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Congresso Cosmed. L’Aran conferma: “Al momento solo 300 milioni per rinnovo contratti. Speriamo nella nuova stabilità”

di Luciano Fassari

Dal congresso nazionale di Roma la Confederazione della dirigenza medica e sanitaria fa il punto sui decreti delegati della Riforma Madia e sui rinnovi contrattuali. “Chiediamo che il Governo ci senta per fornire le nostre competenze. Solo così questa riforma sarà una riforma ‘vera’'”. Presente all’evento anche il presidente Aran Gasparrini che detta l’agenda: “Verosimilmente si dovrebbe partire dopo l’estate con i rinnovi. E speriamo in qualche risorsa in Stabilità”

06 MAG - Valorizzare il ruolo e il valore della dirigenza pubblica. Stop alla giungla  del precariato in sanità e più risorse per il rinnovo del contratto. Queste le richieste ribadite, in occasione del congresso nazionale svoltosi a Roma della Cosmed, la Confederazione sindacale della dirigenza medica e sanitaria.
 
Al centro del dibattito svoltosi oggi a Roma i decreti delegati della riforma Madia sul rapporto di lavoro alle dipendenze della Pubblica Amministrazione e sul licenziamento disciplinare (su cui i sindacati saranno auditi dalle commissioni Riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera la prossima settimana). Ma non solo, sullo sfondo anche il rinnovo del contratto che dopo l’accordo su aree e comparti ora attende gli atti d’indirizzo per avviare le trattative vere e proprie.  
 
"La dirigenza pubblica -  ha sottolineato Giorgio Cavallero, segretario generale Cosmed – ha  tutto il diritto ad essere interlocutore anche sul piano normativo, nel momento in cui si stanno per predisporre i decreti delegati per al riforma della Pa. Chiediamo che il Governo ci senta per fornire le nostre competenze. Solo così questa riforma sarà una riforma 'vera'. Non si fanno le riforme senza la dirigenza di questo paese”.
 
Cavallero sottolinea  che “si deve favorire la valorizzazione della dirigenza e per quanto riguarda rapporto di lavoro e come ad un dirigente dev’essere attribuito un incarico anche in un’ottica di corretto uso delle risorse pubbliche”. Per quanto riguarda i licenziamenti il segretario Cosmed specifica poi come “vanno espunte dal decreto di delega, forme punitive rispetto a chi ha raggiunto gli obiettivi. Il decreto delegato su cui saremo in audizione mette sullo stesso piano colui che ruba ed è colto in fragrante con chi non ha vigilato. Ma va detto che in molte situazioni quest’ultimi non hanno gli strumenti per fare verifiche. Ecco perché chiediamo che sia giusto che quando sbagliano i dipendenti pubblici siano puniti, ma ci vuole altrettanto rigore anche per i fornitori del Ssn e della Pa e per chi usa denaro pubblico in forma accreditata. Insomma, chiediamo regole uguali per tutti”.
 
Altro tema caldo è quello del lavoro flessibile. “È un far west e solo riducendo le molteplici forme anomale si potrà ragionevolmente risolvere il problema del precariato”.
 
E poi il rinnovo dei contratti e le risorse che sono poche. “Il punto è la volontà politica ad investire nella  Pa. Se c’è volontà le risorse si trovano. Il Governo deve battere un colpo, per esempio detassando il lavoro e vincolando delle risorse per i contratti nella prossima legge di Stabilità”
 
Durante il convegno è intervenuto anche il presidente dell’Aran Sergio Gasparrini che all’indomani dell’accordo sulle aree e comparti ha tracciato le prossime tappe per i rinnovi. “Non sarà una trattativa facile anche perché i sindacati in questi anni hanno sofferto molto e ci sono alcuni nodi che sarà difficile sciogliere”. Ma non solo. “Poi c’è il macigno delle risorse, perché 300 mln di euro sono  oggettivamente pochi. Al di là del fatto che ci si aspetta incrementi retributivi, anche volendoci fare altro, vedi welfare, sono una posta esigua. Sono solo 0,4% del monte salari”.
 
Ma non tutto è buio. “Fortunatamente – ha sottolineato il presidente Aran – l’accordo su aree e comparti ha restituito un  minimo di serenità al mondo della sanità pubblica. Immagino che ci sarà una spinta forte alla ripresa della contrattazione perché oggettivamente dopo tanto tempo è insostenibile. Verosimilmente si dovrebbe partire dopo l’estate e in quella fase vedremo quali sono le distanze”. E in questo senso Gasparrini auspica risorse in più nella prossima Stabilità: “Potrebbe certamente aiutare ad avvicinare le parti”.
 
A prendere parte ai lavori anche il senatore PD Amedeo Bianco che  ha evidenziato anch’egli come per i rinnovi  “sembra evidente che le risorse non consentano di scrivere chissà quale agenda. In ogni caso un contratto rappresenta un’opportunità per ridefinire l’organizzazione del lavoro e il riconoscimento del merito. Il contesto è difficile ma ribadisco, resta un’opportunità anche per riprendere una dialettica sana tra le parti sociali in un settore oggettivamente in difficoltà”.
 
Tra gli interventi della giornata anche quello di Saverio Proia, consulente del sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo che ha ribadito come “c’è la massima attenzione nel fare si che i decreti delegati della Madia non abbiano un atteggiamento punitivo e valorizzino il rapporto da protagonista della dirigenza, senza le cui gambe e saperi nessuna riforma si realizzerà. Sicuramente c’è la volontà e l’impegno del sottosegretario ad un incontro appena le proposte di decreto saranno  divulgate”.
 
 “Chiediamo con forza che in questo paese si ribadisca il principio del valore delle funzione che svolge la pubblica amministrazione – ha commentato Aldo Grasselli, Segretario Generale Aggiunto di Cosmed. In primo luogo perché la Pa è ciò che garantisce i diritti. E poi c’è l’aspetto morale di riconoscimento di una legittimità della dirigenza pubblica che in questi  15 anni è stata delegittimata da continui attacchi. Tutto ciò deve finire e deve accompagnarsi ad un intervento di pulizia, laddove ce n’è bisogno, siamo i primi a chiedere che i disonesti vadano via”.
 
“Il punto – spiega Grasselli – è che non abbiamo bisogno di tanti soldi ma di molto rispetto sì e questo non costa niente. Siamo tutti convinti che dobbiamo impegnarci in una riforma in un contesto economico disastroso”. Ma come fare? Per Grasselli “si deve ascoltare chi lavora. La concertazione è stata marchiata a fuoco in maniera negativa ma bisogna ascoltare i sindacati e in questo senso come Cosmed siamo pronti al confronto”.
 
Tornando ai contratti , Alessandro Vergallo Segretario Generale Aggiunto di Cosmed ha messo sul piatto anche altre preoccupazioni . “I presupposti non sono dei migliori e sarà un disastro dal punto di vista dell’offerta. Inoltre, un dato che sospettiamo è il forte avanzamento della trattativa decentrata che rende difficile seguire le trattative in tutte le aziende. Più che contratto integrativo aziendale oggi esso rischia di diventare sostitutivo.
E in questo senso siamo perplessi anche perché abbiamo visto che i fondi aziendali sono stati gestiti in maniera tutt’altro trasparente”. E poi c’è la questione dell’orario di lavoro: “Temiamo una stretta. L’obbligo di applicare normativa crea aspettativa della controparte di poter inserire delle deroghe”.  Sugli aspetti disciplinari infine “la stretta in caso di comportamenti infedeli non avrebbe nemmeno natura di esistere. Ma ci sono degli aspetti che vanno ponderati.  Ovvio punire chi non rispetta le regole ma non andiamo verso il giustizialismo”.
 
“Come Conferderazione – ha detto poi il segretario Generale Aggiunto di Cosmed Alberto Spanò - dobbiamo velocizzare il nostro confronto con la parte pubblica rispetto ai decreti delegati della Madia. Anche perché ci sono molte preoccupazioni. In primis  vogliamo la valorizzazione delle specificità. Ovvero la riduzione dei ruoli e dei comparti non può significare una compressione delle specificità. C’è poi la questione della previsione del dirigente senza incarico che noi riteniamo vada corretta. Il dirigente deve avere un incarico”. Ma non solo, “la dirigenza sanitaria venga riconosciuta effettivamente come dirigenza, cosa che  non sempre è avvenuta”.
 
Per quanto riguarda le prossime tappe e l’atteggiamento della Cosmed Spanò ha poi evidenziato: “Alcuni segnali sono positivi. Non siamo di certo ottimisti ma cautamente possiamo pensare di attivare un  percorso purché la decretazione delegata non si vada in controtendenza. Auspichiamo un confronto, ma no a decreti già scritti, ma in corso d’opera”.
 
Luciano Fassari

06 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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