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Farmacie. Assofarm su ddl concorrenza, convenzione e nuova remunerazione


Il segretario generale Francesco Schito usa la metafora del terremoto per descrivere i pericoli cui va incontro la farmacia italiana. Più che catastrofici eventi che avvengono in pochi attimi, il nostro mondo vive un lento sgretolamento. Tutti sanno che le crepe si allargano, ogni nuova ricerca in ambito sanitario lo conferma, ma non tutti hanno sufficiente coscienza per sopportare il costo di sistemi più moderni ed efficaci".

05 SET - "Il recente terremoto che ha colpito il Centro Italia ha confermato due cose sul nostro Paese. La prima è che sappiamo reagire sempre meglio alle emergenze, un mix di forza di risposta e senso di solidarietà non sempre presenti altrove. Ma la seconda cosa è che da noi le emergenze accadono perché non siamo capaci di prevenirle. Insegnamenti, questi, che vorremmo applicare anche alla ripresa dei lavori nel nostro settore. Sono tre i grandi temi che dovranno essere affrontati negli ultimi mesi di questo 2016: ddl Concorrenza, rinnovo della Convenzione, nuova Remunerazione". Con queste parole, il segretario generale Assofarm Francesco Schito, apre l'editoriale dell'ultimo del notiziario dell'associazione dedicato alle prossime grandi sfide che coinvolgeranno le farmacie nei prossimi mesi.
 
L'analisi prende il via dal ddl concorrenza: "Il ddl Concorrenza potrebbe essere uno dei primi testi ad approdare alla Camera dopo la pausa agostana. Il via libera delle Commissioni è stato netto, soprattutto sulla com- ponente più dibattuta del provvedimento, quel limite del 20% su base regionale della proprietà di farmacie detenute da società di capitali. Delle schermaglie che hanno accompagnato i lavori della commissione parlamentare e che alla fine hanno visto prevalere le originarie posizioni del Governo, vale qui la pena di ricordare due episodi controversi, entrambi avvenuti al di fuori degli ambiti istituzionali. Il primo sono le parole del direttore di Aifa Luca Pani fatta a Farmacistapiù lo scorso anno, il quale disse che il capitale entra nelle farmacie perché le farmacie stesse non hanno fatto abbastanza. Noi di Assofarm siamo stati gli unici a chiedere di approfondire l’affermazione, senza però ottenere risposta".
 
"L’ansia liberalizzatrice del Governo è tutta tesa a rafforzare i bilanci societari di quei soggetti che sapranno essere commercialmente più forti, senza però che siano state definite tutele per il diritto di accesso al farmaco. Come ad Accumoli c’è chi ha dichiarato ristrutturazioni antisismiche senza poi farle, per le farmacie italiane c’è chi annuncia rafforzamenti tramite le liberalizzazioni, che nei fatti però produrranno meno presenze, maggiormente concentrate nei centri urbani, massimamente votate alla redditività a scapito della qualità del servizio. I miglioramenti limitati alla sola carta, sono nodi che prima o poi arriveranno al pettine della realtà", prosegue l'analisi.
 
Passando al rinnovo della convenzione, anche qui per l'autore si rischia un "deficit di prevenzione dai rischi del futuro". "Non si può più affermare che la farmacia è un elemento fondamentale e insostituibile del Ssn, e poi cincischiare sulle uniche soluzioni oggi possibili per garantirle sostenibilità economica.
Ancora una volta la similitudine con la situazione geologico-politica del nostro paese sembra appropriata. Da un lato sappiamo di avere un territorio debole, dall’altro facciamo i furbi nell’aggirare gli impegni per farvi fronte. Di facciata tutti convengono che la farmacia necessita di un rilancio, dall’altro chi ha le chiavi della cassa sostiene che non sia il caso investire più di tanto", scrive ancora Schito.
 
Infine, la tensione tra prevenzione ed emergenza si ripropone sul tema della Remunerazione. "Con ogni probabilità la nostra proposta sarà basata sul modello tedesco, ma al di là dei contenuti ci preme chiarire come quest’anno il nostro intento sia quello di cambiare atteggiamento: basta con quel clima di allarme da ultimi giorni di dicembre, basta con quell’immagine di inconcludenza che rischiamo di dare anno dopo anno", spiega il segretario generale Assofarm.
 
"Abbiamo utilizzato la metafora del terremoto per descrivere i pericoli cui va incontro la farmacia italiana, ma forse sarebbe stato più corretto parlare di dissesto idrogeologico. Più che catastrofici eventi che avvengono in pochi attimi, il nostro mondo vive un lento sgretolamento.Tutti sanno che le crepe si allargano, ogni nuova ricerca in ambito sanitario lo conferma, ma non tutti - conclude - hanno sufficiente coscienza per sopportare il costo di sistemi più moderni ed efficaci". 

05 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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