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Stampanti 3D. Convegno a Bruxelles degli odontoiatri italiani che chiedono regolamentazione UE


Sono capaci di riprodurre perfettamente un dente o un frammento osseo. Sono le stampanti tridimensionali che, dal 2014 ad oggi, stanno conquistando sempre di più il mercato europeo. Per questo motivo è urgente una regolamentazione tra i vari Paesi. Questi alcuni dei temi affrontati, a Bruxelles, in un convegno patrocinato da Associazione Italiana Odontoiatri.

06 DIC - Sono capaci di stampare un oggetto, riproducendo le tre dimensioni reali. Si tratta delle stampanti 3d che, grazie alla loro estrema precisione, rappresentano la nuova frontiera per la produzione di dentiere, apparecchi ortodontici e impianti. Ma la riproduzione fedele della realtà non è l’unico privilegio: stampare in 3d è molto più economico rispetto alle procedure classiche finora utilizzate in odontoiatria.
 
Una buona notizia per la Sanità Pubblica che potrà ridurre la spesa per i servizi odontoiatri per le fasce di popolazione che hanno diritto ad agevolazioni o prestazioni gratuite. E’ questo il bilancio tracciato, il 5 dicembre 2016, a Bruxelles in un convegno patrocinato da Associazione Italiana Odontoiatri e presentato dall’europarlamentare Dario Tamburrano (M5S) dal titolo “the 3D printing revolution and the dental sector”.

In particolare, i relatori hanno discusso di quanto sia cresciuta la richiesta delle stampanti 3D e di come poter, di conseguenza, regolamentare il mercato a livello europeo per poter offrire qualità ai pazienti. La prima impennata nell’utilizzo delle stampanti 3D è stata riscontrata nel 2014: le vendite sono cresciute del 35%. E’ stato stimato che, in Europa, l’indotto complessivo per il solo commercio di stampanti 3D sfiorerà i 6 miliardi di euro.
 
Il vantaggio di queste tecnologie non è solo economico, anche i tempi di lavorazione si accorciano. “Le stampanti 3D - ha spiegato Il presidente Aio, Pierluigi Delogu - saranno inserite tra i dispositivi medici per i quali sta per entrare in vigore un regolamento Ue che entro 3 anni gli Stati membri dovranno adottare integralmente”. Per giungere ad un accordo definitivo sono state avanzate varie proposte, tra cui spicca quella del presidente del Ced, il Council of European Dentist, Marco Landi: “Le stampanti 3D potranno essere un’opportunità a tre condizioni: vanno utilizzate dal dentista, è l’unico che può fare diagnosi e ricerca continua; non devono essere un pretesto per indurre spesa inappropriata; non devono in alcun modo tradursi in aumenti di costo e in fattore di restrizione dell’accesso nello studio dentistico”.

Questa tecnologia di stampa in tre dimensioni, inizialmente usata per riprodurre semplici oggetti o modellini, ha oggi migliorato così tanto la sua tecnologia di precisione da poter riprodurre anche piccoli frammenti d i osso: “le stampanti 3D – ha concluso il Presidente Aio Delogu – ci consentono non solo di riprodurre elementi e modelli dentari ma anche parti anatomiche e di costruire porzioni ossee da innestare ove l’osso non è più presente e molti pazienti perdono per questo i denti”
 
Tutto questo è stato reso possibile dall’impiego di risorse nella ricerca: l’Unione Europea ha investito 160 milioni totali su nuovi materiali, nanotecnologie e applicazioni di e-health che abbracciano anche medici e odontoiatri. Ma di migliorare non si finisce mai ed è per questo che , nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, arriveranno altri 113 milioni destinati al finanziamento di 27 nuovi progetti in tre anni.
 

06 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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