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Nuovi Lea e cure ostetriche. Per la Fnco “un’occasione mancata”


Per la Federazione dei Collegi Ostetrici la nuova definizione dei Lea “ancora non raccoglie la necessità di ampliare la piattaforma di offerta di prestazioni ostetriche alle gestanti e alle donne”. E presenta una propria proposta. Chiesta, tra le altre cose, la possibilità per le ostetriche di prescrizione alcuni esami necessari al controllo della gravidanza normale. La proposta

19 SET - “La Conferenza Stato-Regioni ha da poco approvato il testo del DPCM ‘Nuova definizione dei livelli assistenziali di assistenza’, dove a distanza di 15 anni dal vecchio testo sui LEA e malgrado le osservazioni proposte dalla Federazione nazionale collegi ostetriche, raccolte dal consesso delle 20mila ostetriche italiane, non sono presenti i determinanti cambiamenti che avrebbero permesso dopo anni di attesa la possibilità di implementare le cure ostetriche di base alla popolazione femminile. Non solo, viene completamente disconosciuto un importante provvedimento, il D.Lgs. n.15/2016, che lo stesso Governo ha adottato per allineare la potenzialità di offerta di cure da parte dei professionisti italiani a quella degli Stati membri della Comunità europea (Direttiva 55/2013)”. Ad affermarlo, in una nota, è la Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche

“Nell’anno del Piano nazionale per la fertilità, della denuncia dell’Istat sui problemi socio economici alla base della grave denatalità nel nostro Paese, dopo i numerosi episodi rimbalzati alla cronaca nazionale per incidenti ostetrici in vari punti nascita italiani, anche di III livello”, la nuova definizione dei Livelli essenziali di assistenza per la Fnco “ancora non raccoglie la necessità di ampliare la piattaforma di offerta di prestazioni ostetriche alle gestanti e alle donne in genere”.

Secondo la Fnco, il testo del Dpcm “dovrebbe essere integrato in vari articoli, per un reale adeguamento, a distanza di 15 anni del Dpcm del 2001 sui LEA, ai bisogni di salute dell'area materno infantile”.
 
In particolare, la Fnco, oltre a ribadire che “all’ art. 17 comma 4 riferito alla professione sanitaria, nel testo veniva impropriamente adottato il termine ‘ausiliaria’ abolito dalla Legge 42/1999, nell’intento di favorire l’appropriatezza delle cure e la continuità dell’assistenza ostetrica, riproponeva di integrare l’art. 59 ‘Assistenza specialistica ambulatoriale per le donne in stato di gravidanza e a tutela della maternità’”.
 
Nella fattispecie la Fnco propone di “integrare il comma 2 e comma 4 prevedendo che la prescrizione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, escluse dalla partecipazione del costo - elencate negli allegati 10a e 10b, fosse prescritta dallo specialista o dal medico di medicina generale e/o dalla ostetrica, in applicazione dell’art. 37 del D.Lgs 15/2016 che modifica l’art. 48 del D.Lgs 206/2007 ‘Esercizio delle attività professionali di ostetrica’ come di seguito riportato:
omissis b) accertare la gravidanza e in seguito sorvegliare la gravidanza , effettuare gli esami necessari al controllo dell'evoluzione della gravidanza normale;
c) prescrivere gli esami necessari per la diagnosi quanto più precoce di gravidanze a rischio; omissis’”.

 
“La Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche ritiene che la modifica dell’articolo 59 del Dpcm sui nuovi LEA
, con l’integrazione della prescrizione degli esami necessari al controllo della gravidanza normale da parte dell’ostetrica, sia un atto importante per assicurare a tutte le gestanti la qualità dell’assistenza in termini di appropriatezza delle cure nei rispettivi livelli di necessità , di soddisfazione dei bisogni di salute, di presa in carico e di continuità dell'assistenza”, conclude la Federazione. Che auspica che la propria posizione espressa sul Dpcm per i nuovi LEA “possa essere recepita in seno alle Commissioni Parlamenti e dal Governo al fine di favorire i percorsi di de-medicalizzazione della nascita”.

19 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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