno ben evidenziato le due relatrici nell’aprire, sabato 8 maggio, il convegno “La farmacia dei cittadini: ricerche, analisi e riflessioni”, realizzato a cura della Federazione degli Ordini e della Federfarma e coordinato dall’Unione tecnica farmacisti italiani, Utifar, rappresentata per l’occasione dal suo presidente Eugenio Leopardi. Le due indagini hanno infatti sottolineato i molti punti di forza della farmacia e del farmacista come punti di riferimento per la salute sul territorio. Ma al tempo stesso hanno confermato quanto sia necessario, per la professione, proprio a causa della sua stessa “esposizione”, non fermarsi a difendere le posizioni acquisite in virtù delle proprie competenze, ma bensì rafforzarle e modificarle così da poter sempre rispondere alle richieste che vengono dallo stesso territorio, cioè dalla collettività.

Un tema questo sul quale sono più volte ritornati i partecipanti della tavola rotonda, moderata da Andrea Vianello, conduttore di “Mi manda Rai 3”, nel corso della quale sono stati commentati i risultati e le indicazioni degli studi. A succedersi negli interventi Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini, Annarosa Racca, presidente della Federfarma, Francesco Schito, vicepresidente di Assofarm, l’Associazione delle farmacie pubbliche, Paolo Corte, presidente della Fenagifar, la Federazione delle Associazioni giovanili di categoria ed Eugenio Leopardi.
Pressoché unanimi le posizioni, sia in ordine all’impegno del professionista ‒ “È lui che determina il proprio successo” ha affermato in proposito Mandelli ‒ sia per quanto attiene la necessità di apportare cambiamenti all’attuale sistema di regole. A questo proposito Mandelli ha richiamato il documento predisposto dalla Federazione degli Ordini già alcuni anni fa nel quale venivano indicate le linee evolutive della professione. Un tema questo ripreso da Racca a Schito, a Leopardi. Che non hanno mancato a loro volta di sottolineare altri punti nodali quali quello della remunerazione dei “nuovi” servizi, individuati e “sistematizzati” dal Dlgs 153/2009 in attuazione della legge 69 dello stesso anno. Un’occasione per proporre ‒ lo hanno fatto Leopardi e Racca ‒ il ritorno in farmacia dei farmaci innovativi destinati dalle Regioni alla distribuzione diretta da parte delle strutture pubbliche.
I riferimenti a proposte e iniziative non sono mancati: da quella ricordata da Schito per l’introduzione in farmacia di uno strumento destinato a favorire e incentivare il dialogo tra farmacista e paziente ‒ “Si tratta” ha spiegato “del registro farmaceutico, già adottato in altri Paesi della UE nel quale il farmacista può annotare i dati sulle terapie del paziente” ‒ all’avvio di un programma sperimentale presso l’Ospedale Molinette di Torino, in collaborazione con la Società italiana di farmacia ospedaliera, ricordato da Mandelli, che, vedrà scendere in campo il farmacista di corsia, chiamato ad affiancare il medico nell’elaborazione ed erogazione della terapia farmacologica.
In questo senso vanno anche le proposte che vengono dal Governo: Vianello ha voluto ricordare le parole del ministro della Salute Ferruccio Fazio sulla possibile presenza in farmacia del medico. Un’eventualità che, a detta di tutti i partecipanti, va studiata con attenzione per evitare sovrapposizioni di ruolo ma che potrebbe tornare assai utile alla collettività, in un’ottica di potenziamento del servizio sul territorio in determinate e specifiche situazioni quali quelle di sinergie medici-farmacisti per realizzare campagne vaccinali: lo ha sottolineato Mandelli ricordando anche il tavolo avviato presso il ministero al quale partecipano i rappresentanti della Federazione degli Ordini dei medici, così come quelli dei Collegi degli Infermieri professionali.
L’intero processo di rafforzamento della farmacia e della professione, deve però poter contare su una attenzione non residuale da parte delle forze di Governo. Soprattutto evitando di coinvolgere l’intero comparto in manovre che possano, attraverso tagli o misure restrittive, minarne la funzionalità. Lo ha ricordato nel suo intervento conclusivo il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, segretario della XII commissione di Palazzo Madama ma anche vice presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti. “La professione” ha affermato “ è un patrimonio collettivo. Tagli economici al settore del farmaco finirebbero col ripercuotersi negativamente e destabilizzare un settore nevralgico per la salute dell’intera collettività”.

Mariano Rampini

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09 maggio 2010
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