Contratto medici e dirigenza sanitaria. Intersindacale: “L’indennità di esclusività di rapporto è massa salariale”
Così in una nota la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. "Se le Regioni e il Governo ritenessero di comunicare all’Aran di escludere dalla massa salariale tale voce stipendiale, vorrebbe dire che è loro intenzione dare uno schiaffo ai 140.000 dirigenti cui principalmente è affidato il ruolo di tutelare la salute pubblica".
22 FEB - "Il Contratto nazionale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari che cominceremo a trattare il 1 marzo deve partire facendo chiarezza sulla massa salariale sulla quale si applicano gli aumenti previsti dalle norme finanziarie, il famoso 3,48%, per tutti i comparti del pubblico impiego. Sgombrando, così, il campo da un dubbio che nessuno ha ancora fugato, ovvero che l’Indennità di esclusività di rapporto col Ssn dei dirigenti sia a tutti gli effetti una voce della loro massa salariale". Così l'intersindacale in una nota siglata da Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Fvm, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Uil Fpl Coordinamento nazionale delle Aree contrattuali medica, veterinaria e sanitaria.
"Se le Regioni e il Governo ritenessero di comunicare all’Aran di escludere dalla massa salariale tale voce stipendiale - spiega l'Intersindacale - vorrebbe dire che è loro intenzione dare uno schiaffo ai 140.000 dirigenti cui principalmente è affidato il ruolo di tutelare la salute pubblica, perché solo per loro lo stipendio sarebbe incrementato del 2,9% mentre tutto il restante personale della pubblica amministrazione avrebbe un aumento del 3,48%. La dignità professionale è strettamente legata alla dignità stipendiale complessiva ed alla assenza di ogni discriminazione. Dopo 9 anni: non ci provate!".
"Nessuna delle Organizzazione Sindacali è disposta a sottoscrivere un contratto in perdita fin dall’avvio, e la questione va al di là del tema strettamente economico per assumere una valenza politica storica sulla quale non saremo disposti a mediazioni. Siamo pronti a un confronto costruttivo per un nuovo Ccnl che apra una stagione di collaborazione e soddisfazione nei luoghi di lavoro, ma nel rispetto di principi basilari da parte del datore di lavoro. In caso contrario non rimarremo a guardare, a partire dal 1 marzo", conclude la nota.
22 febbraio 2018
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