FarmacistaPiù. Seconda giornata. I farmacisti chiedono chiarezza alla politica
Nonostante il riconoscimento nei Lea dell’assistenza farmaceutica e il ruolo strategico che questa assume nel territorio, tutto nei fatti sembra “tradito” da scelte operativo-istituzionali che rischiano di inficiare ogni progetto di rafforzamento della professione. I farmacisti, nel corso delle seconda giornata del loro Congresso nazionale chiedono che alle parole seguano i fatti.
18 MAR - Sono tutti d’accordo. Farmacisti e farmacie, primo presidio capillarmente distribuito sul territorio, front office del Ssn e quindi punto di riferimento per le componenti più fragili della popolazione sono una componente essenziale del sistema. Eppure, nonostante il riconoscimento nei Lea dell’assistenza farmaceutica e il ruolo strategico che questa assume nel territorio, tutto nei fatti sembra “tradito” da scelte operativo-istituzionali che rischiano di inficiare ogni progetto.
Sulla categoria incombe la spada di Damocle del Ddl concorrenza, che apre la strada alla disarticolazione del servizio farmaceutico e alla sua sostituzione con i grandi capitali. E anche il nodo della distribuzione dei farmaci, non ancora sciolto, non favorisce la categoria che si propone invece come punto di snodo strategico sul fronte della sostenibilità del sistema, pronto responsabilmente a giocare in attacco anche nella grande partita delle terapie innovative. Tirando le somme, un cortocircuito che va riparato. Sia dalla politica ma anche dalla categoria che deve fare ancora ulteriori sforzi per mantenersi salda in sella.
Questi i temi sotto i riflettori al convegno dedicato a “
L’evoluzione della professione farmaceutica tra stato e mercato: la tutela della salute e l’universalismo diseguale” che, in una sala gremitissima e attenta, ha aperto la seconda giornata di confronto a FarmacistaPiù, il congresso dei farmacisti italiani, in corso al Mico di Milano.
Il convegno si è aperto con il video messaggio del ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin che ha ricordato il percorso realizzato insieme ai professionisti in favore della farmacia dei servizi. “In questo disegno – ha detto – il ruolo del farmacista è sempre più dentro un sistema integrato dove la farmacia interviene e garantisce l’aderenza in stretta connessione con il territorio, con i medici e con il sistema informatico del Ssn, riuscendo ad offrire un approccio integrato delle prestazioni”. Lorenzin ha poi sottolineato l’importanza della farmacia rurale che svolge un lavoro straordinario in cui emerge la figura del farmacista. “Sono sicura – ha concluso – che nei prossimi mesi sapremo portare avanti un lavoro che faccia diventare la farmacia un presidio sempre più integrato sul territorio”
Insomma premesse favorevoli. Ma come ha sottolineato
Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente Comitato Scientifico FarmacistaPiù̀ l’auspicio è che si assista a “una riconciliazione tra le parole dette e la declinazione concreta dei fatti, soprattutto nelle aule del parlamento”
“Oggi dobbiamo quindi capire qual è il ruolo che le farmacie possono assumere in questo scenario, come dare valore alla capillare presenza sul territorio e valorizzare il loro ruolo nella governance del farmaco. Ma sembra che l’inchiostro della politica, dalla legge 405 in poi – ha aggiunto – sia intinto di inimicizia e incompetenza elevando le criticità delle farmacie italiane che sempre di più si trovano messe alle strette”.
La responsabilità di tutto questo è sicuramente di politiche inadeguate, ma anche dei professionisti, ha ammesso D’Ambrosio Lettieri,che devono imparare ad “assumere un ruolo differente per recuperare professionalità con competenze sempre più specifiche” e a realizzare una messa in rete organica della farmacia superando “autoreferenzialità e individualismo”.
Insomma, l’obiettivo è che le parole si trasformino in fatti, che “dalla poesia si passi alla prosa” anche perché la professione ha fatto molti passi i avanti. E il tempo stringe: l’ingresso dei capitali può vanificare tutti gli sforzi fatti. “Non facciamo che un domani ci si debba pentire di aver svenduto una preziosa rete di farmacisti che va potenziata e resa sempre più efficiente. Una rete – ha concluso – che se fosse già operativa non avrebbe paura ad avere competitor”.
Una linea d’azione espressa anche dal presidente della Fofi
Andrea Mandelli che ha tirato le somme del Convegno, sottolineando la necessità di fare rete e potenziare il ruolo pubblico della farmacia. Il presidente ha toccato poi il tema dell’innovazione e la necessità di coniugare la sostenibilità del sistema farmaceutico con un equo accesso ai nuovi farmaci. Ma ha anche paventato i rischi per la categoria che deriverebbero dall’ormai imminente approvazione del Decreto concorrenza nel caso si pensasse anche all’uscita dei farmaci di fascia C. E ha concluso ricordando che, anche alla luce di probabili cambiamenti normativi, la Federazione difenderà sempre l’autonomia professionale del farmacista.
Certo il quadro è ricco di criticità. Anche i dati di una ricerca, presentati da
Erika Mallarini, Public Management & Policy Department, Sda Bocconi nel corso del convegno, non sono confortanti: “Nonostante la farmacia sia il soggetto che già opera tra Stato e mercato – ha spiegato – dalla ricerca emerge che solo il 2% dei direttori generali delle aziende ospedaliere considera la farmacia come un presidio sanitario”. “Fate in modo che le istituzioni di grado ‘sfruttarvi’” ha quindi suggerito Mallarini.
Le criticità non mancano quindi, nonostante le rassicurazioni delle istituzioni. “Dati preoccupanti questi della Bocconi” ha commentato
Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato. “Abbiamo congeniato un meccanismo dove la farmacia dei servizi è un punto di riferimento, una conflittualità tra presidi ospedalieri e farmacia metterebbe quindi a rischio la sostenibilità del sistema”. Ma per De Biasi va sciolto anche il nodo tra farmacie e parafarmacie, “non si può può andare avanti nell’incertezza – ha aggiunto – il cittadino deve capire cosa trova esattamente in quel presidio. Le parafarmacie non possono essere di serie B. I farmacisti hanno diritto di stare nelle parafarmacie”.
Pronto a sostenere il ruolo strategico delle farmacie
, Mario Marazziti, Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera. “Autocura, mancata aderenza alle terapie, caduta delle vaccinazioni, uno scenario complesso – ha sostenuto – nel quale la politica deve ricostruire una sua autorevolezza e dove le farmacie sono un presidio sanitari territoriale avanzato, una rete straordinaria in grado di rispondere alle esigenze, ma deve essere una rete e dentro il sistema. Dobbiamo rafforzare la loro funzione di servizio pubblico”. Per Marazziti, bisogna quindi superare la visione “ospedalocentrica” portando fuori dall’ospedale tutto quello che si può portare fuori: dalla terapia oncologica ai Cup. Anche la distribuzione diretta si può “ristudiare in tutto o in parte”.
Insomma, la farmacia ha un ruolo centrale per garantire l’aderenza terapeutica e andare verso l’appropriatezza”. E con una formazione ad hoc i farmacisti possono gestire anche i farmaci innovativi.
Per
Walter Ricciardi, Presidente Iss il modello della farmacia italiana, polo centrale nella gestione della cronicità e anche della ricerca, può diventare un punto di riferimento in Europa. Ma a un patto: “Che si rafforzi il suo ruolo nel Paese. Per questo i farmacisti vanno sostenuti in questa operazione”.
Servono progettualità e un forte investimento sulla categoria
, per
Eugenio Leopardi, Presidente Utifarcheha sottolineato l’importanza della rete “ma soprattutto la necessità che il cittadino sappia cosa trova quando entra in farmacia”
Molti gli inviti rivolti alla politica per evitare che la categoria si ritrovi nelle secche di un mancato sostegno. Ha lanciato un messaggio chiaro alla politica
Maurizio Pace, Segretario Fofi, invitandola a decidere in modo chiaro come vuole investire sulla farmacia: “Possiamo investire sui nostri saperi – ha detto – agire sul sistema formativo dei nostri professionisti e fornire servizi con competenza, ma dobbiamo capire da chi ha in mano il timone della politica sanitaria cosa vuole fare della farmacia”.
Ha le idee chiare
Annarosa Racca, Presidente Federfarma: “La farmacia fa parte della vita quotidiana del cittadino – ha sottolineato – ma è anche un’impresa importante, perché agisce sul fronte della farmacovigilanza, dell’appropriatezza. Si occupa dello smaltimento dei farmaci. Ha rapporto con le aziende farmaceutiche. Le farmacie sono i primi presidi socio sanitari del territorio. Abbiamo quindi tutte le carte in regola per portare il nostro modello in Europa e legare la nostra impresa sempre più al Ssn. In Lombardia so stiamo già facendo con un progetto pilota sulle cronicità nel quale le farmacie avranno un ruolo preponderante. Ma bisogna sciogliere il nodo della distribuzione diretta, non possono esistere tre tipologie di distribuzioni del farmaco. soprattutto – ha aggiunto – il farmacista deve stare nella farmacia non nelle parafarmacie. E dico no anche ai farmacisti che fanno esportazioni parallele. Così come continueremo a fare una grande battaglia contro i capitali, perché la farmacia deve essere libera ed indipendente”.
“Il farmacista ha un ruolo determinate e il fatto che l’innovazione non arrivi in farmacia ha creato problemi per i pazienti – ha sostenuto
Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria – alla luce di questo credo che il farmacista, così come il Medico di medicina generale, debbano tornare a riappropriarsi di un ruolo che fu loro e che è stato importante per far raggiungere alla sanità livelli d’avanguardia. Spesso, sacrifichiamo questi ruoli e tutta la filiera farmaceutica in nome della sostenibilità, ma questo non può andare a discapito del paziente. Abbiamo farmaci relegati solo a uso ospedaliero o a forme di distribuzione creative, introdotte per motivi economici, che tra l’altro, pongono un problema di aggiornamento di figure che non sono in grado di soddisfare le richieste del paziente. Sediamoci quindi intorno a un tavolo per fare in modo che il paziente non debba risentire di questi effetti negativi. Anche perché le risorse ci sono: vanno solo razionalizzate”.
Anche per
Enrique Hausermann, Presidente Assogenerici,bisogna fare ordine nel sistema di distribuzione dei farmaci .“L’evoluzione dell’offerta terapeutica, l’ampia disponibilità di farmaci, la crescente attenzione alla terapia della cronicità – ha detto – porrebbero la figura del farmacista al centro della Clinical Governance, per il loro ruolo insostituibile nella Pharmaceutical Care, nella continuità assistenziale, nell’attività di farmacovigilanza per la continua revisione del profilo di sicurezza dei farmaci. Ma perché ciò accada è necessario che i professionisti possano tornare a gestire tutti i medicinali che in modo artificioso sono stati sottratti alla dispensazione in farmacia per tenere a freno la spesa convenzionata, mettendo a disposizione di medici e pazienti tutti i benefici derivanti da un Pht flessibile e omogeneo a livello nazionale. La farmacia è il front office dei servizi sanitari – ha concluso –e noi siamo con i farmacisti”.
Per
Roberto Messina, Presidente Senior Italia FederAnziani c’è uno scollamento tra la realtà quotidiana e le istituzioni, Regioni in primis, “lontane dalle vere esigenze dei cittadini, in particolare degli anziani che versano in situazioni di gravi criticità”. Mmg e farmacisti sono il punto di riferimento dei pazienti, in particolare le farmacie sono “l’ultimo e vero presidio sanitario rimasto sul territo”, ma vanno tutelati. Serve quindi un “ritorno forte alla centralità dello Stato per ridare omogeneità all’offerta dei servizi e delle cure su tutto il territorio nazionale”.
Gli scenari stanno cambiando, ha concluso
Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva, e il farmacista ha ampi spazi nelle quali inserirsi per agire sul fronte dell’appropriatezza e anche della sostenibilità alle famiglie fornendo indicazioni e consigli consigli appropriati.
18 marzo 2017
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