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Previdenza farmacisti/2. Le posizioni di Fnpi, Lpi e Conasfa al Tavolo di confronto dell’Enpaf


La Fnpi apprezza l'attenzione ricevuta, oltra che la "convergenza e garanzie che le nostre istanze verranno vagliate in tempi abbastanza rapidi". Conasfa ha invece preso le distanze da quanto riportato dall'Enpaf riguardo la riunione del 23 maggio. "Non ci sembra si siano definite strategie 'sensibili', visto che si sono stratificate due posizioni contrapposte. Lpi ha fortemente stigmatizzato l'assenza di Federfarma dal tavolo.

24 MAG - Arrivano le prime reazioni dopo la riunione del 23 maggio del Tavolo di confronto promosso dall'Enpaf per confrontarsi sulla varie proposte di riforma previdenziale dei farmacisti portate avanti dalle diverse sigle. La Federazione nazionale parafarmacie italiane, con il suo presidente Matteo Branca, ha sottolineato come le loro proposte abbiano "ricevuto grande attenzione, convergenza e garanzie che le nostre istanze verranno vagliate in tempi abbastanza rapidi".
 
"Rateazione maggiore, possibilità di compensazione del contributo con i crediti Iva, allargamento e ottimizzazione del contributo una tantum in favore di liberi professionisti e parafarmacie. Non riteniamo inaccettabile e quindi sosterremo convintamente la riduzione del 50% della quota contributiva per i pensionati che proseguano l'attività lavorativa. C'è stata poi ampia convergenza sulla necessità del passaggio al sistema contributivo proporzionale al reddito, che come Fnpi sollecitiamo da tempo, denunciando l'evidente disparità tra gli oneri contributivi e gli strumenti a disposizione per sostenerli: chiediamo quindi semplicemente più strumenti o meno oneri", ha aggiunto Branca.

"Ciò richiede tempi di elaborazione anche legislativa più lunghi, e le criticità verranno comunque vagliate con spirito collaborativo da parte di tutti gli interlocutori. Abbiamo sottolineato che la Fnpi difenderà sempre l'autonomia dell'Enpaf, pur evidenziando i margini di miglioramento dell'azione dell'Ente. Infine apprezziamo molto la disponibilità dimostrata sulla nostra richiesta di estendere anche alle parafarmacie gli incentivi per assunzioni di farmacisti under 30 o over 50, ad oggi destinati solo alle farmacie: finchè i colleghi di parafarmacia pagheranno quota contributiva intera pungoleremo l'Ente perchè abbiano le stesse prerogative, almeno previdenziali", ha concluso.
 
La Conasfa ha invece preso le distanze da quanto riportato oggi dall'Enpaf riguardo la riunione del 23 maggio. "Non ci sembra si siano definite strategie 'sensibili', visto che si sono stratificate due posizioni contrapposte su il sistema contributivo, che necessitano valutazioni e proiezioni circostanziate per una riflessione più ad hoc. Abbiamo ribadito un contributo bloccato all'1% per i dipendenti per evitare quote a rialzo. Il 'sistema contributivo' può essere un mezzo per cancellare definitivamente la finestra di disoccupazione dei 5 anni, stabilizzando la quota al ribasso e rimuovendo tutti gli adempimenti da assolvere in caso di disoccupazione involontaria. Disoccupazione che allo stato attuale non è stata risolta, anzi nei prossimi anni potrebbe aumentare.
 
Sulla riduzione della quota ai pensionati non riteniamo siano una priorità allo stato attuale per la categoria, viste le sacche di disoccupazione dei giovani e dei meno giovani fuori usciti in questi anni di crisi dal comparto. Anzi, l'agevolazione ai Pensionati, rischia di acuire le tensioni in campo", conclude Conasfa.
 
Infine, le Libere parafarmacie italiane, con il presidente Ivan Ruggiero, hanno sottolineato al Tavolo che "questo contributo grava sui redditi, rispettivamente l'8% sulle farmacie considerando anche lo 0,90 su Ssn e Il 26 %sulle parafarmacie". 
 
"Per rendere Equa l'Enpaf, abbiamo proposto di trasformare l’attuale sistema a prestazione definita, in un sistema contributivo. Paragonare, quindi, i contributi al reddito in   maniera progressiva e calcolare la pensione sui contributi versati in tutti gli anni", ha aggiunto Ruggiero. 
 
"Si sono portate proposte al tavolo di ogni tipo, ma è chiaro che una vera riforma deve fare i conti con una prospettiva ineluttabile che è il passaggio al metodo contributivo. La proposta del contributivo, per la quale sarebbe d’accordo la maggioranza dei presenti, come tutte le altre proposte, è al vaglio del Cda Enpaf ed eventualmente, dei ministeri vigilanti. Rendere Equa l’Enpaf è una questione di responsabilità verso i professionisti iscritti, mi auguro quindi che dopo questo incontro molto importante, finalmente si metti in moto la macchina della riforma", ha concluso il presidente delle Lpi. 

24 maggio 2018
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