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Formazione in medicina generale. Crescono età media e qualità candidati. Il report Fimmg 2015

di Filomena Parisi

Nel 2015 gli ammessi alla formazione per entrare nella Medicina Generale sono stati in media più bravi (punteggio medio 80) ma più grandi (il 36% ha più di 30 anni). Lo rivela il rapporto di Fimmg Formazione Puglia che chiede una migliore programmazione per il post-laurea 

21 MAR - Con la raccolta dei dati relativi al 2015, Fimmg Formazione Puglia rinnova anche quest’anno l’appuntamento con l’analisi delle graduatorie nazionali relative alla prova di ammissione al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale. Un lavoro che rientra nelle numerose attività di monitoraggio dell’accesso alla professione, ma che rappresenta anche un’utile fonte di informazioni per chi si appresta a provare il concorso.
 
L’annuale analisi condotta dal gruppo di lavoro di Fimmg Formazione Puglia ha l’obiettivo di monitorare l’approssimativa programmazione che ha caratterizzato gli ultimi anni della formazione medica post-laurea e di individuarne eventuali conseguenze, con particolare riferimento al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG).
 
È doveroso innanzitutto analizzare il contesto nel quale si è svolta la prova concorsuale in esame, che ha consentito ai vincitori di accedere al CFSMG per il triennio 2015-2018.
Il contesto è risultato essere differente da quello del precedente anno e più simile al 2013. Nel 2015 infatti la prova per i futuri Medici di Medicina Generale si è svolta come consuetudine a settembre, mentre il concorso delle Scuole di specializzazione universitarie si è espletatoa luglio, così come è avvenuto nel 2013. Il 2014 invece è stato un anno anomalo, in quanto il concorso per le Scuole di specializzazione, per la prima volta su base nazionale, dopo vari ritardi si è svolto ad ottobre, successivamente quindi alla prova di ammissione al CFSMG.
 
Come per gli anni precedenti, non sono mancate le difficoltà nel data mining, a causa delle molte disomogeneità riscontrate nelle modalità di pubblicazione delle graduatorie regionali di merito.
 
Il profilo del vincitore del CFSMG 2015 è difatti mutato in diversi punti rispetto all’anno scorso e i risultati che hanno destato maggiormente la nostra attenzione sono stati quelli relativi ai seguenti parametri:
 
ETÁ MEDIA
Simile a quella del 2013 ed aumentata rispetto allo scorso anno (29 vs 27), con variazioni minime fra le diverse regioni;
 
FASCE DI ETÁ
Nel concorso del 2015 solo il 64% dei candidati vincitoriè risultatonon avere 30 anni: un crollo verticale rispetto all’anno 2014, quando era stato il 92% a non averli ancora compiuti; si è registrato dunque un ritorno alle percentuali del 2013 (69%).
 
ANZIANITÁ DI LAUREA
La percentuale dei colleghi laureatisi entro i 5 anni precedenti al concorso è scesa dal 97,5% del 2014 all’84%, dato anch’esso sovrapponibile alla percentuale dell’anno 2013.
 
PUNTEGGIO MEDIO
Il punteggio medio totalizzato dai vincitori del concorso è salito significativamente rispetto ai due anni precedenti (80 punti contro i 74 del 2014 e 77 del 2013), con punte di eccellenza nel Veneto (media 83). Nel concorso 2015 il Molise e la Puglia sono state le regioni in cui si sono osservati i punteggi minimi più bassi (71 punti).
 
DIFFICOLTÁ DI ACCESSO
Avendo a disposizione i risultati minimi ottenuti per ciascuna regione nei tre anni di concorso analizzati, è stato possibile calcolare la media di questi valori. Il nostro scopo è stato quello di valutare la difficoltà di accesso al corso che mediamente si è presentata. In questa nostra analisi, abbiamo potuto osservare che nel Lazio i colleghi hanno avuto maggiore difficoltà nell'accesso al corso, con un dato pari a 79 (contro i 76,18 che rappresenta il valore intermedio, a livello nazionale, di tale excursus storico). Per gli altri dati si rimanda allo studio 2015.
 
PARTECIPANTI ED ESCLUSI
I dati sono stati estrapolati dalle 12 regioni che hanno pubblicato il numero di tutti i partecipanti al concorso, compresi i non idonei. Abbiamo osservato una significativa riduzione della percentuale dei partecipanti al concorso 2015 rispetto al concorso 2014 mediamente pari a 37 punti percentuali per le regioni prese in esame, con una numero complessivo di borse messe a bando dalle stesse regioni pressoché costante rispetto agli anni precedenti. Dunque non per un incremento del numero delle borse, ma per via della ridotta partecipazione al concorso si è assistito ad una riduzione del numero dei colleghi esclusi (dai 4189 del 2014 ai 2438 del 2015).
 
Se non avessimo in passato studiato i dati del 2013 e del 2012, saremmo giunti alla conclusione che quest’anno il CFSMG è stato meno ambitodai colleghi rispetto allo scorso anno. In realtà, anche escludendo il 2013, abbiamo osservato negli anni un lento e costante aumento dei partecipanti al concorso, confermato dal rapporto tra il numero di borse ed il numero dei partecipanti dei quattro anni presi in considerazione per questo parametro:
 
2012: 1 borsa ogni 3,5 partecipanti
2013: 1     “       “     4          “
2014: 1     “       “     9          “
2015: 1     “       “     5          “
 
Emerge dunque un profilo del vincitore del concorso 2015 ben diverso rispetto all’anno precedente: forse più consapevole della scelta fatta e maggiormente orientato al percorso della Medicina Generale. L’incremento del punteggio medio dei vincitori in presenza di un numero minore di candidati può essere considerato in questo senso un indicatore.
 
Ma come spiegare il dato eccezionale registrato lo scorso anno? Tra l’anno 2014 e quelli adiacenti si evidenziano modifiche troppo rilevanti perché possano essere attribuite al caso. Tutte le differenze tra le medie e le percentuali sono significative ed inducono a considerare l’anno 2014 una evidente ed ulteriore anomalia del sistema.
 
È più che probabile per esempio, che l’elevata percentuale di vincitori del 2014 con un’età e un’anzianità di laurea inferiore, rispetto agli altri anni presi in esame, sia il risultato della pletora di colleghi, per la maggior parte neoabilitati, riversatasi in prima istanza nel concorso per il CFSMG. Una calendarizzazione delle date concorsuali delle Scuole di specializzazioni universitarie differente rispetto agli anni 2013 e 2015, ha prodotto uno tsunami di eventi i cui effetti oggi sono ancora ben evidenti.
 
FIMMG Formazione Puglia, da ormai tre anni, ha intrapreso lo studio delle graduatorie del concorso per l’accesso al CFSMG, nella convinzione che l’acquisizione e l’analisi delle informazioni sia un’attività imprescindibile per monitorare l’evoluzione dei processi ed evidenziarne le criticità da risolvere. Gli ultimi dati analizzati a nostro avviso hanno confermato che il 2014 ha visto partecipare alla prova di esame un numero spropositatamente alto di colleghi rispetto agli anni precedenti e rispetto al successivo, poiché verosimilmente attirati dalla prima opportunità di una posizione formativa post-laurea che in ordine temporale si presentava loro. E probabilmente in molti casi ciò prescindeva da una reale convinzione nella scelta del percorso di carriera nella Medicina Generale. Un tentativo comprensibile, figlio di un sistema in cui la formazione medica post-laurea continua ad essere sottovalutata e messa in secondo piano da chi dovrebbe invece favorire la stabilità occupazionale e consentire a tutti i medici abilitati di avere un futuro lavorativo stabile.
 
Venuta meno l’inusuale inversione dell’ordine temporale delle date dei concorsi per l’accesso alla formazione specialistica universitaria ed a quella specifica in Medicina Generale, l’anno 2015 ha visto un riallineamento dei dati alla tendenza degli ultimi anni. Si è ritornato cioè ad un incremento significativo, ma più graduale dei partecipanti (e degli esclusi) alla prova di esame per il CFSMG. Ciò è conseguenza di un numero di nuovi laureati in medicina costantemente più alto delle borse messe a disposizione per il post laurea.
 
Si tratta di un problema tristemente noto e più volte denunciato da FIMMG, che ha sottolineato la mancanza di un approccio lungimirante da parte dei settori competenti, nelle politiche in materia di programmazione. Vi è così il rischio di non anticipare le reali esigenze di cui necessita il futuro delle professione in funzione  dell’assistenza ai cittadini.
 
Ad un anno di distanza è forse anche il caso di rivalutare le considerazioni e alcune delle azioni intraprese a seguito del concorso 2014
, caratterizzato da un alto numero di ricorsi,  per porre rimedio ai quali è stata proposta, da parte di alcune sigle e da alcuni parlamentari, l’istituzione di un concorso unico nazionale.
 
Non ci risulta che fenomeni simili si siano verificati con la stessa frequenza e con la stessa portata quest’anno, a testimonianza che le azioni legali intraprese erano probabilmente figlie di un’eccezionale pressione sull’accesso al corso. Un concorso nazionale non offrirebbe maggiori garanzie ai giovani colleghi ed anzi metterebbe i vincitori nelle condizioni di dover affrontare una serie di nuove difficoltà, a partire dalla sopravvivenza economica in un’altra regione con una borsa di importo esiguo.
 
Inoltre peggiorerebbe la già carente programmazione dei fabbisogni di medici di medicina generale delle singole regioni, che sarebbe determinata da fattori casuali rappresentati dalla residenza dei singoli vincitori e dall’ordine di graduatoria, con una quota non trascurabile di colleghi che andrebbe a seguire il corso in una regione nella quale non ha interesse a rimanere a lavorare.
 
Non trovano in ogni caso giustificazione alcune delle proposte di modifica sostanziali del concorso
, quali quelle che prevedrebbero un passaggio di competenze organizzative dalle regioni all’Università, sia per quanto concerne la costituzione delle commissioni, sia per quel che riguarda data e contenuti della prova di esame. Non è chiaro infatti quale maggior tutela offrirebbero ai candidati, considerando che le stesse prove per l’accesso alle scuole di specializzazione attraverso concorso nazionale sono state oggetto di feroci polemiche e di azioni legali che ne hanno messo in discussione la regolarità.
 
FIMMG ha più volte presentato proposte sul piano tecnico, di semplice attuazione, al fine di migliorare il concorso. È sufficiente ricordare l’ipotesi di una quota delle domande d’esame redatte dal ministero da differenziare regione per regione, al fine di evitare i ricorsi per il principio di “equità nazionale”.
 
Ribadiamo ancora una volta che sono ben altre le priorità da affrontare per migliorare la formazione. Occorre infatti:
 
- incrementare il numero di borse messe a bando, per garantire un adeguato turnover di professionisti nei prossimi anni in cui vi sarà un massivo pensionamento di medici di Medicina Generale;
 
- definire la didattica, dopo consultazione di chi si occupa da anni della Formazione in Medicina Generale, con un core curriculum nazionale attraverso decreto ministeriale, così come previsto dal D.Lgs 368 dell’ ormai lontano 1999. Questo provvedimento assume carattere di sempre maggiore urgenza, in vista della riforma delle Cure Primarie prevista dalla legge Balduzzi (L. 08/11/2012 n°189);
 
- istituire le attività professionalizzanti, così come previsto dalla legge Balduzzi, al fine di consentire una formazione pratica attraverso il lavoro nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali e di integrare l’esiguo importo della borsa di studio (attualmente di 11.603 euro lordi annui);
 
- intervenire, con apposito provvedimento normativo, sul tema dei medici in sovrannumero (medici laureati prima del 31.12.1991, a cui la legge n.401 del 29.12.2000 permette l’ammissione a domanda, e non tramite concorso, al CFSMG con la possibilità di non avere incompatibilità e di poter effettuare l’attività libero-professionale),il cui accesso non è attualmente vincolato da una regolamentazione e svilisce ancor di più  la programmazione e il sacrificio di tanti corsisti vincitori di concorso che affrontano il triennio vivendo della sola borsa, per poi vedersi scavalcare in graduatoria.
 
Da anni la politica a livello nazionale e regionale annuncia il potenziamento del territorio e la de-ospedalizzazione delle cure, per una serie di motivazioni, fra le quali il contenimento della spesa in Sanità. Questo potenziamento passa necessariamente anche dalla formazione specifica in Medicina Generale e dalla risoluzione dei problemi appena esposti. Assistiamo però, nonostante l’approvazione di apposite normative, ad un estrema ritrosia nell’applicazione di quanto più volte annunciato, con interferenze che da più parti cercano di bloccare l’evoluzione delle cure primarie.
 
Noi speriamo che tali interferenze non facciano parte di “giochi” nei quali si misurano vecchi centri di potere, poiché in questo caso interessi di parte avrebbero ancora una volta la responsabilità di conseguenze negative sulla cura dei cittadini, sul futuro dei giovani medici e sulle finanze dello Stato.
 
Filomena Parisi
Coordinatrice Fimmg Formazione Puglia
 
Leggi lo Studio 2013
 
Leggi lo Studio 2014


21 marzo 2016
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