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Caso Report. Medici del lavoro: “Basta notizie infondate sui mass media”


La Società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale (Simli) interviene per esprime “profonda preoccupazione” per il metodo “superficiale” utilizzato dalla trasmissione per trattare “un argomento di indubbia complessità tecnico-scientifica e assoluta rilevanza in un'ottica di salute pubblica”, cioè quello dei vacini contro il papilloma virus.

20 APR - “Profonda preoccupazione” in merito al metodo  “superficiale” utilizzato da Report per trattare un argomento (il vaccino contro il papilloma virus) “di indubbia complessità tecnico-scientifica e assoluta rilevanza in ottica di salute pubblica”. Ad esprimerla è la Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale (Simli), che interviene così sul caso esploso dopo il servizio andato in onda lunedì scorso su Rai 3.

Per la Simli, “il contenuto della trasmissione alimenta ulteriore confusione sul tema delle vaccinazioni attualmente raccomandate, come livelli essenziali di assistenza, dal Ministero della Salute nel vigente Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019. Tale approccio si inquadra in un contesto d’infondate notizie divulgate, con sempre maggior frequenza, negli ultimi tempi dai mass-media sul tema, con possibili ricadute negative sulle coperture vaccinali delle popolazioni target degli interventi e conseguenti aumentati rischi in termini di salute della collettività”.

La Simli, nella nota di commento alla vicenda, ribadisce come “il contrasto alla diffusione delle malattie infettive richieda un complesso integrato d’interventi multidisciplinari che comprendono, in varia misura: la corretta informazione ed educazione delle persone, la promozione dell’immunizzazione attiva e la profilassi degli individui suscettibili, la tempestività e la qualità delle diagnosi, l’appropriatezza e la completezza dei trattamenti terapeutici, il monitoraggio degli esiti degli interventi e dei loro eventuali eventi avversi”.

In particolare, sostiene la Simli, “i vaccini devono essere considerati fondamentali strumenti di prevenzione primaria nella lotta a numerose infezioni e malattie infettive di grande impatto sanitario, sociale ed economico per l’intera collettività: il loro razionale utilizzo è mirato al fine di conseguire importanti risultati di Sanità pubblica, quali l’eliminazione e il controllo. Non si può ignorare come un loro appropriato utilizzo rappresenti non solo un’opportunità di protezione individuale ma garantisca tutela di salute per l’intera popolazione, grazie ai ben noti benefici non solo diretti ma anche indiretti ottenibili da programmi di vaccinazione ben studiati. Le solide evidenze scientifiche a oggi ottenute, sia in ambito di ricerca clinica sia nella pratica assistenziale, circa la sicurezza e l’efficacia dei preparati disponibili confermano le attuali raccomandazioni previste all’interno dei programmi d’immunizzazione esistenti nel nostro Paese”.

Per la Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale “prioritario è integrare l’offerta vaccinale universale con interventi individuali rivolti alle persone più vulnerabili, compresi i soggetti a maggior rischio per specifiche co-morbosità, condizioni parafisiologiche (es., la gravidanza) e attività professionali, garantendo la gratuità di queste prestazioni in modo uniforme su scala nazionale. La disponibilità negli ultimi anni di nuovi vaccini pone ulteriori prospettive per il miglioramento delle condizioni globali di salute della popolazione, fermo restando la necessità di monitorare nel tempo gli effetti dei programmi di vaccinazione implementati in termini sia di efficacia sia di sicurezza sul campo”.

20 aprile 2017
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