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Scotti, Fimmg: “Finalmente un incontro con Salute e Miur per i fabbisogni di specialisti e medici di famiglia”. Ma il sindacato attacca: servono più borse di studio o presto mancheranno i medici 


Pensionamenti e scarsità di posti nei corsi per la medicina generale sono destinati a ridurre presto il numero dei medici di famiglia che rischiano di essere insufficienti per l'assistenza. La Fimmg elabora i dati in un dossier e sottolinea le diversità occupazionali e retributive dei futuri Mmg. IL DOSSIER.

11 MAG - Servono subito più borse di studio in medicina generale. E’ questa secondo la Fimmg, il maggior sindacato dei medici di medicina generale,  la priorità per evitare che i medici di famiglia siano sempre di meno.
 
La mancanza di un’adeguata programmazione del numero di borse messe a concorso dalle Regioni per l’accesso al corso di formazione in medicina generale, determinerà un ricambio generazionale che appare in prospettiva largamente insufficiente a coprire le carenze create dai pensionamenti per la scarsità di medici aventi titolo all’accesso alla medicina generale.
 
E la Fimmg lo scrive nero su bianco in un dossier sulla professione in cui sottolinea come gli studi sulla demografia dei Mmg dimostrano che nell’immediato futuro ampie fasce di popolazione, di un numero progressivamente crescente di Regioni, rischieranno di essere private dell’assistenza offerta dal medico di medicina generale. Questo perché è imminente il pensionamento di un gran numero di medici di medici di famiglia – che la Fimmg dimostra grazie a un allegato al dossier secondo il quale, in base ai dati Enpam, tutte le Regioni nei prossimi anni perderanno un gran numero di Mmg - , mentre è troppo basso il basso numero di medici che hanno ottenuto il titolo richiesto dalle norme nazionali ed europee per accedere agli incarichi di medicina generale.
 
La Fimmg ha monitorato lo stanziamento di fondi per la ripartizione del numero di borse previste per ciascuna Regione ed  è emersa una diminuzione del numero totale delle borse di studio – erano 990 per il triennio 2014-2017, sono salite a 1027 per quello successivo e per il triennio 2016-2019 sono calate a 982 - e in alcuni casi una loro redistribuzione a favore di alcune Regioni che non risponde a criteri di programmazione basati sulla demografia della professione.
 
Inoltre, il numero di medici che in realtà acquisiscono il titolo è inferiore a quello delle borse stanziate perché il corso registra il 20% di abbandoni durante la frequenza del triennio a favore delle specializzazioni o per l’acquisizione di incarichi più redditizi.
 
Il motivo secondo la Fimmg è la “discriminazione remunerativa” che lascia i medici in formazione “in una grave condizione di disagio economico con una remunerazione pari a circa il 50% di quanto erogato per le scuole di specializzazione”. E per di più è interamente tassata, soffre di spese fisse quali l’assicurazione professionale obbligatoria, il versamento previdenziale, ha pochi strumenti di tutela della malattia e della maternità. In molte Regioni poi, secondo il dossier Fimmg sono inoltre precluse ai medici in formazione altre attività professionali anche se compatibili.
 
“Salutiamo con soddisfazione la convocazione dell’incontro congiunto al ministero della Salute con il Miur, previsto per il prossimo 18 maggio” dichiara Silvestro Scotti, segretario generale nazionale della Fimmg. “In questa sede sarà effettuata un prima analisi del fabbisogno di professionisti medici, sia specialisti che medici di medicina generale per i prossimi anni e auspichiamo che si giunga in poco tempo, una volta stabilito il fabbisogno reale, ad adottare i provvedimenti conseguenti. Non possiamo però che rilanciare il grido d’allarme dei mesi scorsi, - conclude Scotti -: va aumentato da subito, e in modo consistente, il numero delle borse per il corso di formazione specifica in medicina generale”.

11 maggio 2017
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