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Pubblicità dei dentisti dal tabaccaio. La rivolta degli Ordini: “No alla pubblicità selvaggia. Rivedere subito la legge Bersani”


Gli odontoiatri chiedono la revisione della Legge Bersani che ha permesso la liberalizzazione della pubblicità in sanità. Denunciano svendite di cure odontoiatriche finanche dal tabaccaio, impiantamenti di denti a malati psichiatrici (chiedendosi con quale consenso), sbiancamenti nei centri estetici.  La reazione avviene a margine di alcune recenti notizie

09 NOV - "Sino a quando la politica abuserà della nostra pazienza?", afferma, Giuseppe Renzo, Presidente nazionale Cao. "Da una parte - incalza Cao - i rappresentanti delle istituzioni si dicono indignati e scandalizzati, oltre che preoccupati, per l’uso distorto delle informazioni in Sanità, per la deriva commerciale che ha portato, solo per rimanere alla cronaca di questi giorni, a svendere cure odontoiatriche dal tabacchino, a impiantare denti a un malato psichiatrico (con quale consenso?), a sbiancare sorrisi in un centro estetico. Dall’altra, qual è l’origine di questa situazione devastante e devastata? Una e una sola: la liberalizzazione della pubblicità in sanità, dettata dalla "Legge Bersani". Per porre fine a questa situazione, ho inviato questa mattina una lettera a tutti i Presidenti delle Commissioni Albo Odontoiatri d’Italia: tutti insieme, chiederemo la revisione della Bersani".
 
Una presa di posizione degli odontoiatri che arriva anche dopo alcune recenti notizie, tra le quali quella della possibilità di acquisto nelle tabaccherie di un voucher per usufruire di cure odontoiatriche presso strutture convenzionate. Il Presidente si rivolge a tutti i Presidenti Cao e, indirettamente, alla politica.

Nella lettera sono esplicitate una serie di richieste: fornire agli Ordini gli strumenti per tutelare il Diritto dei cittadini alla Salute; la possibilità di operare preventivamente sulla correttezza del messaggio informativo, senza il timore di subire sanzioni dall'Antitrust; il ribadire che la salute non è una merce e non può sottostare alle stesse regole del commercio e della concorrenza; l’inutilità della concorrenza tra i professionisti al fine dell’abbattimento delle "tariffe"; la denuncia che "il sistema pubblico è assente e i LEA non garantiscono nulla"; l’auspicio di un rafforzamento dei Sistemi sanitari, "che possono veramente fare da volano ad un sistema garantito di domanda - offerta qualificata e sicura".

"La Cao nazionale chiede al Governo e alla Politica parlamentare di prendere atto che la liberalizzazione delle pubblicità in sanità è devastante per i cittadini e chiede la revisione della Legge Bersani - afferma Renzo -. La salute è un bene primario e non può essere trattata al pari di scatolette e detersivi".

09 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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