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“Sì alla proposta di Gelli per un'odontoiatria pubblica, purché non resti un ‘libro dei sogni’”. Intervista al presidente Cao Giuseppe Renzo

di Giovanni Rodriquez

Così il presidente del Commissione Albo Odontoiatri, nel giorno in cui si aprono le votazioni per il rinnovo dei vertici della Cao che lo vedranno ancora una volta protagonista con la sua lista "Cao C'è", in quest'intervista interviene sull'attualità e traccia un bilancio dei cambiamenti avvenuti in questi anni per l'odontaiatria italiana. "È cambiata la percezione dell'odontoiatria, ora siamo visti come una professione matura, autonoma ed autorevole"

20 GEN - "Sì alla proposta del responsabile sanità del Pd, Federico Gelli, per un'intervento pubblico nel settore, purché si eviti di addebitare ai liberi professionisti la responsabilità per la mancata assistenza odontoiatrica pubblica. L’odontoiatria ha purtroppo dei costi incomprimibili. È per questo che, nonostante le nostre ‘spinte’ in tal senso, lo Stato non è mai riuscito, nei fatti, ad inserire pienamente le cure odontoiatriche nei Lea". Così il presidente del Commissione Albo Odontoiatri, Giuseppe Renzo, nel giorno in cui si aprono le votazioni per il rinnovo dei vertici della Cao che lo vedranno ancora una volta protagonista con la sua lista "Cao C'è", in quest'intervista a Quotidiano Sanità interviene sull'attualità e traccia un bilancio dei cambiamenti avvenuti in questi anni per l'odontaiatria italiana.
 
Presidente Renzo lei riveste questa carica da molto tempo. Ora una sua nuova ricandidatura: cos’è cambiato in tutti questi anni per gli odontoiatri italiani?
Potrei elencare le nuove scoperte della scienza, gli avanzamenti della tecnologia, l’aumento di qualità delle cure: ma questi li conosciamo tutti, professionisti e pazienti. Credo che il vero cambiamento sia nella percezione dell’Odontoiatria - da parte dell’opinione pubblica, dei cittadini, dei colleghi medici e delle altre professioni sanitarie, della politica, delle istituzioni - come una professione matura, autonoma e autorevole. Vorrei rispondere con le parole pronunciate ieri nell’Assemblea Cao dal neoeletto presidente di Bolzano, Christian Greco: “Quando ho iniziato, se osavo contraddire un medico della mia equipe, pur avendo ragione, mi dicevano: ‘Taci tu, dentistello!’. Ora coordino un’equipe di venti persone, medici, odontoiatri, infermieri”. Ecco, non siamo più visti come ‘dentistelli’ ma come professionisti altamente specializzati ed autorevoli. E nessuno può negare il ruolo che l’Ordine e le Cao hanno avuto in questo cambio di paradigma.

 
Nel suo programma dedica particolare attenzione ai giovani odontoiatri, quali prospettive reali hanno oggi rispetto all’ondata crescente dei low cost odontoiatrici?
Abbiamo più volte denunciato il malcostume, in voga presso alcune strutture che devono azzerare i costi di gestione per poter mantenere prezzi sotto la soglia di mercato, di assumere giovani neolaureati e sottopagarli o, peggio, dargli un ruolo quasi ‘fantasma’ di direttore sanitario, per apparire in regola con la legge. Oggi, è vero, esiste ancora la pletora odontoiatrica ma non dobbiamo certo rassegnarci: una seria programmazione che non possa essere aggirata insieme all’elevazione degli standard della formazione universitaria sono efficaci strumenti per poter garantire ai giovani un futuro certo, dignitoso, e ai cittadini cure di qualità al di là delle facili e fallaci tentazioni della concorrenza selvaggia.

Abbiamo pubblicato di recente alcuni dati Istat sull’odontoiatria pubblica che resta la ‘cenerentola’ del Ssn. Il responsabile sanità del PD Federico Gelli ha proposto per la prossima legislatura un’ampia riforma del settore per favorire l’odontoiatria pubblica, lei sarebbe favorevole?
Certamente, purché il progetto non rimanga un ‘libro dei sogni’e purché si eviti di addebitare ai liberi professionisti la responsabilità per la mancata assistenza odontoiatrica pubblica. L’odontoiatria ha purtroppo dei costi incomprimibili, per assicurare materiali e strumentazione di qualità e condizioni igieniche adeguate. È per questo che, nonostante le nostre ‘spinte’ in tal senso, e nonostante le ripetute promesse ‘elettorali’ da parte dei politici dei diversi schieramenti lo Stato non è mai riuscito, nei fatti, ad inserire pienamente le cure odontoiatriche nei Lea. Ed è per questo che le Cao provinciali e la Cao nazionale hanno creato la rete dei ‘dentisti sentinella’, che segnalino le condizioni di disagio sociale e intervengano con iniziative ad hoc, volte a promuovere programmi di prevenzione per mantenere la salute delle persone.  
 
Giovanni Rodriquez

20 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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