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Comitato infermieri dirigenti: eletto il direttivo 2019-2022. Bruno Cavaliere eletto presidente


Cavaliere, infermiere dirigente e responsabile delle Professioni sanitarie al Policlinico San Martino di Genova, è docente a contratto presso l’Università degli studi di Genova. Manigiacavalli (presidente FNOPI): "Se vogliamo avere un futuro dobbiamo presidiare governare i processi, dobbiamo saper analizzare i percorsi all’interno delle strutture e saperli governare in termini di analisi organizzativa e assistenziale e di riprogettazione dei percorsi con cui tutti i giorni ci confrontiamo".

12 NOV - Il Comitato Infermieri Dirigenti – da quelli direttore di distretto ai responsabili delle strutture sul territorio come le Rsa, dai direttori generali ai responsabili dei Servizi infermieristici, tecnici e riabilitativi aziendali (Sitra) di ogni azienda e così via - ha eletto fa il suo nuovo presidente e il suo nuovo Consiglio direttivo nell'ambito del XXV Congresso nazionale del CID San Marino.
Presidente neo eletto è Bruno Cavaliere, infermiere dirigente e responsabile delle Professioni sanitarie al Policlinico San Martino di Genova.
Cavaliere è docente a contratto presso l’Università degli studi di Genova. E' anche collaboratore dell’Università Cattaneo di Castellanza (Liuc).
 
Con Cavaliere è stata eletta tutta la lista di cui il neo presidente fa parte, “Dirigere il Domani”: vicepresidente: Mariagrazia Montalbano; tesoriere: Enrico Ballerini; segretario: Fabrizio Polverini; consiglieri: Graziella Costamagna, Raffaella Piro, Daniela Tartaglini, Serenella Mennilli, Pietro Lopez, Lorena Martini, Rita Patrizia Tomasin
 
A disegnare i passi del futuro della dirigenza infermieristica è stata in apertura del Congresso la Presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli in un ampio e articolato intervento, integralmente pubblicato sul sito istituzionale della Federazione.
 
Prima riflessione – ha esordito la presidente della Federazione nazionale - è che non possiamo ragionare dello sviluppo della dirigenza della professione infermieristica se lo decontestualizziamo dallo sviluppo generale della nostra professione e dagli obiettivi e linee di indirizzo che ci stiamo dando, dal sistema salute e dai bisogni del cittadino nel suo complesso. Altrimenti rischieremmo di fare una riflessione che non affonda le radici in quello che è il mondo attuale”.
 
 “Siamo qua per capire qual è lo sviluppo della professione infermieristica e quindi anche della nostra dirigenza. A esempio – ha proseguito - lo sviluppo della laurea magistrale. Sappiamo che per legge la laurea magistrale agisce su quattro momenti: l’assistenza, l’organizzazione, la formazione e la ricerca".
 
"Quindi - ha aggiunto - la laurea magistrale non serve per formare esclusivamente dirigenti e non è riservata solo alla carriera dirigenziale. Certo c’è una legge dello Stato che dice che nella Pubblica amministrazione si accede ai livelli dirigenziali con la laurea di cinque anni. Ma solo questo.
Dopodiché ci sono le norme nel mondo sanitario che dicono ad esempio che per le professioni sanitarie si accede alla dirigenza con la laurea più la specializzazione".
 
"Intanto - ha specificato  Mangiacavalli - bisogna scorporare il discorso della laurea magistrale da quello della posizione dirigenziale che pure a questo si lega per il meccanismo dei cinque anni e quindi per quanto riguarda la dirigenza delle professioni sanitarie diviene un requisito di legge. Ma poi è necessario pensare ai nostri percorsi di specializzazione infermieristica oggi non previsti anche e soprattutto perché mancano i diplomi di specializzazione”.
 
“Da qui a dieci anni – ha spiegato ancora Mangiacavalli - lo sviluppo della nostra professione si deve snodare su un continuum che è quello di avere li infermieri specializzati. Un percorso che il Comitato centrale della Federazione sta per avviare con l’Università per cominciare a ragionare delle scuole di specialità infermieristica. Certo non sarà per 400mila, ma intanto si deve iniziare, così come venti anni fa si è iniziato con la laurea magistrale, i dottorati di ricerca e così via”.
 
"Se vogliamo avere un futuro dobbiamo presidiare i processi, dobbiamo saper governare i processi, dobbiamo saper analizzare i percorsi all’interno delle strutture e saperli governare in termini di analisi organizzativa e assistenziale e di riprogettazione dei percorsi con cui tutti i giorni ci confrontiamo".
 
"Quindi – ha proseguito - il futuro della nostra leadership e della nostra formazione manageriale: la laurea magistrale va rivista. E nella cassetta degli attrezzi del dirigente serve una formazione ulteriore. E non si dica che si vuole spingere in alto l’asticella: il futuro è questo. Abbiamo giovani che stanno spingendo in alto l’asticella, sono loro che vogliono qualificarsi in maniera sempre più importante, sono loro oggetto mercificato oggi di tutti quei master che sono fioriti e che non sono titoli abilitanti, come anche ha messo per scritto lo stesso ministro della Salute. Allora non è questo il titolo che ci fa dire che gli infermieri sono specializzati”.
 
"Abbiamo davanti un panorama intenso – ha concluso Mangiacavalli - ma ne va del futuro della nostra professione del futuro dei nostri giovani colleghi”.
 
 
Al termine del Congresso e delle elezioni, il consiglio direttivo neo-eletto ha votato una mozione in cui ha indicato quattro priorità:
- mantenere un concreto dibattito interno alle Professioni Sanitarie, che operano nel SSN;
- confrontarsi criticamente con la realtà e i contesti della Società civile, tenendo presente il mondo Economico-Finanziario;
- sviluppare un sistema di comunicazione con la società e le altre professioni, con lo scopo di divulgare la nostra “mission”;
- implementare ulteriormente il Network dei coordinamenti regionali per essere sempre più vicini ai nostri soci.
 
La mozione impegna anche il CID a:
- dialogare con le istituzioni e i cittadini, per promuovere il “cambiamento”, essendone parte attiva in una logica di appropriatezza e sostenibilità;
- promuovere l’innovazione e la ricerca, garantendone la continuità esperienziale e i risultati sino ad oggi ottenuti;
- proporre un nuovo modello di Dirigenza che integri e diversifichi quella organizzativa e formativa  con quella professionale, gestionale e dei processi nella valorizzazione dei percorsi formativi;
- sviluppare nuove partnership per condividere soluzioni contrattuali che sostengano i diversi livelli di dirigenza, al fine di consentire percorsi di carriera adeguati e sostenibili.
 
Il consiglio direttivo si impegna inoltre a:
- proporsi ai Ministeri della Salute e dell’Università come esperti delle tematiche proprie della dirigenza e della gestione dei servizi anche per lo studio di innovativi percorsi formativi, tenendo conto dei nuovi e diversi bisogni, anche del mondo del lavoro; 
- proporsi a tutte le Istituzioni quali competenti interlocutori per l’implementazione ed integrazione delle normative che riguardano la dirigenza infermieristica allo scopo di uniformare denominazioni profilo e responsabilità;
- partecipare attivamente alla consulta delle associazione tecnico-scientifica sostenuta dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche;
- ricercare nuovi pattern Europei ed internazionali della dirigenza partecipando ai Board di progettazione e sviluppo.


12 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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