Odontoiatria. Appello degli Ordini al ministro Grillo contro la pubblicità scorretta in sanità: “Urge controllo preventivo”
Nell'appello dei presidenti del coordinamento dei presidenti Cao italiani "Cao c'è" si chiede un ritorno alla normativa che prevedeva l'autorizzazione per i messaggi commerciali in sanità e non una verifica a posteriori. "Non bisogna trasformare i pazienti in clienti. Il governo spagnolo ha approvato una normativa per vietare offerte e tariffe scontate: è ora che anche l'Italia faccia un passo in avanti". LA PETIZIONE
04 LUG - Dentisti che diventano commercianti, che vendono una pulizia dentale o un impianto come fossero elettrodomestici o pubblicizzano la loro attività professionale come se fosse un negozio: una dura presa di posizione quella che emerge dalla petizione dell'associazione "
Cao c'è", che riunisce presidenti di albo dei dentisti da tutta Italia, pronti ad appellarsi al neo ministro della Salute
Giulia Grillo per ritornare alla precedente normativa.
"Oggi infatti è previsto solo un controllo ex post sui messaggi pubblicitari in odontoiatria, e in generale nella sanità, sia per le prestazioni individuali che per quelle associative o societarie. E da qui il fioccare in questi anni di spot di ogni tipo, anche molto noti e con l'ausilio di testimonial famosi, con grande investimento di mezzi e visibilità mediatica: una mercificazione che non deve trovare giustificazione nella legislazione, che impoverisce eticamente i medici. Non bisogna trasformare i pazienti in clienti", scrive il Coordinamento degli Albi odontoiatri
“Cao c'è”.
Visite gratuite proposte per "piani di cure e preventivi"; terapie offerte via mail, senza aver mai visto il paziente; attività che a volte addirittura viene svolta da figure non legittimate all'esercizio della professione odontoiatrica. "Si auspica un ritorno al controllo preventivo (previsto dalla legge n.175/92, in parte vigente) esercitato dall'Ordine professionale di competenza: al contrario, oggi la cosiddetta legge Bersani 248 del 2006 e il d.p.r. 137 del 2012 dettano semplicemente alcune regole e parametri cui attenersi (criteri di veridicità e trasparenza, funzionalità, non equivocità, non ingannevolezza o denigratorietà), oggi applicati secondo il decreto sulla libera concorrenza 124 del 2017 anche a società commerciali.
Ed ecco che si può intervenire solo a posteriori e, spesso, passa molto tempo e il diritto alla salute del cittadino è già compromesso, praticamente quando il danno è fatto e non più riparabile: emblematico un caso in cui l'Agcom è intervenuta addirittura dopo sette anni, contro la pubblicizzazione della terapia del cancro con il bicarbonato. Il governo spagnolo ha approvato una normativa per vietare offerte e tariffe scontate: è ora che anche l'Italia faccia un passo in avanti, anzi paradossalmente indietro... alla vecchia legge, il cui chiaro principio ispiratore è la tutela della salute dei nostri cittadini", conclude
Cao c'è.
04 luglio 2018
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