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Ddl concorrenza. Carapellese (Afant): “Preoccupati per i risvolti occupazionali”

di Patrizia Carapellese

Si evince una sempre più marcata separazione tra pochi colleghi con delineato incarico dirigenziale e tanti altri con incarichi meramente esecutori. A questo punto cade il concetto stesso di Laureato in Farmacia. Si prospetta infatti la presenza di un addetto vendite piuttosto che un dottore esperto e qualificato che ogni giorno tenta di risolvere (per non dire risolve) i tanti disagi che il paziente gli sottopone.

14 SET - Attendiamo con preoccupazione la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del recente DDL concorrenza, approvato da entrambi i rami del parlamento con il solito metodo antidemocratico “della Fiducia”. L’ Associazione Farmacisti Non Titolari è seriamente preoccupata per il risvolto occupazionale che l’applicazione di tale decreto possa avere; infatti da frequenti colloqui intercorsi con colleghi che già operano in catene esistenti sul territorio nazionale si evince una sempre più marcata separazione tra pochi colleghi con delineato incarico dirigenziale e tanti altri con incarichi meramente esecutori.
 
A questo punto cade il concetto stesso di Laureato in Farmacia… si prospetta infatti la presenza di un addetto vendite piuttosto che un dottore esperto e qualificato che ogni giorno tenta di risolvere (per non dire risolve) i tanti disagi che il paziente gli sottopone.

La professione e la medesima iscrizione all’Albo Professionale non dovrebbero permettere tali differenze tra i colleghi.

Inoltre l’eccessiva rotazione tra i vari comuni nell’ambito della stessa catena di farmacie comporterà sicuramente un notevole disagio per l’utenza residenziale. La nostra idea della farmacia del territorio si sposa da sempre con il concetto esposto dalla nostra federazione FOFI, cioè un farmacista stanziale in una farmacia sempre più vicina alla propria utenza. Con la Farmacia dei Servizi questo concetto è stato ancora di più esaltato, e col nuovo decreto completamente perso: la grande distribuzione è solita “distribuire” i propri dipendenti seguendo criteri prettamente economici, non tenendo affatto conto di quanto la figura umana del professionista possa giovare al paziente (ricordiamo sempre che non siamo commercianti, come da contratto nazionale, siamo Dottori).

Altro argomento di forte preoccupazione è l’inevitabile riduzione degli organici che la logica di catena mette in pratica: il passaggio ad una economia di scala non giova certamente né all’umore del farmacista titolare tantomeno al dipendente. Ci auguriamo, così come previsto dal DDL, che la autority anti-trust possa insieme al nostro ordine professionale vigilare su comportamenti scorretti e distorsioni del decreto legge.

Dott.ssa Patrizia Carapellese 
Presidente A. Fa. N. T. Puglia 

14 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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