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Piemonte. Delli Carri (Nursing Up): “Su fabbisogno di personale Regione segua indicazioni in arrivo da Roma. No a colpi di testa”


"Basta con politiche che pensano solo ai bilanci, si torni a mettere al centro la persona". Così il segretario regionale del sindacato degli infermieri. "Se il famoso buco in sanità non c’è più, o è stato ripagato, allora la Regione appronti ora un piano di assunzioni che tenga conto delle reali necessità dei cittadini di avere una sanità d’eccellenza. E non pensi di giocare la carta delle esternalizzazioni".

22 MAR - "Il calcolo del reale fabbisogno del personale nella sanità - dichiarano da Nursing Up Piemonte -, che in questi giorni tiene banco in Regione, temiamo nasconda la volontà di iniziare a esternalizzare. Ciò in barba alle linee guida nazionali, anch’esse in prossimità di essere approvate al Ministero, a Roma, e alle reali necessità della sanità per la qualità dei servizi offerti alla persona, e solo per un calcolo e per necessità di bilancio. Perché se si nega la necessità di personale, stabilendo che quello che c’è nella sanità piemontese è sufficiente, non tenendo invece conto di tutte le occorrenze che si generano nella normale gestione di un sistema, si pensi al part time, ad esempio, a maternità e ad aspettative, tutto solo per non sforare il tetto di spesa e poi attingere così ad altre voci dei bilanci, come quelle di beni e servizi, per esternalizzare le prestazioni e i servizi che si erogano, il risultato sarà disastroso. E tutto solo per una mera operazione economica con decisioni che guardano ai bilanci, alle cifre, e non alla qualità dei servizi o alle persone che devono invece fruire degli ospedali. Ancora una volta nella programmazione sanitaria della Regione Piemonte non si mette al centro la persona ma solo la questione economica".

 "Solo la scorsa settimana siamo stati in Regione per parlare del fabbisogno di personale in sanità – spiegano Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, sindacato degli Infermieri Italiani, assieme a Roberto Aleo, segretario provinciale di Torino del Nursing Up -, e abbiamo chiaramente capito che la Regione vuole accelerare nella creazione di un tavolo tecnico che quantifichi il fabbisogno di tale personale, forse scavalcando il Ministero. Un’accelerazione strana visto che a Roma, al Ministero, è partito il tavolo tecnico sulla professione infermieristica, al quale sarà presente anche il Nursing Up, dove si definiranno le linee guida proprio sullo stesso tema. E sempre dal Ministero è arrivato anche il parere sugli orari di lavoro e su turni di riposo in cui è scritto nero su bianco della grave carenza di personale in sanità. Per questo non ci spieghiamo la fretta in Regione".

"Noi crediamo - proseguono gli infermieri - che le linee guida che arriveranno dal Ministero saranno le uniche da seguire, perché non è possibile che ogni regione si faccia le sue regole. Per questo invitiamo la Regione a riflettere sui passi che sta compiendo. In nessun caso sarà accettabile un documento in cui non sia chiara la necessità di assumere per far funzionare al meglio gli ospedali che oggi sono ancora in difficoltà. Se il famoso buco in sanità non c’è più, o è stato ripagato, allora la Regione appronti ora un piano di assunzioni che tenga conto delle reali necessità dei cittadini di avere una sanità d’eccellenza. E non pensi di giocare la carta delle esternalizzazioni".

“La necessità di seguire le linee guida del Ministero – aggiungeAleo – è chiara. Non si può pensare di avere una sanità di un certo tipo, magari al Sud e una completamente diversa in altre regioni, magari al Nord. Un paziente per le stesse patologie deve sapere di poter esser curato allo stesso modo, con la stessa eccellenza ovunque nel Paese”.

“È l’obbiettivo che è sbagliato – conclude Delli Carri -. Nel senso che nella programmazione della Regione ancora una volta si intravvede l’unico fine di far tornare i conti, di sottostare alle leggi del soldo e dei bilanci. La sanità invece deve avere come obbiettivo centrale la persone, il benessere del paziente. Il servizio sanitario deve offrire eccellenza perché si tratta di una partita giocata sulla salute e sulla vita della gente. E l’eccellenza la si raggiunge con personale infermieristico che opera nei giusti orari, nel giusto numero, con il supporto di un adeguato numero di operatori come gli Oss, perché ognuno possa dare il massimo nel proprio ruolo. Le persone non sono cifre o numeri e l’esternalizzazione non farebbe che acuire il problema demolendo la qualità dei servizio erogati”.
 
Lorenzo Proia

22 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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