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Casa della Salute di Budrio (Bo). Fimmg: “Fermare quelle confuse sperimentazioni di medicina generale”


I dubbi sul conferimento di un incarico per un servizio ambulatoriale di medicina generale di 6 ore settimanali. “È un ampliamento dell’attività riservato ai soli pazienti dei medici di famiglia della Casa della Salute o una sorta di Guardia medica integrativa estesa a tutta l’utenza, ma che in questo caso dovrebbe coprire anche le festività infrasettimanali ed essere gestita dalla Continuità assistenziale?”. Ecco la lettera inviata alle autorità sanitarie competenti.

10 LUG - C’è un nuovo servizio nella Casa della Salute di Budrio. Ma non convince la Fimmg. “I colleghi medici e lo staff della Casa della Salute offrivano già una copertura oraria superiore alla media: esiste a Budrio un efficiente ambulatorio infermieristico, esiste un Pronto Soccorso ed esistono percorsi preferenziali per l’accesso a molte prestazioni specialistiche. Nei giorni e negli orari in cui è in funzione il servizio di Continuità Assistenziale, questa viene erogata con criteri e modalità omogenee, come in tutto il territorio aziendale: il Servizio garantisce le visite domiciliari a tutti e l’accesso alle sedi ambulatoriali”. Ma per ragioni “poco chiare”, la Asl ha deciso di firmare una determinazione per conferire a un medico un incarico a tempo determinato di attività territoriali programmate, per un servizio ambulatoriale di medicina generale, di 6 ore settimanali da svolgersi presso la Casa della Salute di Budrio (Bo) a far data dal 22/05/2017 e fino al 27/01/2018, fatta salva la possibilità di espresso rinnovo”.

Si tratta, per la Fimmg Bologna, di “sperimentazioni” che “quando anche fossero formalmente legittime, paiono, nel merito, assai discutibili a livello operativo, a livello professionale e a livello sociale. A livello operativo, perché inevitabilmente si rischiano fraintendimenti con la popolazione che avrà difficoltà a comprendere quali siano le condizioni di necessità per usufruire del servizio. A livello professionale, perché sarà inevitabile, con il passare del tempo, l'indebolimento del legame fiduciario medico-assistito, a fronte di una progressiva intercambiabilità tra professionisti (noi pensiamo che proprio questo sia l’obiettivo!). E infine a livello sociale, perché con questa decisione viene a rimarcarsi sempre di più la disparità tra il tipo (e forse la qualità) dell'assistenza offerta ai cittadini a seconda del Comune o della zona di residenza o del contesto politico elettorale”.  
 
Tutti questi aspetti sono evidenziati in una lettera che Fabio M. Vespa, ha inviato alle autorità sanitarie competenti. L’equità dei servizi tra i territori, evidenzia Vespa nella lettera, “finora, era sempre stato presidiato dalla Amministrazione sanitaria, conscia del fatto che la nostra Costituzione, le nostre Leggi, il nostro SSN, tutte le norme e gli accordi ai vari livelli locali, debbono garantire il carattere universalistico e l’equità della copertura sanitaria. Era quindi ben nota anche ai vertici aziendali, la necessità di contrastare la tendenza (per certi versi fisiologica) delle Amministrazioni Locali a garantire per i propri cittadini servizi e prestazioni ‘particolari’, ‘speciali’ e il desiderio di utilizzare professionisti in qualche modo ‘suggeriti’ da considerazioni politiche di contesto”.   

Per la Fimmg Bologna l’aspetto di “scarsa chiarezza” del “progetto” era emerso anche negli interventi sui giornali locali degli esponenti politici e tecnici: “Non è infatti chiaro, se il servizio sia rivolto ai soli assistiti dei medici di famiglia della Casa della Salute di Budrio, o se sia esteso a tutti i residenti nell’ambito territoriale (secondo alcuni, addirittura, solo ad uno specifico comune limitrofo!). Non è argomento sofistico: se, infatti, si trattasse, come pare, di un ampliamento dell’attività di medicina generale (una sorta di sostituzione cumulativa concordata, peraltro con forti dubbi sulla liceità di una simile situazione) il servizio dovrebbe essere riservato solo ai pazienti dei professionisti coinvolti. Se invece si trattasse di una sorta di un generico Servizio Territoriale aziendale (una ‘Guardia medica integrativa’) questo andrebbe esteso a tutta l’utenza, dovrebbe coprire anche le festività infrasettimanali e più naturalmente dovrebbe essere gestito dai colleghi della Continuità assistenziale. Dal documento ufficiale, non emerge nessuna motivazione, né elementi che facciano riferimento a futuri indici di valutazione, indicatori intermedi o finali di utilità ed efficacia”.
 
“In un contesto sociale e professionale come quello presente – prosegue Vespa -, la decisione di cui si tratta, risulta francamente immotivata, andando ad acuire le disuguaglianze di servizi offerti all'utenza nelle diverse realtà territoriali, oltre ad essere anche in controtendenza rispetto all'insieme delle azioni poste in essere dalle Direzioni aziendali nei confronti della medicina generale cui vengono continuamente e ripetutamente chiesti risparmi e contenimento delle spese”.

La Fimmg Bologna evidenzia dunque come anche Enrico Delfini, Referente Clinico competente per territorio, “ha chiesto in modo formale una risposta scritta alle seguenti domande”:
 
1. “Se corrisponde al vero che la decisione è stata assunta a seguito di forti pressioni del Sindaco uscente, senza l'esistenza di vere criticità assistenziali”

2. “Se l'apertura di un ambulatorio di medicina generale, nei giorni festivi, rientra nelle attività concordate dall'Azienda con il NCP residente nella Casa della Salute di Budrio”

3. “In base a quale scelta gestionale ed assistenziale, si è deciso di estendere l'apertura di un ambulatorio di medicina generale ai giorni di sabato e domenica e non anche ai prefestivi e festivi infrasettimanali”

4. “Quali indicatori saranno specificamente presi in esame, e con quale periodicità, per valutare l'andamento della ‘sperimentazione’ e per addivenire all'eventuale continuazione”.

5. “Come l'Azienda ritenga compatibile l'attivazione di un servizio oneroso, ad esclusivo vantaggio di un Comune, con inevitabile conseguente disequilibrio dell'offerta assistenziale”.

“Da quanto sappiamo – prosegue Vespa -, il Collega è ancora in fiduciosa attesa di una risposta che, al momento, non ci risulta sia pervenuta. Altri aspetti meritano un approfondimento di metodo: in particolare, la modalità di conferimento dell’incarico: abbiamo appreso, dalla nota a firma del Direttore generale dell’ASL di Bologna, di cui al protocollo generale 79360 del 29�62107, che le procedure atte all’individuazione del medico a cui conferire l’incarico in oggetto sono state in parte omesse e che, quindi, la collega interessata, seppur “posta nella graduatoria in posizione utile per assumere l’incarico” non poteva essere considerata l’avente diritto all’incarico stesso”.   
 
La Fimmg Bologna chiede dunque “la sospensione della ‘sperimentazione’” sulla base di “quanto argomentato ed alla luce del derivante ingiustificato aggravio di spesa per la Pubblica amministrazione”.

10 luglio 2017
© Riproduzione riservata

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