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Percorso nascita. Ostetriche denunciano: "Ci sostituiscono con figure non specializzate"


“Le ostetriche sono la figura professionale che meglio può seguire la donna nel corso di una gravidanza fisiologica, ma spesso, nelle strutture sanitarie, ci sostituiscono con altri professionisti senza formazione specialistica”. La denuncia arriva dalla Federazione dei Collegi ostetrici (Fnco), che al 32° Congresso nazionale, in corso a Bologna, illustrerà una propria proposta di riforma del Corso di Laurea in Ostetricia per ridefinire la specificità professionale e ottenere il pieno riconoscimento del ruolo delle ostetriche.

19 MAG - Oggi in Italia ci sono circa 17.300 ostetriche iscritte ai Collegi professionali, occupate prevalentemente nelle strutture del Ssn, sia territoriali che ospedaliere. Il Piano per la riorganizzazione dei Punti nascita elaborato dal ministero della Salute assegna un ruolo rilevante alle ostetriche per la promozione della gravidanza e del parto fisiologico, così come il Piano sanitario nazionale 2011-2013 prevede la creazione di un apposito ricettario ostetrico per prescrivere le analisi di controllo per le gravidanze a basso rischio. Eppure, oggi, le piante organiche delle strutture sanitarie spesso non comprendono ruoli specifici per le ostetriche.
Sarà questo uno dei temi al centro del dibattito 32° Congresso nazionale della Fnco (Federazione nazionale dei Collegi ostetrici), che si apre oggi a Bologna e volto anche a definire le proprie prerogative in ostetrici, ginecologia e neonatologia.
Quella dell’ostetrica, infatti, è una professione antica ma che oggi vede aprirsi una nuova stagione. Superata una impostazione culturale che per anni ha affrontato l’evento parto-nascita sempre più alla stregua di una malattia, si è tornati infatti a invocare, a gran voce, da parte degli esperti e delle istituzioni, una valorizzare della gravidanza e parto fisiologico. “E le ostetriche sono la figura professionale che meglio può seguire la donna in questo percorso”, osserva la Fnco. “Ma, paradossalmente – denuncia -, in molte strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali,  rivolte alla salute materno infantile non è prevista la presenza di professioniste ostetriche, spesso sostituite da altre professioni sanitarie con formazione non specialistica”.
Anche per questa ragione, le giovani ostetriche hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro e spesso dopo la laurea devono attendere alcuni anni prima di trovare una piena collocazione professionale nelle strutture del Servizio sanitario nazionale (ospedali e territorio). Quindi, anche se cresce la richiesta di un’assistenza “dolce” alla gravidanza e al parto, le ostetriche hanno ancora problemi occupazionali dal Nord al Sud d’Italia, a differenza di altre professioni sanitarie, come gli infermieri, che sono in numero inferiore alle richieste del sistema salute, come ormai frequentemente evidenziato da diverse fonti autorevoli.
“La possibilità di utilizzare il ‘ricettario rosso’ per prescrivere le analisi di controllo per le gravidanze a basso rischio, come prevede il Piano sanitario nazionale 2011-2013, è davvero una conquista importante per le ostetriche”, afferma Miriam Guana, presidente della Fnco, ricordando però che già oggi le ostetriche possono prescrivere esami, sia pure con ricette non rimborsabili dal Ssn. “Le donne, infatti – aggiunge , non dovranno più chiedere al medico di trascrivere sul ricettario del Ssn le nostre prescrizioni, ma semplicemente potranno procedere a prenotare gli esami”.
“Abbiamo contribuito attivamente all’elaborazione sia del nuovo Piano sanitario nazionale sia del Piano per la riorganizzazione dei Punti nascita voluto dal ministro Fazio – spiega ancora Miriam Guana – e siamo soddisfatte perché entrambi contengono una forte valorizzazione del nostro ruolo professionale”.
“L’intervento di sanità pubblica – si legge nel Psn 2011-2013 – deve essere quello di garantire cure non invasive alle gravidanze fisiologiche ed un’adeguata identificazione e monitoraggio delle gravidanze a rischio”. Una posizione che le ostetriche italiane sostengono da sempre e che sono oggi orgogliose di vedere completamente riconosciuta.
E da questa posizione discende un pronunciamento importante a favore del ricettario ostetrico. Affinché vi sia una presa in carico della donna in gravidanza in una logica di integrazione tra territorio ed ospedale, il Psn indica, infatti, le “azioni da intraprendere in tutto il percorso nascita quali: equa distribuzione delle risorse economiche ed umane tra territorio ed ospedale basate in particolare sui carichi di lavoro, l’adozione di atti formali del percorso, di procedure e linee Guida, l’adozione della Cartella Unica della gravidanza e di adeguati strumenti di selezione del rischio, il doppio percorso gravidanza a basso rischio-gravidanza a rischio, la prescrivibilità delle analisi per la gravidanza a basso rischio da parte dell’ostetrica, la diagnosi prenatale”.
Di grande interesse per la professione ostetrica anche il Piano per la riorganizzazione dei Punti nascita, approvato nei mesi scorsi. Particolarmente interessante per le ostetriche è la sottolineatura della necessità di rivedere l’offerta formativa dei professionisti, sia per quanto riguarda la formazione di base che la formazione specialistica.
La Fnco ha elaborato una propria proposta di riforma del Corso di Laurea in Ostetricia (leggi qui), che dia pieno riconoscimento alla necessaria specificità dei percorsi formativi, formando una professionista che sappia svolgere le funzioni di promozione, educazione e tutela della salute della donna, della coppia, del bambino e della collettività, fornendo assistenza, educazione terapeutica, ricerca e consulenza sui temi della gravidanza e dell’evento parto-nascita e della salute di genere e cura del neonato.
 

19 maggio 2011
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