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Preparazioni in farmacia. Intervista a Minghetti (Sifap): “Ecco i punti chiave, le criticità e la mission del nuovo tariffario”

di Attilia Burke

Il rinnovo delle tariffe dei preparati galenici non mira solo ad attualizzare prezzi oramai non più veritieri ma vuole essere un impegno tangibile verso il riconoscimento del ruolo sociale svolto dal farmacista preparatore. “L'iniziativa non è tesa a incentivare un incremento della pratica galenica che deve essere fatta solo quando serve per garantire un servizio al cittadino”, spiega in questa intervista il presidente Sifap Paola Minghetti

25 SET - Manca un ultimo passaggio alla Corte dei Conti, dopodiché il nuovo tariffario per la vendita al pubblico dei farmaci galenici diventerà una realtà tangibile: dopo 25 anni di stagnazione dei prezzi, l'iter verso il rinnovo della remunerazione al farmacista preparatore è quasi giunto al termine. Un percorso che porta ad affermare “l'idea condivisa sia dal Ministero che da tutti gli altri attori del Tavolo di lavoro dedicato (Fofi, Ferderfarma, Asfi, Assofarm, Farmacie unite, Sifap e Utifar), che il farmacista preparatore debba avere un riconoscimento professionale nel ruolo sociale svolto. Molti dei preparati galenici hanno una forte rilevanza sociale perché sono prodotti a cui altrimenti il paziente non potrebbe avere accesso”, afferma il presidente della società italiana dei farmacisti preparatori (Sifap) Paola Minghetti.
 
Il rinnovo è stato fatto partendo dal presupposto che una tariffa vecchia di 25 anni aveva una serie di difetti dovuti ai vasti cambiamenti avvenuti in questo lungo periodo. “Molte delle sostanze presenti nel vecchio tariffario oramai non sono più usate, mentre quelle ancora in uso non si può certo dire che abbiano dei prezzi veritieri - spiega la professoressa Minghetti - Le stesse forme farmaceutiche riportate non sono complete, basti pensare, per esempio, che nel vecchio testo non è riportato nulla sulla forme farmaceutiche omeopatiche che invece oggi sono riconosciute e considerate”.
 
Attualizzare le sostanze, attualizzare le forme farmaceutiche rimanendo fedeli alla farmacopea e quindi con quanto previsto dai testi tecnici, ed eliminare la pratica del calcolo del rimborso al farmacista con il raddoppio del costo della materia prima, per tutte le sostanze non presenti nell'apposito allegato al tariffario. Questi i tre punti chiavi sui quali si è voluto lavorare. Quest'ultima pratica in particolare, “veniva vista dal Ministero come qualcosa che non riconosceva la professionalità del farmacista preparatore - spiega il presidente Sifap - perché obiettivamente non ha senso una remunerazione che varia in base al costo della materia prima. L'idea dunque è stata quella di non consentire il raddoppio, ma stabilire per ogni forma farmaceutica un adeguato riconoscimento al professionista, che tenga conto del tempo impiegato per finalizzare la preparazione, e di tutti quegli adempimenti o costi accessori come quelli delle attrezzature, ad esempio dei prodotti monouso (guanti, mascherina, ecc..). E' stata fatta un'analisi di quelli che sono i costi dell'operatore e i costi dell'allestimento, tenendo conto non solo del tempo materiale per fare la preparazione ma di tutto il corollario: laddove una preparazione contenga un principio attivo stupefacente, ci sarà il registro da tenere, laddove vi sia un dopante, ci sarà poi da fare una segnalazione ecc...”.
 
Possibili criticità del nuovo tariffario potrebbero derivare dalla variazione dei prezzi di alcune preparazioni farmaceutiche, che potrebbero non essere comprese appieno dai pazienti: “Nell'elaborazione del nuovo tariffario abbiamo cercato di valutare tutte le sfaccettature per evitare ogni possibile fonte di incomprensione. Solo che poi nell'applicazione pratica ci saranno delle forme farmaceutiche che avranno una prezzo definitivo maggiore rispetto al passato - spiega Minghetti - Bisognerà, a un certo punto, far capire ai cittadini che se alcuni prodotti costeranno di più è perché le tariffe applicate fino ad oggi erano obiettivamente basate su cifre non più realistiche, vecchie di 25 anni. Il tentativo è stato quello di fare una cosa molto obiettiva e oggettiva tenendo conto delle spese reali e dei tempi di preparazione necessari”.
 
L'iniziativa non è tesa a incentivare un incremento della pratica galenica, quanto più a garantire un servizio ad alta professionalità, spiega il presidente Sifap. “La galenica non dev'essere vista come qualcosa che può risolvere i problemi economici della farmacia anche perché non è mai una grande fonte di guadagno. La galenica va fatta quando serve per garantire un servizio al cittadino. Non se ne deve fare di più di quanta non se ne facesse fino ad oggi, se non per coprire aree che attualmente non sono coperte da questo servizio. L'importante è che nessun paziente che ha bisogno di un farmaco rimanga senza, allo stesso modo nessun farmacista deve fare un farmaco che non serve. In ogni caso - ricorda Minghetti - Sul sito internet di Sifap, i pazienti possono trovare l'elenco delle farmacie che si occupano di preparazioni galenica, con indicate anche le preparazioni eseguite”.
Per promuovere una pratica galenica corretta, al congresso nazionale Sifap che si terrà a Napoli dal 29 settembre al 1 ottobre “lanceremo un nuovo corso di accreditamento”, conclude Minghetti. 
 
Attilia Burke

25 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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