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Prendere decisioni in sanità? Non dipende solo da noi. Cochrane Italia a Congresso

di Luca De Fiore

Di modalità e criteri del decision-making clinico e di politica sanitaria si parlerà alla Riunione annuale 2016 della Associazione Alessandro Liberati – Network Italiano Cochrane che si svolgerà a Roma il 31 maggio. Il convegno farà il punto su due tra i più importanti progetti collaborativi internazionali portati avanti da Cochrane negli ultimi anni: Decide e Grade. 

29 MAG - Le decisioni che prendiamo non dipendono solo da noi. E’ tanto più vero per il medico, il farmacista o l’infermiere, che si trovano a dover fare i conti con esigenze e interessi di cui sono portatori i molti stakeholder che popolano la sanità. Cittadini, pazienti e loro familiari, in primo luogo. Ma anche i dirigenti sanitari che governano le attività a livello di aziende sanitarie, ospedaliere, distretti. Su un piano più alto, la Politica regionale e centrale. Infine, ma non meno importante, l’influenza delle industrie: farmaceutiche, biotecnologiche, alimentari.

Di modalità e criteri del decision-making clinico e di politica sanitaria si parla alla Riunione annuale 2016 della Associazione Alessandro Liberati – Network Italiano Cochrane che si svolge a Roma il 31 maggio. L’associazione – intitolata al fondatore del centro Cochrane italiano e tra gli animatori del movimento della evidence-based medicine a livello internazionale – torna a svolgere il proprio congresso nazionale nella capitale a distanza di cinque anni, dopo aver fatto tappa a Bologna (declinando in ambito sanitario le cinque “Lezioni americane” di Italo Calvino), Napoli (con un importante congresso sugli open data), Milano (dedicando la giornata ai modi nuovi per comunicare le evidenze) e Torino (quale sostenibilità per il servizio sanitario nazionale?).

Da una parte, il convegno farà il punto su due tra i più importanti progetti collaborativi internazionali portati avanti da Cochrane negli ultimi anni: Decide e Grade. Scopo del primo progetto è quello di favorire la diffusione di linee-guida evidence-based attraverso lo sviluppo di strumenti metodologici specifici per facilitarne l’utilizzo da parte di diverse target audience. Il progetto, che ha coinvolto 10 partner provenienti da 7 diversi paesi europei e l’OMS, rappresenta l’estensione della attività del Grade Working Group (www.gradeworkinggroup.org), che da anni si occupa dello sviluppo di un nuovo sistema per la produzione di raccomandazioni cliniche. Al centro dell’attenzione del Grade è proprio la determinazione di procedure standardizzate e condivise per la definizione della robustezza delle prove al fine della loro considerazione nella stesura di raccomandazioni. Di Grade parlerà Joerg Meerpohl, direttore della Cochrane tedesca, di recente incluso nell’elenco dei 100 ricercatori internazionali più influenti.

Questioni quanto mai attuali anche nel nostro Paese, considerando il ritorno di interesse per le linee-guida, per la metodologia della loro preparazione, per la disseminazione, successivamente alla discussione della proposta di legge sulla responsabilità professionale del medico (ne parlerà Nicola Vanacore, dell’Istituto superiore di sanità). Un esempio virtuoso – se non di “raccomandazione esplicita” ma di lavoro collaborativo con finalità di indirizzo – è quello dell’Organizzazione mondale della sanità alla cosiddetta lista dei farmaci essenziali. Ne parlerà in apertura uno degli autori del documento, Nicola Magrini, del Department of Essential medicines and health products dell’OMS di Ginevra.

La relazione bidirezionale con i pazienti sarà discussa da Luigi Mittone – economista dell’Università di Trento – e Salvatore Panico – clinico dell’Università Federico II di Napoli. Lo shared decision-making è un percorso che non ammette forzature ma che, al contrario, esige coinvolgimento. Probabilmente, anche quella capacità di persuasione che ha nella “spinta gentile” uno degli strumenti che promettono migliori risultati. Il nudging può rivelarsi prezioso nel favorire stili di vita più salutari, una migliore aderenza alle terapie, comportamenti più vantaggiosi per l’individuo e per la comunità.

La Riunione annuale si svolgerà presso la sala convegni della Regione Lazio. L’organizzazione dell’evento è costata alla associazione circa 6 mila euro quasi esclusivamente derivanti dalle iscrizioni personali degli iscritti. Infatti, Associali non prevede finanziamenti da industrie farmaceutiche, biotecnologiche o alimentari e, come supporto allo svolgimento del congresso, ha accettato un contributo solo da tre aziende editoriali, due internazionali, (UpToDate e Wolters Kluwer) e una italiana (Il Pensiero Scientifico Editore).

Il filo rosso tra le relazioni dovranno costruirlo i partecipanti con l’aiuto dei dodici discussant e dei quattro chairmen che guideranno la giornata. E’ probabile che questa si chiuderà con qualche punto fermo in più ma con molte domande ancora aperte: il SSN può e come mettere in condizione i professionisti sanitari di prendere decisioni correttamente informate? Come bilanciare l’esperienza clinica personale e le evidenze della ricerca? Come costruire delle comunità di pratica capaci di promettere valore aggiunto alle competenze individuali del professionista? Quale supporto può dare il documentalista al reperimento e alla selezione della documentazione utile per decidere? Come recuperare il tempo indispensabile nella relazione di cura per scegliere insieme al malato? Come tradurre in strategie informative concrete la consapevolezza dell’utilità del nudging? Come utilizzare in modo efficiente apps e point-of-care tool senza rischiare di compromettere un approccio ritagliato sul singolo paziente? Servirebbe una sorta di “congresso permanente” che continui a approfondire lungo i successivi 12 mesi gli spunti che verranno dalla Riunione di fine maggio: perché non provarci?
 
Luca De Fiore
Associazione Alessandro Liberati – Network Italiano Cochrane


29 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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