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L’Ordine degli infermieri contro uso improprio dei social: “Pronti anche ad azioni disciplinari per chi mortifica la professione”


“Previsto maggior rigore nei confronti di chi utilizza i social qualificandosi come infermiere minando l’immagine di tutta la comunità professionale che ne esce mortificata sul piano etico, deontologico, culturale e frenando la credibilità politica istituzionale delle rappresentanze nei confronti della società civile, politica, professionale”. IL DOCUMENTO DELLA FNOPI

15 OTT - Condotte inopportune degli Infermieri sui social? Altolà della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) che rappresenta gli oltre 440mila professionisti presenti in Italia (il più grande Ordine professionale italiano. I 102 presidenti degli Ordini provinciali riuniti nel Consiglio nazionale hanno sottoscritto un documento sulla condotta dei loro iscritti sui social. È quanto rende noto la Fnopi in una nota.

“Guai – si legge - all’infermiere che qualificandosi tale agisce sui social e sul web, magari creando anche un profilo fake, mancando di decoro, di rispetto, usando turpiloquio, rinunciando a ogni possibilità di confronto costruttivo e sereno, parlando senza cognizione di causa sia in merito a evidenze scientifiche sia in merito a una consapevolezza ragionata dei fenomeni di cui discute: Federazione e Ordini provinciali interverranno sul piano disciplinare”.

“La scelta di un posizionamento ufficiale – prosegue la nota - che preveda maggior rigore nei confronti di chi utilizza i social qualificandosi come infermiere minando l’immagine di tutta la comunità professionale che ne esce mortificata sul piano etico, deontologico, culturale e frenando la credibilità politica istituzionale delle rappresentanze nei confronti della società civile, politica, professionale, nasce dai troppi casi in cui ultimamente una compattezza professionale avrebbe potuto ottenere vantaggio dalla comunicazione social mentre l’atteggiamento e l’uso improprio di alcuni sono diventati vetrina di una minoranza professionale livorosa, aggressiva e violenta che danneggia tutti”.

La FNOPI e tutti gli Ordini provinciali ritengono quindi “indispensabile dotarsi di una policy (o anche di condividere una netiquette – la buona educazione in rete - con i propri utenti) per poter moderare in modo corretto e trasparente le discussioni generate dai post pubblicati e comprendere che non tutti i contenuti sono adatti a Facebook: le immagini possono trovare spazio su Instagram, i video su Youtube, i posizionamenti istituzionali su Twitter, gli approfondimenti e i documenti ufficiali sul sito istituzionale e così via.

Cinque i passaggi mutuati dal Codice Deontologico vigente da rispettare se ci si qualifica come infermiere su ogni piattaforma comunicativa:
1)    tenere conto dei valori etici, religiosi e culturali, del genere e delle condizioni sociali della persona;
2)    impegnarsi a cercare il dialogo, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche;
3)    perseguire uno spirito di collaborazione e confronto con i colleghi o con altri professionisti sanitari e non;
4)    riconoscere e valorizzare lo specifico apporto degli altri attori che operano nell’equipe;
5)    tutelare il decoro personale e il proprio nome e salvaguardare il prestigio della professione.

“Se i mezzi di comunicazione oggi ci hanno dato libertà di parola su ogni argomento e in ogni contesto – sottolinea nel documento la FNOPI - questo non significa che tale libertà sia esente da conseguenze anche disciplinari”.

Per questo Federazione e Ordini hanno deciso di agire: “Ogni comportamento che leda la professione e l’immagine dei professionisti attraverso i social sarà punito: la rappresentanza professionale si impegna a essere guida ed esempio per un buon uso dei social”.

15 ottobre 2018
© Riproduzione riservata

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