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I nonni al centro della vita dei bambini. Ma impreparati su sicurezza, prevenzione e buone abitudini


Solo il 44% dei nonni sa che la posizione giusta per far dormire il piccolo è sulla schiena e il 49% non ritiene pericoloso lasciare peluche o altri giocattoli nel lettino mentre vi sta dormendo un neonato. Dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale un richiamo all’importanza che i nonni vengano istruiti su sicurezza, alimentazione infantile, puericultura, pedagogia e aspetti socio-educativi.

21 GEN - Ancora oggi i nonni sono figure al centro della vita dei bambini. E’ infatti a loro che, in caso di bisogno, i genitori si rivolgono la maggior parte delle volte per accudire il bimbo. Anche per questo la complicità tra nonni e nipoti è ancora oggi forte. Lo spiega la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps). “L’indagine Eurispes 2004 ‘L’identikit del nonno italiano’, ancora attuale – dichiara in una nota Leo Venturelli, Pediatra di Famiglia di Bergamo, referente per l’Educazione sanitaria e la comunicazione della SIPPS - mette in luce come il nonno italiano venga percepito dal nipote con un’età compresa tra i 7 e gli 11 anni: è una figura che comunica affetto, che comprende le sue necessità, che trasmette esperienze. Di contro, i nipoti che si sentono viziati dai nonni sono una minoranza, anche se discreta (il 27%), e quelli che invece che si sentono trattati in modo autoritario rappresentano circa 1/3 degli intervistati. Insomma, i nonni italiani sono amati dai loro nipoti e passano con loro quasi la metà del loro tempo”.

Da uno studio europeo del 2011 (SHARE: The Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe-2011), l’Italia risulta essere il paese dove il 33% dei nonni si prende cura quotidianamente dei nipoti, contro l’1,6% della Danimarca o il 2,9% della Svezia. “Questa situazione, giudicabile positiva sotto l’aspetto umano, nasconde però una realtà in cui le famiglie giovani si devono appoggiare a quelle di origine per poter accudire i figli, in tempi di difficoltà economiche ed occupazionali e di carenti investimenti nel settore della famiglia e dei servizi sociali: anche in questo l'Italia rappresenta il fanalino di coda tra i paesi europei nella percentuale del PIL dedicato al welfare della famiglia”, denuncia Venturelli.

Ecco allora che, per l’esperto della Sipps, i nipoti di fatto risultano “sulle spalle dei nonni, non solo come accudimento, ma anche dal punto di vista economico: un’intervista del 2012 al vice presidente di Federanziani, Giuseppe Pozzi, mette in evidenza (dati raccolti da Federanziani) che in Italia 12 milioni di nonni si prendono cura di 7 milioni di bambini; ma sottolinea anche che gli anziani prelevano 3 miliardi e mezzo di  euro dalle loro pensioni da girare alle esigenze della famiglia allargata, cioè dei figli e nipoti. Il recente rapporto presentato dall’OCSE (OECD Insights: Ageing debate the Issues) è dedicato agli anziani: proprio quelli che indossano i panni dei nonni rivestono un ruolo sempre più importante quando sono chiamati ad occuparsi, a costo zero, dei nipoti e a contribuire al bilancio familiare delle generazioni più giovani”.

E chi porta i bambini dal pediatra? Sempre Federanziani informa che il 63% degli accessi pediatrici avviene in compagnia dei nonni. Ma quali caratteristiche hanno i nonni di oggi? “Sono numerosi i testi – spiega Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – che disegnano un quadro di nonni dinamici, al passo con la nostra società, attivi, con molteplici interessi, che leggono, viaggiano sia fisicamente, sia virtualmente usando il computer e utilizzando i motori di ricerca di Internet (forse anche per maggior tempo a disposizione). Sono nonni che hanno un buon livello di istruzione, desiderano stabilire un legame affettivo con i nipoti e cercano di proporsi come utile sostegno ai genitori. Cosa ancor più vera e necessaria in quanto spesso ci sono situazioni di separazione di coppia o di famiglie monoparentali che di fatto si appoggiano alle famiglie di origine. I nonni sono ben disposti ad apprendere e a cambiare i propri comportamenti, consapevoli del fatto che negli anni la pediatria e la pedagogia molto hanno fatto per rispondere alle domande dei genitori e del loro ruolo educativo”.

Se i nonni sono sicuramente persone di fiducia, tuttavia non tutto è perfetto nella loro assistenza dei nonni ai nipoti. La Sipps lancia infatti l’allarme sul alcune lacune che i nonni hanno riguardo le norme di sicurezza e le buone abitudini da mettere in pratica con i bambini. Secondo una ricerca eseguita in Alabama e presentata nell'ottobre 2012 al Congresso annuale Americano di Pediatria, il 33% dei nonni intervistati pensa che il lattante possa dormire a pancia in giù, il 23% ha detto di fianco; solo il 44% ritiene giusta la posizione sulla schiena. Quasi il 74% degli intervistati ritiene che un deambulatore (girello) sia un buon dispositivo per aiutare i bambini ad imparare a camminare, ma la realtà è che i pediatri denunciano da tempo quanto il rischio di cadute con il girello a causa di eventuali dislivelli sul suolo. E ancora, il 49% dei nonni intervistati pensa che non ci siano problemi a lasciare pelouche o altri giocattoli nel letto durante il sonno del bambino nei primi mesi di vita, sottovalutando il rischio che i bambini possano andarci a sbattere o rimanervi anche soffocati.


Il 24,5% dei partecipanti, inoltre, ha detto che un lattante di 9 mesi deve essere rivolto fronte marcia, nonostante le regole negli Stati Uniti prevedono la posizione opposta fino a 2 anni di età.

“Ecco, allora, che diventa importante che i nonni vengano istruiti sulle norme di sicurezza e sulle novità in termini di alimentazione infantile, di puericultura, di pedagogia, di aspetti socio-educativi”, evidenzia la Sipps. Ma chi fa da tutore e da insegnante a questi anziani comunque desiderosi di dare il loro contributo alla famiglia? Per la Sipps le risorse in campo “sono molteplici: si va dai genitori, istruttori "naturali" nel definire le regole e le indicazioni per la cura dei nipoti, alle istituzioni, che possono garantire o organizzare corsi, seminari, approfondimenti, ai pediatri, che sia individualmente sia come società scientifiche possono intervenire utilizzando linee guida, consigli, indirizzi di comportamento. Gli strumenti a disposizione possono essere libri di approfondimento, gruppi di lavoro, meeting e corsi appositi, Internet o programmi televisivi”.
 
“I nonni – conclude Di Mauro - sono di fatto coinvolti nelle cure e nell'accudimento dei nipoti, specie in periodi di ristrettezze economiche, di conflittualità genitoriali con famiglie monoparentali e di scarsi servizi compensativi sul territorio. Di fatto anche il pediatra si confronta in ambulatorio in quasi metà delle consulenze con i nonni, che si sostituiscono per buona parte della giornata al genitore. I nonni sono sicuramente in grado di trasmettere affetto e fiducia nei piccoli nipoti, ma in recenti ricerche e nell'esperienza del pediatra le competenze sanitarie e tutoriali dei nonni hanno lacune che dovrebbero essere colmate da maggior disponibilità dei pediatri, da incontri o corsi organizzati da istituzioni, in particolare da Società Scientifiche pediatriche. Voglio dunque pensare, come ha scritto il giornalista e scrittore statunitense Alex Haley, che ‘Nessuno può fare per i bambini piccoli ciò che fanno i nonni. I nonni cospargono la polvere di stelle sulla vita dei bambini’”.

21 gennaio 2016
© Riproduzione riservata

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