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Le competenze infermieristiche. Evoluzione o involuzione?

di Ivan Cavicchi

Il documento Ipasvi del luglio scorso e rilanciato recentemente in un convegno a Bologna prevede quattro tipi di infermiere (generalistacon perfezionamento clinico, esperto clinico con master, specialista clinico con laurea magistrale). Questa proposta è come una macchina del tempo  che catapulta l’infermiere almeno indietro di un secolo

07 MAR - Caro Siringhino tieniti forte, vorrei fare una analisi fenomenologica cioè considerare il documento Ipasvi come un fenomeno cercando di andare oltre ciò che appare e coglierne l’essenza.Intanto cerchiamo di capire il suo oggetto. Mi farò aiutare dalla  senatrice Silvestro del Pd che in un recente convegno Ipasvi a Bologna (Qs 19 gennaio 2016) ci ha ricordato che l’Ipasvi, sotto la sua personale direzione, ha messo a punto una propostariguardante unnuovo profilo (l’infermiere specialista clinico), già all’esame delle“istituzioni competenti” (quali?) e il cui postulato di base sono le “competenze avanzate”.
 
In effetti la proposta si intitola Evoluzione delle competenze infermieristiche e la senatrice Silvestro è stata la coordinatrice del gruppo nazionale che l’ha presentata a luglio 2015.
 
Nel  convegno di Bologna la cosa più importante non è stato quello che si è detto ma quello che non si è detto.  Il comma 566  è sparito letteralmente dal discorso rivendicativo dell’Ipasvi e al suo posto è comparso un nuovo profilo dell’infermiere. Come mai? Per capirlo mio caro Siringhino bisogna ripartire dall’ultimo congresso Ipasvi (marzo 2015) e ricostruire la discussione sul comma 566.
 
Nella mozione finale di quel congresso non si parla di creare un nuovo profilo e meno che mai di crearlo sulla base delle competenze avanzate ma genericamente di “sviluppo del ruolo”dell’infermiere specialistae diriconoscimentoper gli infermieridelle “funzioni specialistiche.
 
Questo vuol dire che l’idea di un nuovo profilo dell’infermiere è successiva. Come mai? E’ accaduto che il comma 566 a cui la mozione si ispirava è finito praticamente su un binario morto, e che l’intera strategia costruita su di esso è crollata sotto il peso di errori, di incapacità, di maldestre operazioni politiche.
 
Il che fa pensare mio caro Siringhino che l’essenza della proposta Silvestro non sia altro che la riproposizione sotto mentite spoglie del comma 566. Il comma Silvestro diventa proposta di legge Silvestro.
 
Caro Siringhino, non te ne eri accorto, e come te tanti altri, ma l’Ipasvi propone essenzialmente un 566 bis a logiche e postulati invarianti. Seguimi nel ragionamento:
· la forma  di questo nuovo profilo è quella  della  frammentazione professionale,
· il profilo diventa un insieme di profili  articolato gerarchicamente e funzionalmente per livelli (da “a” a “”d”),
· il principio moltiplicatore  è “l’estensione delle competenze”,
· la competenza quindi la mansione, stabilisce  le differenze tra i diversi tipi di infermiere.
 
In questo modo si hanno ben quattro tipi di infermieri diversi (infermiere generalista, con perfezionamento clinico, esperto clinico con master, specialista clinico con laurea magistrale). Il trucco è semplice: diversificare le mansioni e siccome lo spazio professionale del vecchio profilo è angusto estenderle il più possibile cioè conquistare altro spazio prendendolo verso l’alto, dai medici.
 
A questa linea clinica si deve aggiungere quella gestionale anche essa strutturata per mansioni o competenze(Infermiere con perfezionamento gestionale, coordinatore con master, dirigente con laurea magistrale)
 
Questa proposta è come una macchina del tempo  che catapulta l’infermiere almeno indietro di un secolo. Vorrei ricordarti che all’inizio del ‘900 non esisteva quello che oggi si definirebbe “profilo” per cui  la professione infermieristica era in realtà un insieme di mansioni differenziate ciascuna delle quali ad autonomia zero. Il primo accordo della sanità del 1947 era fatto sulla base di “parametri” non di “profili” (la qualifica funzionale verrà 27 anni più tardi) in ragione dei quali si distinguevano l’infermiere di prima, di seconda di terza,  ecc.
 
In pratica  la parametrazione funzionava così:
· si scomponeva una professione in mansioni  o come direbbe  l’Ipasvi in “competenze”,
· si correlavano tali mansioni e/o competenze con dei punteggi (parametri),
· si stabiliva per ogni punteggio un valore salariale.
 
 
Non è sorprendente? È la stessa cosa che propone l’Ipasvi anche se un secolo dopo. C’è un problema però anzi due.
Questo sistema funzionava solo perché le organizzazioni del lavoro un secolo fa erano super tayloristiche, cioè la scomposizione del lavoro permetteva la scomposizione della professione, ma oggi se davvero volessimo ragionare, come propone l’Ipasvi ad ogni piè sospinto, di integrazione, di continuità terapeutica, di multidisciplinarietà, di team work, di dipartimenti ,di infermiere domiciliare, di ospedale di comunità, di alta intensità di cura, ecc…frammentare un profilo in mansioni o competenze sarebbe semplicemente un non senso. Frammentazione e integrazione non possono andare d’accordo.
 
Mentre l’autonomia dell’infermiere quindi il carattere intellettuale della professione con la L. 42 è giustificata dalla complessità dell’opera infermieristica (quella che comunemente l’Ipasvi chiama “assistenza”) nella proposta Silvestro tanto l’autonomia che il carattere intellettuale si frammentano a loro volta in un sistema fatto da tipi diversi di infermieri e da tipi diverse di mansioni. Se l’autonomia e il carattere intellettuale della professione sono giustificati dalla presa in carico del processo, frammentando il processo in mansioni e/o competenze si perde autonomia e intellettualità  o almeno  l’autonomia dell’infermiere si restringe alla mansione diventando puramente esecutiva. Come del resto è sempre stato. Non è vero che l’infermiere prima della L. 42 non ha mai avuto autonomia, la sua autonomia certamente non era rispetto al processo che ricadeva sotto la potestà del medico, ma era in modo esecutivo rispetto alla mansione. Insomma, per farla corta, autonomia e carattere intellettuale della professione sono antitetici alla mansione o alla competenza che dir si voglia.
 
Per cui personalmente considero la proposta Ipasvi disperatamente demodé. Cosa altro mi svela la fenomenologia? Un sacco di altre cose ma non posso dirle tutte ora. Qualcosa la dobbiamo lasciare anche per il prossimo articolo. Per ora posso dire che al fallimento del comma 566  non è seguita né una discussione né un bilancio né un coinvolgimento della categoria ...né un aggiustamento della linea politica. Probabilmente alla senatrice Silvestro non piace essere giudicata e messa sotto accusa e men che mai esserlo da degli infermieri, forse sarà per questo che non ama gli stati generali.
 
E poi dalla sua proposta trasuda quasi  una sorta di malcelato disprezzo per la massa degli infermieri basic o generalisti che dir si voglia e un amore morboso a stento trattenuto  per l’elite, cioè per i super infermieri.
 
È del tutto evidente che il progetto degli anni ‘90 di riformare una intera professione con la proposta Silvestro  è come accantonato, l’idea sembra essere quella di privilegiare una parte della professione (lo stesso identico limite del comma 566) cioè gli eletti  quasi a voler dire siccome non tutti gli infermieri possono andare in paradiso decide l’Ipasvi chi ci deve andare.
 
Se prima l’unità del profilo non era in nessun modo in contraddizione con le specializzazioni ora le specializzazioni, tornando alla mansione e/o competenza estesa, ne mettono in dubbio l’integrità superando, cioè negando di fatto, la L. 42.
 
Il conflitto con i medici si sposta sul piano della specializzazione, per fare più profili bisogna avere più spazio professionale, quindi si tratta di togliere competenze ai medici, di specializzare gli infermieri  come se fossero almeno sul piano delle tecniche quasi medici.
 
Per non parlare delle fonti legislative richiamate dal documento per dimostrare la sua legittimità. Pensa un po’ che le fonti giuridiche principali di riferimento sono il comma 566, il patto per la salute e la bozza di accordo tra il Governo e le Regioni sulle competenze avanzate... si proprio quello che non ha mai visto la luce.
 
Ciò che invece non viene richiamato è la L. 42 cioè la riforma della professione ormai considerata un imbarazzante equivoco di un passato ormai lontano. Praticamente un brutto sogno. Insomma il principale riferimento di legge della nuova proposta di comma 566, è il comma 566.
 
Ciò che ci viene imposto più che proposto nel più rigoroso stile Ipasvi è il cyber nurser  una specie di trasformer  nel quale competenze avanzate e specializzazione coincidono e che si ottiene assemblando un quasi medico un quasi tecnico un quasi infermiere e
 
Che dire ancora mio caro Siringhino....non ti bastano le brutte notizie? Mi pare che siamo al corto circuito in cui una senatrice di un partito e di un governo coordina un gruppo di lavoro  professionale in una federazione di collegi che definisce una proposta di controriforma della professione che dovrà presentare a se stessa per poi  trasformarla in legge (o chissà che cosa) per applicarla d’imperio ad una categoria di sfigati  che nonostante le fregature innegabili, che hanno preso se la dormono alla grande senza battere ciglio.
 
Con la senatrice Silvestro che, a seconda delle circostanze e in barba all’incompatibilità, continua come Diabolik a cambiare le sue maschere, caro Siringhino siamo al creatore primo e unico...al superpotere puro...dove  tutto si fonde...infermieri, istituzioni, legge e perfino tu mio  povero idiota che perdi ancora tempo con le favole sperando che gli infermieri si sveglino dalla loro  letargia.
 
A questo punto, mio povero Siringhino ti chiederai: ma possibile mai che Barbara Mangiacavalli  la presidente formale dell’Ipasvi, una che i titoli di studio le escono dalle orecchie, sia così stupida da non comprendere che la proposta della senatrice Silvestro alla luce delle esperienze di questi anni, è semplicemente implausibile?
 
Per me la stupidità non c’entra. Siamo difronte ad un “blocco di potere” che è diventato un “blocco di pensiero” e che obbliga Mangiacavalli e tutta l’Ipasvi, e pure io, che non sopporto  le soperchierie, gli inganni, gli abusi  ideologici, ad occuparci nostro malgrado non degli infermieri reali quelli veri ma  dei super eroi della senatrice Silvestro. Il documento  caro Siringhino per come è stato scritto e da chi è stato scritto  non può essere diverso da quello che è. Quindi  dammi retta non fare l’errore che ho commesso io...non corrucciarti inutilmente per Barbara Mangiacavalli... fa parte del gioco.
Ivan Cavicchi
 
Leggi precedente articolo sulla questione infermieristica

07 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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