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Giornata contro la violenza sulle donne. Mangiacavalli (Ipasvi): “Dagli infermieri una rete di aiuto anche per i malatrattanti”


Per gli infermieri, che sono intervenuti per bocca del loro presidente Barbara Mangiacavalli in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, occorre prendersi cura non soltanto delle donne maltrattate, ma anche dei maltrattanti. L'obiettivo con gli uomini maltrattanti deve essere quello di eliminare la scintilla della violenza maschile

25 NOV - Il presidente nazionale dei Collegi Ipasvi Barbara Mangiacavalli ha voluto lasciare delle dichiarazioni in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.

"Gli infermieri – sottolinea Mangiacavalli- sono in prima linea non solo nel momento dell’emergenza ma anche e soprattutto nell’assistenza e nell’educazione necessaria a prevenire e affrontare questa tragedia collettiva. E in questa logica stanno anche orientando la loro formazione per essere in grado di riconoscere le donne a rischio di maltrattamenti e di offrire aiuto e risposte efficaci".

"La violenza contro le donne – continua Mangiacavalli - si combatte anche con l'assistenza costante e l'educazione. Che tuttavia, ed è anche questo il messaggio che gli infermieri vogliono lanciare, non deve essere mirata solo alla donna che ha subito violenza, ma anche all’uomo "maltrattante".  Leggi, regolamenti, la comunità nazionale e internazionale hanno concentrato quasi sempre la loro attenzione  sulle donne maltrattate. Ma chi si "prende cura" degli uomini che le maltrattano?" 

"Oggi – spiega ilpresidente nazionale dei Collegi Ipasvi - gli uomini che si rendono conto di aver bisogno di aiuto per allontanarsi dalla violenza partecipano spesso a programmi di centri e associazioni, ma si dovrebbe andare oltre, alle radici di questi atti. Molti uomini non sanno dove andare per cercare aiuto ed è necessario aiutarli a diventare consapevoli delle loro azioni e ad assumersi le loro responsabilità. L’obiettivo con gli uomini maltrattanti deve essere quello di eliminare la scintilla della violenza maschile sulle donne con programmi rivolti ai maltrattanti, il miglioramento della sicurezza delle vittime della violenza e l’impegno nel promuovere il cambiamento sociale".

"Sono gli infermieri – prosegue la presidente Ipasvi - che si trovano costantemente e quotidianamente a confronto con le situazioni di disagio: la violenza nasce in famiglia, nei luoghi di lavoro, soprattutto dalla frustrazione di chi il lavoro l’aveva e non l’ha più, nelle strade. Le professioni sanitarie hanno il compito importante di prima accoglienza e di gestione del caso di violenza dal punto di vista clinico-assistenziale, ma sono impegnati anche sul fronte della prevenzione e della ricerca di soluzioni".

"Il loro compito - conclude Mangiacavali - è essenziale per fornire supporto alla donna e alla sua famiglia, dal suo arrivo nella struttura al momento del necessario supporto psicologico, che ha più effetto se viene iniziato durante le prime ore che seguono l’aggressione. Devono esserlo anche per i maltrattanti perché il loro ruolo deve essere importante nel capitolo spesso lasciato in secondo piano: quello della prevenzione, che vuol dire fare in modo che la violenza non si ripeta mai più".
 
Lorenzo Proia

25 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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