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Inps. Certificati per malattia, aumento nel privato (+3,9%) e decremento nel pubblico (-2,2%)


Si registra inoltre una drastica riduzione del tasso di idoneità, vale a dire il rapporto tra il numero di visite con esito di idoneità al lavoro e il numero di visite effettuate. Questo indicatore si riduce da 40 a 15 ogni cento visite. Anche il tasso di riduzione prognosi si riduce in modo marcato passando da 6,3 a 4,2. Tutti i dati del II trimestre 2018

20 SET - È stato pubblicato oggi l’osservatorio Inps sul polo unico di tutela della malattia contenente i dati relativi al II trimestre 2018.
In questo trimestre si registra un incremento del numero dei certificati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per il settore privato (+3,9%) mentre si registra una diminuzione per il settore pubblico (-2,2%). All’aumento del numero dei certificati nel settore privato corrisponde un aumento meno che proporzionale del numero dei giorni di malattia (+1,1%) mentre nel settore pubblico alla diminuzione del numero dei certificati si osserva un decremento più che proporzionale dei giorni di malattia (-4,8%).

Nel secondo trimestre del 2018, per le visite mediche d’ufficio del settore privato, si registra, rispetto al trimestre precedente, una drastica riduzione del tasso di idoneità, vale a dire il rapporto tra il numero di visite con esito di idoneità al lavoro e il numero di visite effettuate. Questo indicatore si riduce da 40 a 15 ogni cento visite. Anche il tasso di riduzione prognosi si riduce in modo marcato passando da 6,3 a 4,2.

Secondo l'Inps, queste riduzioni sono da imputare, in buona parte, alla sospensione, a partire dal marzo 2018, dell’utilizzo del modello statistico di data mining “Savio” che consentiva all’Inps di concentrare le visite mediche di controllo sui casi in cui è più ragionevole ipotizzare che il certificato medico del lavoratore riporti una prognosi non coerente con lo stato di salute.

L'Inps ricorda che la sospensione del modello “Savio” è stata decisa a seguito dell’intervento del Garante della privacy il quale ha avviato un procedimento sanzionatorio nei confronti dell’Istituto per la violazione di più norme vigenti a tutela della riservatezza dei dati personali.
A tal proposito, l'Istituto vuole chiarire che, tra le variabili considerate nel modello Savio, non vi sono assolutamente i dati nosologici relativi alla malattia da cui è affetto il lavoratore, dato particolarmente sensibile e quindi soggetto a specifiche restrizioni di trattamento da parte della legislazione sulla privacy.

L’Istituto confida, in ogni caso, nella collaborazione con il Garante della Privacy sotto gli auspici della Commissione Lavoro del Senato (presso la quale sia l'Inps che il Garante sono stati auditi sull’argomento) al fine di trovare una soluzione al problema che da un lato, consenta di tutelare la privacy dei lavoratori e, dall’altro di evitare un ulteriore spreco di risorse pubbliche, consentendo all’Inps di svolgere in maniera efficiente ed efficace le visite mediche di controllo per la malattia.

20 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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