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Dopo Rimini. Il medico come garante della tutela della salute

di Emanuele Vinci

Nella Conferenza della Fnomceo la professione medica e odontoiatrica ha ribadito con forza la sua scelta di campo: dalla parte della persona e delle popolazioni e del loro diritto alla salute e alla cura.

25 MAG - La Conferenza di Rimini “Guardiamo al futuro” della Fnomceo ha riproposto l’agire professionale del medico all’interno di alcune questioni fondamentali della vita del nostro Paese, confrontandosi con un futuro che è in gran parte già attuale nel vivere quotidiano dei singoli e delle collettività. Ad una osservazione superficiale può essere sembrata dispersiva una discussione che passa dalla necessità della formazione continua all’utilizzo razionale ed efficace delle tecnologie, dal legame indissolubile ambiente/salute alla riproposizione della prevenzione primaria anche in odontoiatria, dalla medicina di genere alla relazione di cura, dall’accreditamento delle Società medico -scientifiche ai modelli innovativi dell’organizzazione sanitaria, dal rapporto con le altre professioni sanitarie alle sempre più indispensabili equipes multidisciplinari e multiprofessionali.
 
In realtà c’è un sottile filo rosso che lega tutte le questioni affrontate nei tanti workshop della Conferenza: la professione medica ha come obiettivo la tutela della salute come diritto universale dell’essere umano. E la salute, assieme all’istruzione e al lavoro, sono i diritti fondamentali di uno Stato democratico.
“Che succede se tali diritti sono messi in discussione dalla crisi economica? Se si ritiene che tali diritti siano un lusso incompatibile con la crisi economica? Se è il mercato a decidere che tali diritti sono un lusso, in realtà si decide che la democrazia stessa è un lusso!” (Stefano Rodotà).

È indubbio che oggi la negazione quotidiana di tali diritti, determinata dalle diseguaglianze, dalle discriminazioni, dalla povertà, dal rifiuto dell’altro specie se “migrante” impone a tutti delle scelte nette e trasparenti.
Nella Conferenza di Rimini la professione medica e odontoiatrica ha ribadito con forza la sua scelta di campo: dalla parte della persona e delle popolazioni e del loro diritto alla salute e alla cura.

La consapevolezza del legame indissolubile tra salute e cura comporta scelte di politica sanitaria che pongano al centro la prevenzione primaria anche per l’utilizzo ottimale delle risorse finanziarie disponibili. Grande deve essere, pertanto, l’impegno a ridurre gli inquinanti ambientali per contenere le nuove pandemie (dismetaboliche, oncologiche, cardiovascolari e neurodegenerative) e al contempo è sempre più urgente rilanciare le vaccinazioni per impedire il ritorno di pericolose epidemie del passato; lo stesso impegno per estendere a tutti i pazienti HCV positivi l’accesso alla cura va posto per la ricerca e la prevenzione dell’infezione da HCV al fine di limitare in prospettiva l’utilizzo di costose terapie.

E nel perseguire tale obiettivo “il medicus, il curante d´ogni tempo e d´ogni luogo, non ha da temere critiche di sorta. Da curante competente e disponibile, egli si propone autorevole e responsabile, e resta il punto di forza e di resistenza che regge tutto quanto il sistema” (Giorgio Cosmacini).

A me sembra una buona base di partenza per affrontare la “questione medica “ (Ivan Cavicchi) e per “guardare al futuro”.
 
Emanuele Vinci
Presidente Omceo Brindisi,
Coordinatore gruppo di lavoro Fnomceo “Professione, Ambiente e Salute, Sviluppo” 


25 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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