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Torcicollo e plagiocefalia nel neonato. I fisioterapisti dicono no all'ospedalizzazione

di G. Rossi, L. Carturan, V. Fortini

Il problema riguarderebbe il 48% dei neonati. "Ma anche il solo intervento di educazione sanitaria ai genitori può ridurre in maniera considerevole le problematiche di questo tipo. Allora perché medicalizzare dei neonati con interventi sanitari quando basterebbe una corretta campagna di promozione della salute e prevenzione?”, osservano Aifi Lombardia e GisFt Pediatrico.

02 DIC - Perché dobbiamo medicalizzare dei neonati con interventi sanitari quando una corretta campagna di promozione della salute e prevenzione aiuterebbe a ridurre drasticamente l’insorgere di queste problematiche?  Con questa domanda si è chiuso il convegno organizzato dall’ Associazione Italiana Fisioterapisti-Regione Lombardia (AIFI Lombardia) e il Gruppo d’Interesse Specialistico di Fisioterapia Pediatrica di AIFI (GIS Ft Pediatrica) il 26 novembre scorso, dal titolo:”Il Torcicollo e la Plagiocefalia nel Neonato”.

La diffusione delle linee guida emanate dall’ American Academy of Pediatrics del 1992,  per la prevenzione delle morti improvvise in culla (Sudden Infant Death Syndrome - SIDS), ha determinato una riduzione fino al  40%  dell’incidenza di tali morti rispetto al periodo precedente quando i neonati venivano posti a dormire in posizione prona,  ma sono aumentate in maniera esponenziale le plagiocefalie e i torcicolli posturali nei neonati.

Si parla infatti di un’elevata incidenza (48% secondo uno studio del 2013 di Mawji et Al.) ma sono per la grandissima parte (78%) benigne, ovvero con una risoluzione completa senza interventi manuali diretti o con l’uso di ortesi, ma sono altresì importanti ed efficaci i programmi di educazione e prevenzione sanitaria.

Leo A. van Vlimmeren (Fisioterapista Olandese) già nel 2007  aveva dimostrato come anche il solo intervento di educazione sanitaria ai genitori può ridurre in maniera considerevole le problematiche di questo tipo e come il solo accesso ai servizi sanitari  di quei neonati che hanno concause diverse da quelle posturali (e che sono comunque una parte molto ridotta)  possa rendere più efficace la spesa sanitaria e, soprattutto, non medicalizzare un problema che non lo è!

In Italia una simile osservazione è stata raccolta e confermata  presso l’U.P. di Riabilitazione Funzionale dell’AOU Meyer tra il 1997 e il 2011,  dove il progetto riabilitativo individuale viene definito dal fisioterapista collegialmente al medico specialista  (Neurochirurgo o Ortopedico): qui i  bambini sono stati seguiti con una modalità di trattamento indiretta, ossia attraverso la condivisione con i genitori di un programma fisioterapico con attività da inserire nel contesto domiciliare. Da questo si è convenuto, collegialmente a livello regionale, che tutto il lavoro di prevenzione primaria sulle problematiche di Plagiocefalia e Torcicollo Posturale viene svolto a livello dei servizi territoriali, mentre al Meyer ora giungono solo quei bambini con problematiche che richiedono un intervento anche specialistico del Neurochirurgo (Craniostenosi) o dell’Ortopedico (Torcicollo Miogeno Congenito o TMC).

Inoltre, con uno studio svolto dalle fisioterapiste Innocenti, D’Angelo e Davidson, è emerso che gli outcome a distanza di 5 anni dalla presa in carico di bambini con plagiocefalia seguiti con questa modalità sono ottimi sia sul piano estetico che funzionale.

Per la riuscita dell’intervento, comunque, si è resa fondamentale l’educazione terapeutica rivolta ai genitori, utilizzando alcune strategie per sostenere l’aderenza e in particolare la consegna ai genitori di materiale informativo e illustrativo.

E’ risultato quindi innovativo ed efficace affrontare il problema della prevenzione della plagiocefalia e del torcicollo posturale associato con il programma condiviso con la famiglia più che la specificità del trattamento.

Altro importante risultato in questo ambito è stato riportato con  l’esperienza nel territorio pordenonese: sono stati proposti degli interventi fisioterapici educazionali all’interno dei percorsi nascita.  I risultati, sia clinici sia di qualità percepita dalle neo-mamme e dagli operatori del consultorio, sono stati buoni nonostante la ridotta risposta alla proposta.

Riconoscendo quindi l’importanza della prevenzione delle asimmetrie craniche e posturali del neonato, il GIS in Fisioterapia Pediatrica ha elaborato e presentato un depliant sull’argomento da poter condividere con i genitori all’interno dei punti nascita, dei consultori o attraverso i Pediatri di libera scelta con le indicazioni da attuare a tale scopo. Questi comprendono anche le indicazioni del Tummy Time della Pathways, parte fondamentale del trattamento preventivo e correttivo di questi neonati, tradotte in lingua italiana.

Un’altra forma di torcicollo neonatale di interesse fisioterapico è rappresentata dal Torcicollo Miogeno Congenito (TMC), che come è stato presentato dalle fisioterapiste dell’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova di Reggio Emilia, e come dichiarato dalle linee guida dell’APTA pubblicate nel 2013, necessita di un trattamento fisioterapico diretto con l’attuazione di tecniche fisioterapiche specifiche tra cui gli stiramenti muscolari che rappresentano l’intervento principale per la risoluzione del problema.

In conclusione risulta evidente, quindi, come la plagiocefalia e il torcicollo posturale siano condizioni da non ospedalizzare anzi, siano opportunità per i genitori di “rivalutare” il loro approccio coi figli, per aumentare le occasioni di movimento dei piccoli che spesso non vengono messi proni neanche durante la veglia, per evitare lievi immaturità nello sviluppo psico-motorio che non sono sicuramente causa delle condizioni citate ma concausa della loro manifestazione.

La sinergia negli obiettivi da raggiungere per risolvere le problematiche della plagiocefalia e del torcicollo posturale tra pediatri, fisioterapisti, infermieri, ostetriche e genitori espressa anche nel nostro convegno è la vera soluzione per arrivare a preservare la diade madre-figlia/o, per risolvere l’inestetismo insorto e per evitare di intervenire su bambini che alla fine di tutto sono sani.

Gianluca Rossi
Presidente AIFI Lombardia

Loretta Carturan
Presidente GIS Fisioterapia Pediatrica

Viola Fortini
Consigliere GIS Fisioterapia Pediatrica


02 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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