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Atto di indirizzo. Premesse o promesse (da marinaio?)

di Biagio Papotto (Cisl Medici)

La concreta applicazione di questo atto di indirizzo (e non la sua mera applicazione imposta dall’alto) dovrà trovare efficacia con un puntuale e adeguato reperimento delle risorse, con un piano organico e fattibile degli investimenti umani, con una visione di più ampio respiro dell’Italia che vogliamo

15 LUG - L’atto di indirizzo inizia in pratica con la locuzione “Una premessa”. Anche se non siamo spinti da sindrome competitiva/emulativa, ci sentiamo anche noi di porne una: qualsiasi contratto dovrà scaturire dalla tanto sospirata ripresa dell’attività negoziale e non potrà prescindere da quanto finora dichiarato un po’ da tutte le sigle sindacali, e in ogni caso dalla CISL Medici: tempi rapidi, risorse adeguate, dignità per i medici, abbandono del “giogo politico di riduzione della libertà professionale” da parte di tutti i soggetti che a vario titolo (e con POCA lungimiranza o peggio conoscenza delle cose) agiscono da oziosi sapienti nella Sanità italiana.
 
E questa era solo la premessa, da qui non ci si potrà discostare in un rapido esame del testo si può agevolmente notare come esso si dipani in una serie di positive dichiarazioni di principio ed una sibillina enunciazione di “si dovrà prevedere” che possono significare tutto ed il contrario di tutto.
 
Si parla di ridisegnare complessivamente molte materie: struttura contrattuale, relazioni sindacali, assetto professionale, esclusività di rapporto, copertura assicurativa…
Lungi da noi opporre preconcetti veti a qualsiasi innovazione che consenta ai medici di lavorare meglio, allo Stato di spendere meglio, ai pazienti di essere curati meglio. Ma non vorremmo applicare in modo acritico direttive che giungono da qualche sapientone improvvisato.
 
La concreta applicazione di questo atto di indirizzo (e non la sua mera applicazione imposta dall’alto) dovrà trovare efficacia con un puntuale e adeguato reperimento delle risorse, con un piano organico e fattibile degli investimenti umani, con una visione di più ampio respiro dell’Italia che vogliamo.
 
La discussione, che garantiamo franca e leale fin da ora, dovrà avere come obiettivo SOLO una ripresa dell’agonizzante sistema di cura italiano.
Mi sia consentita infine una battuta, che è tale solo fino ad un certo punto… Quasi ovunque, e non poteva mancare in questo atto di indirizzo, ricorre la locuzione “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
 
Abbiamo iniziato a conoscerla dal 2008 con una certa ricorrenza. Poi ha iniziato ad essere presente anche in atti minori. E’ diventata una frase così ricorrente che ci aspettiamo di ascoltarla anche nelle previsioni meteo “…è prevista per domani, nelle zone appenniniche del Centro, una perturbazione, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
 
La finanza pubblica, signori cari ha fatto tirar la cinghia solo ai dipendenti pubblici e in particolare alla Sanità e ai medici, non ai politici, che dovrebbero essere i “più pubblici” di tutti e che invece trattano l’Italia come un bene privato!
 
Concludo con un atto di fideistica speranza citando la frase attribuita al Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo: “Medici, infermieri e le altre professioni e professionalità del SSN in questi anni di fermo contrattuale hanno dato molto garantendo, comunque, il miglior funzionamento possibile dei servizi sanitari, è ora che, ad iniziare dall’avvio del rinnovo contrattuale,  Stato e Regioni siano in grado di dare risposte di apprezzamento concreto della loro funzione e  ruolo”.
 
Avanti così, nel solo interesse della tutela della Salute, valore primario ed irrinunciabile.
La CISLMediciè pronta a fare la propria parte.
Biagio Papotto
Segretario generale Cisl Medici


15 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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