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Farmacie. Federanziani: “Un secco no a liberalizzazione”


Per il presidente Roberto Messina "la liberalizzazione della vendita dei farmaci non farebbe altro che aumentare la pressione di marketing, con la conseguenza che ‘ammaliati dalle offerte’ porterebbero a un rischioso aumento dei consumi".

02 DIC - “Gli anziani non possono essere chiamati a pagare le conseguenze della cosiddetta politica delle liberalizzazioni. Se infatti, come annunciato da più parti, sarà inserito nel pacchetto delle misure allo studio la liberalizzazione dei farmaci i primi a farne le spese saranno i cittadini ultrasessantacinquenni”. A dichiarato Roberto Messina Presidente di FederAnziani, come riportato da Sic-Sanità in Cifre, la testata online di Federfanziani, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede FederAnziani a Pescara.
Ricordando gli studi in materia effettuati dal Centro studi Sanità in cifre di Federanziani,  Messina sottolinea infatti come le farmacie siano un punto di riferimento “essenziale” per gli oltre 12 milioni di over 65 enni italiani. Utili “alla risoluzione sia delle problematiche sociali che sanitarie”, ha sottolineato Messina. “Si tratta di presidi sanitari insostituibili, il primo ‘luogo sanitario’ ai quali gli anziani si rivolgono non solo per l’acquisto di farmaci ma anche per consigli medici e per piccoli accertamenti diagnostici”. In particolare, Federanziani sostiene che “non ci dovrà essere alcuna liberalizzazione nelle zone rurali, per nessun motivo”.
“Noi - ha aggiunto il presidente di Federanziani – non siamo contrari  alla liberalizzazione per la vendita dei farmaci fuori dalle farmacie per partito preso, ma occorrono prudenza e gradualità. Occorre procedere per gradi, e per questo facciamo  appello al ministro dello Sviluppo economico Passera e al ministro della Salute Balduzzi, affinché ascoltino l’Aifa, agenzia dello Stato che ha tutte le competenze sui farmaci, altrimenti a cosa serve?”.
Ricordando che gli anziani sono i principali consumatori di farmaci, Messina ha sostenuto che “nel caso in cui il governo non ascolti i cittadini, occorre tutelarli inserendo il divieto assoluto per la grande distribuzione, per i supermercati e le parafarmacie di fare offerte promozionali tipo 4×2, 8×3 e quant’altro. Con i farmaci non si scherza, non sono caramelle, hanno una loro vita e una scadenza, un loro processo del ‘freddo’, di conservazione e, se assunti dopo la data indicata, con certezza, potrebbero causare effetti collaterali rischiosissimi per la salute dei cittadini, ed in particolare per la salute dei nostri 12 milioni di anziani”. Messina ha infatti sottolineato il timore che, “se si andasse verso la liberalizzazione della vendita dei farmaci, con assoluta certezza il mercato non farebbe altro che aumentare la pressione di marketing  con la conseguenza che ‘ammaliati dalle offerte’, tutti assumeremmo più farmaci, aumenteranno le reazioni avverse, e di conseguenza i ricoveri con conseguenti  decessi, ovviamente tutto a carico dello Stato, altro che risparmio per i cittadini”.
 

02 dicembre 2011
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