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Operazione Strade Sicure. Suicidio del militare ripropone tema tutela della salute nelle forze armate

di Domenico Della Porta

Si tratta di disagi che assolutamente non vanno sottovalutati. Era già state evidenziato il mancato rispetto delle 12 ore di riposo, tra un turno e il successivo, uno svolgimento del servizio con quasi 25 Kg di equipaggiamento addosso, posizione eretta fissa prolungata con presenza di carichi e così via. Le misure di prevenzione nelle attività di lavoro di questi militari devono tener conto dell'analisi dei rischi e dell'abbattimento di essi quanto più a monte possibile.

02 AGO - Con il suicidio del militare in servizio a Roma nell’Operazione Strade Sicure di qualche giorno fa (il terzo caso in poco tempo sempre nella medesima attività), si ripropone la tutela della salute e sicurezza sul lavoro di questo personale. Non è un caso che il 26 luglio scorso ben 150 militari sempre di Strade Sicure, hanno trasmesso attraverso gli avvocati Giorgio Carta e Chiara Lo Mastro una nota al Ministero della Difesa chiedendo con determinazione e chiarezza il rispetto del proprio TU sulla Sicurezza sul lavoro, il DPR n.90 del 15.3.2010, in cui vengono riportati gli obblighi e i percorsi del D.Lgs. 81/2008, relativamente ai rischi soprattutto di tipo organizzativi e psicosociali cui sono esposti proprio i militari in questione.
 
Si tratta di disagi che assolutamente non vanno sottovalutati se si considera che già a febbraio di quest’anno l’AS.SO.DI.PRO., l’Associazione Solidarietà, Diritto e Progresso con sede nazionale a Roma, che segue i problemi legati alle Forze Armate, aveva evidenziato il mancato rispetto delle 12 ore di riposo, tra un turno e il successivo dei militari di Strade Sicure, uno svolgimento del servizio con quasi 25 chilogrammi di equipaggiamento addosso, qualsiasi siano le condizioni metereologiche (Giubbotto Anti Proiettili, fucile, manganello, pistola, maschera antigas), posizione eretta fissa prolungata con presenza di carichi e così via.
 
Tutto questo comporta insorgenza di uno stato di stress, fatica dovuta a presenza di pesi, postura incongrua. Innanzitutto andrebbe tenuto presente per questi militari la domanda di sicurezza della gente che richiede concrete ed immediate capacità di risposta con compiti di sostegno e di controllo più che di repressione. Tali fattori a cui aggiungiamo l'imprevedibilità e il cambiamento repentino del lavoro, il rischio connesso a taluni interventi, i ritmi stessi del lavoro spesso turnativi come in talune mansioni (il pesante lavoro notturno!), i rapporti con i superiori e con l'autorità giudiziaria spesso conflittuali, i rapporti con la gente, le scarse gratificazioni, possono determinare condizioni peggiorative dello stato fisico e psicologico del lavoratore , riassunto appunto col nome di stress.
 
La permanenza continuativa in piedi per diverse ore (viabilisti) con l'uso di indumenti spesso pesanti, in condizioni climatiche spesso sfavorevoli (umidità, caldo o freddo eccessivi), posizioni fisse assunte da capo e collo, frequenti pronosupinazioni degli avambracci, determinano nel tempo, disturbi e danni a carico dell'apparato osteoarticolare, in prevalenza della colonna vertebrale, e, soprattutto la stazione eretta, danni, nei soggetti predisposti, a carico del sistema vascolare venoso. Non sono da trascurare, poi, per questi soggetti la monotonia e ripetitività del lavoro svolto, le responsabilità, il rapporto con colleghi e superiori, il rumore fastidioso e assordante del traffico veicolare, le dermatite allergiche per le esposizioni ad alcune sostanze outdoor.
 
Le misure di prevenzione nelle attività di lavoro dei militari di Strade Sicure devono tener conto dell'analisi dei rischi e dell'abbattimento di essi quanto più a monte possibile, intervenendo, quando la conoscenza lo consente, in tutti i settori, con provvedimenti tecnici, igienici e sanitari: Organizzazione del lavoro, diminuzione dell'inquinamento urbano, sorveglianza sanitaria periodica. Una rotazione non di comodo, ma per una seria organizzazione del lavoro, attivando tutte le misure e le risorse disponibili, oltre ad una formazione adeguata. Importante sarebbe poi riuscire ad alternare posizioni scomode o fisse all'in piedi con posizioni sedute (es: guida di autoveicoli) anche con l'attuazione di una maggiore mobilità nel corso del turno. La sorveglianza sanitaria, contemporanea alle altre forme di prevenzione, svolge una azione diretta sui lavoratori, che per il solo fatto di essere esposti a potenziali rischi, possono subirne l'impatto ed il danno: andrà ricercata l'idoneità generica e soprattutto specifica per la mansione, cercando di individuare gli effetti biologici subliminari anche con sensibili indicatori di rischio.
 
Così agendo da una parte si eviterà l'esposizione di soggetti particolarmente vulnerabili alle noxe patogene, dall'altra, ove il rischio si sia già trasformato in danno verrà effettuata la diagnosi precoce e potranno essere presi i dovuti provvedimenti.
 
Domenico Della Porta
Docente di Medicina del Lavoro – Università Telematica Internazionale Uninettuno
Roma 


02 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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