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Il Congresso Roi: “C'è bisogno di core competence osteopatiche per profilo e percorso formativo”


Il rixonoscimento della professione sanitaria per gli osteopati “è prima di tutto per i cittadini” ha detto la presidnete della Commissione Sanità del De Biasi. Apprezzamento per il sì del Senato anche dal ministro Lorenzin. Oltre 150 osteopati per i due giorni dell’evento annuale del Roi che quest’anno ha puntato i riflettori sulle competenze osteopatiche e sull’integrazione con le altre professioni sanitarie.

30 MAG - Evoluzione e miglioramento continuo delle competenze, integrazione con gli altri professionisti della salute e riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria sono stati i temi chiave del II Congresso del Roi, tenutosi il 26 e 27 maggio 2016 scorsi al Centro Congressi ATA Hotel Expo Fiera di Pero (Milano).
 
Il pomeriggio del 26 maggio è stato interamente dedicato alle nuove leve dell’osteopatia, ai giovani, e alle loro ricerche rivolte a indagare l’efficacia dei trattamenti osteopatici per la cura di alcuni disturbi molto diffusi, dalla dismenorrea primaria all’asma bronchiale, dal reflusso gastroesofageo infantile alle disfonie.

La seconda giornata si è aperta con l’intervento della Senatrice Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità al Senato: “E’ stato un percorso difficile, lungo e non scontato quello che ha portato all’approvazione in Senato del Ddl Lorenzin e dell’articolo che riconosce l’osteopatia come professione sanitaria. Questo primo importante risultato è frutto di un lavoro di squadra che è prima di tutto per i cittadini, per offrire loro un servizio sanitario migliore. C’è ancora molta strada da fare, certo è che il Senato ha votato in modo coeso come poche volte: c’è bisogno anche degli osteopati nel Ssn”.

Dopo la Senatrice sono intervenuti, tra gli altri, lo storico della medicina Giorgio Cosmacini, la professoressa in scienze infermieristiche Alvise Palese e Jorge Esteves, tra i più autorevoli osteopati in Europa. Esteves, a capo della ricerca alla British School of Osteopathy di Londra, la più antica e tra le più autorevoli scuole di osteopatia del Regno Unito, è anche uno dei protagonisti del processo di riconoscimento della professione in Portogallo.

Il Congresso ha rilevato la necessità di creare delle core competence osteopatiche, essenziali per la definizione del profilo e del percorso formativo dell’osteopata. Più di un intervento è stato inoltre rivolto a chiarire che l’osteopatia è una professione sanitaria, con i suoi modelli di riferimento, e non un insieme di tecniche.

“Queste due giornate dedicate all’osteopatia sono state molto coinvolgenti, la partecipazione è stata particolarmente attiva e attenta. L’approvazione del Ddl Lorenzin in prima lettura al Senato ha creato una spinta ancora più forte verso la qualità e lo sviluppo delle competenze nell’esercizio della professione. E’ la strada giusta per essere riconosciuti sempre di più come professionisti seri da tutti gli italiani che scelgono i trattamenti osteopatici”, ha commentato la Presidente del Roi Paola Sciomachen.
 
Anche il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha voluto rilevare con un intervento scritto il suo apprezzamento per l’approvazione della disposizione del Ddl Lorenzin che istituisce la professione di osteopata: “Ritengo che il Congresso del Roi costituisca l’occasione per continuare il dibattito sull’importanza di regolamentare in Italia la figura dell’osteopata come professione sanitaria, con una particolare riflessione sulle tematiche concernenti le competenze e la formazione dell’osteopata, anche alla luce della norma Cen di recente approvazione sull’osteopatia”.

30 maggio 2016
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