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Ddl concorrenza e gestione cronicità in farmacia. Se ne è parlato a Pistoia con Fofi, Federfarma e Health & Drugs


“Dalla gestione della cronicità alle novità introdotte dalla Legge sulla Concorrenza: quali strategie per il Farmacista e la Farmacia?”, questo il titolo del convegno. Il messaggio che ne esce è che la professione deve trovare al suo interno le risposte alla fase di evoluzione, non priva di incognite, non solo del servizio farmaceutico ma della stessa sanità

11 OTT - La professione deve trovare al suo interno le risposte alla fase di evoluzione, non priva di incognite, non solo del servizio farmaceutico ma della stessa sanità. Questo in sintesi il messaggio che viene dal Convegno  “Dalla gestione della cronicità alle novità introdotte dalla Legge sulla Concorrenza: quali strategie per il Farmacista e la Farmacia?” (Pistoia, 28 settembre). Un evento che ha visto il contributo delle componenti professionali, relazioni sono state svolte dal vicepresidente della Fofi, Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, membro della Commissione Sanità del Senato, dal Presidente di Federfarma, Marco Cossolo, e dal direttore di Health & Drugs, Nello Martini, già direttore generale dell’AIFA, ma anche dell’amministrazione regionale e provinciale e del mondo dell’Università.

Ad aprire il confronto,  Andrea Giacomelli, presidente dell’Ordine dei Farmacisti del capoluogo toscano, organizzatore dell’incontro. Giacomelli ha posto l’accento sul ruolo che si apre al farmacista della farmacia di comunità: “Il piano nazionale delle cronicità dettaglia i settori nei quali possiamo offrire un contributo importante, dall’educazione sanitaria e alla prevenzione primaria e secondaria, alla partecipazione a protocolli condivisi con i medici di medicina generale  per l’aderenza ai trattamenti”. Per il coinvolgimento delle farmacie nella presa in carico del paziente, per quanto riguarda l’aderenza alla terapia, in sintonia con gli altri operatori sanitari, l’Ordine di Pistoia opera da tempo: “Nel nostro piccolo siamo stati una delle 4 provincie italiane a partecipare fin dal 2012 al Progetto I-MUR per il supporto dell’aderenza alle terapie patrocinato dalla Fofi, sfociato in uno studio che ha avuto ampia risonanza dalla stampa scientifica e professionale internazionale, dal BMJ a The Pharmaceutical Journal.  Questo progetto ha dimostrato scientificamente l’efficacia dell’intervento professionale del farmacista, in termini di ricaduta sulle cure e in termini economici” ha detto Giacomelli “perché non siamo estranei alle esigenze di sostenibilità del sistema. Siamo quindi disponibili a collaborare con tutte le iniziative regionali e provinciali che si avvalgano del nostro ruolo professionale e della nostra autonomia, a sostegno e garanzia del cittadino”.

Netto il giudizio negativo sulla Legge per la concorrenza e il mercato, che apre alle società di capitali il possesso delle farmacie, e forte la preoccupazione per “la scissione tra la proprietà e la conduzione professionale” con possibili gravi ripercussioni per l’autonomia di giudizio e intervento che è “l’anima delle professioni liberali”. La chiave per affrontare questo duplice passaggio è una nuova cultura intesa come “sensibilizzazione dei colleghi sulle problematiche e soprattutto sulle  possibili soluzioni ma anche cultura intesa come formazione per raggiungere gli standard professionali di servizio indispensabili se vogliamo giocare un ruolo da protagonisti nelle sfide che ci attendono”.

E che di vere e proprie sfide si tratti l’ha confermato la relazione di Nello Martini, che ha mostrato con ricchezza di dati quali fattori stiano contribuendo alla marginalizzazione della farmacia, a cominciare dall’aumento della spesa farmaceutica diretta a scapito della convenzionata – nel 2019 si prevede la prima al 40% e la seconda al 60% - la remunerazione ancora ancorata al margine commerciale e non, come nel modello britannico, per esempio – alle prestazioni professionali rese nell’ambito della presa in carico del paziente. Ed è questa la soluzione  ottimale anche per lo stesso Servizio sanitario: nella sola Toscana evitare i ricoveri dovuti alla mancata aderenza al trattamento anche soltanto per un gruppo limitato di patologie – tra le quali diabete, ipertensione dislipidemie - garantirebbe un risparmio di poco meno di 505 milioni, pari a oltre 34% della spesa farmaceutica, convenzionata e diretta, registrata nel 2016.

Il tema dell’azione del farmacista nel processo di cura sul territorio è stato sottolineato anche da Marco Cossolo: “oggi sappiamo che in media il 60% dei farmaci prescritti, in particolare ai pazienti in politrattamento, non viene usato correttamente. Questo determina non soltanto uno spreco di risorse, ma anche una grave diminuzione dell’effetto terapeutico. L’intervento del farmacista per favorire la corretta assunzione dei farmaci da parte del paziente cronico sarà un elemento fondamentale sia per il miglioramento delle cure sia per la riduzione della spesa”.

Nella sua relazione conclusiva, il Senatore D’Ambrosio Lettieri ha illustrato il modello di una farmacia “presidio sociosanitario di prossimità, nel quale sia assicura la corretta dispensazione del farmaco e l’aderenza alla terapia, ma anche l’erogazione di prestazioni e servizi per la prevenzione e la tutela della salute. Un modello che vede la mission della farmacia saldata a quella del Servizio sanitario in una logica universalistica. La farmacia italiana è accanto al decisore politico per affrontare di più e meglio il tema della governance allo scopo di fornire risposte più adeguare anche alle emergenze che originano, per esempio, dall’aumento dell’aspettativa di vita”. E su questo modello, si è visto a Pistoia, esiste un forte consenso dentro e fuori la professione.

11 ottobre 2017
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