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Manovra. L’Anaao propone stato di agitazione dirigenza Ssn


Le anticipazioni della manovra spingono il principale sindacato della dirigenza del Ssn allo stato di agitazione. La proposta alle altre sigle sarà avanzata il 5 luglio. Sotto tiro soprattutto i paventati tagli agli stipendi e la proroga del blocco dei contratti.

27 GIU - Ecco il comunicato diramato questa mattina dal sindacato:

“L’Anaao Assomed, viste le anticipazioni della manovra economica che il Governo si appresta a varare, proporrà a tutte le sigle sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa riunite a Roma il prossimo 5 luglio la proclamazione dello stato di agitazione per respingere l’ennesima minaccia alla sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale e pubblico ed al lavoro dei suoi Dirigenti che garantisce il diritto alla salute dei cittadini. Lo dichiara il Segretario Nazionale dell’Associazione, Costantino Troise.
Con cronometrica puntualità, infatti, il Governo torna a prendere di mira la categoria. Non soddisfatto di avere, solo un anno fa, congelato le retribuzioni, bloccato il contratto per un triennio, prosciugato i fondi contrattuali, peggiorato i requisiti previdenziali, procurando complessivamente un crollo del potere di acquisto delle retribuzioni di circa il 20%, intenderebbe prolungare il blocco contrattuale e retributivo fino al 2014 e tagliare le retribuzioni superiori a 50.000 euro. Una tassa occulta imposta a tutti i medici e ai dirigenti del SSN, che del pubblico impiego costituiscono la categoria più numerosa, con “tagli lineari” che colpiscono alla cieca, interessati solo alla cassa e non alla equità e persino alla efficienza, senza rispetto per quantità, qualità e importanza sociale del lavoro svolto.

Un film già visto che carica sui soliti noti, e solo su di loro, il risanamento dei conti pubblici. Mentre l’eternizzato blocco del turn over costringerà a riposi sempre più corti, a più' straordinari e meno ferie, rubando ogni speranza a 8mila medici precari di lungo corso.
Con una spesa sanitaria inferiore alla media Ocse, il Governo usa la crisi economica per minare alle fondamenta la Sanità riducendo lo spazio del pubblico a favore del privato. Un effetto tsunami colpirà la sfera delle tutele, con la facile previsione che se oggi solo 8 Regioni sono in grado di assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza, domani più nessuna sarà in grado di erogare le prestazioni sanitarie necessarie a garantire il diritto alla salute dei cittadini. Che pagheranno tutto e pagheranno caro.
Medici e dirigenti sanitari del SSN non accettano il ruolo di “bancomat” di una politica strabica, che ignorando rendite e posizioni di privilegio, e continuando a rinviare la riduzione dei suoi costi ad un secondo tempo, mortifica quelle categorie che con il loro lavoro, strumentalmente denigrato, assicurano la sopravvivenza del Welfare e la tutela del bene più prezioso per i cittadini”.
 

27 giugno 2011
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