Scuole di specializzazione. Sigm su accreditamento: “La qualità è un valore da preservare”
Il Segretariato italiano giovani medici interviene sul percorso di accreditamento recentemente introdotto. “Molte scuole non performanti sono state già chiuse o avviate ad un percorso di miglioramento ed ulteriori criticità stanno emergendo. La strata intrapresa è giusta, ma c’è ancora molto lavoro da fare: i ministeri potenzino le prerogative dell’Osservatorio nazionale e vigilino affinché gli Osservatori regionali avviino le site visits, facendoli affiancare da commissari ministeriali, laddove necessario”.
13 NOV - “La formazione dei giovani medici, futuri specialisti e generalisti, deve essere caratterizzata da standard qualitativi adeguati a quelli internazionali: rimaniamo fermamente convinti che con la riforma sull’accreditamento delle scuole di specializzazione di medicina si sia intrapresa la strada giusta, prova ne è il fatto che molte scuole non performanti sono state chiuse o avviate ad un percorso di miglioramento e che ulteriori criticità stanno emergendo. Prima dell’introduzione della riforma, tutto ciò non sarebbe stato possibile. Ma non basta”.
Questo il commento del Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM) sulle recenti notizie circolate a mezzo stampa circa il mancato possesso di un numero significativo di scuole di specializzazione degli standard e dei requisiti minimi previsti dalla Riforma dell’accreditamento delle scuole di specializzazione di area sanitaria, ai sensi del D.I. n.402/2017.
“La qualità della formazione è un valore da preservare e per questo è necessario potenziare le prerogative dell’Osservatorio Nazionale e dare immediato avvio alle site visits da parte degli Osservatori Regionali, facendoli affiancare da commissari ministeriali, laddove necessario! Ci attendiamo, inoltre, che, laddove siano riscontrate positivamente le segnalazioni di anomalie, i Ministeri competenti adottino gli opportuni provvedimenti”, continua il SIGM.
“Come è noto – ricorda il Sigm - l’attività dell’Osservatorio Nazionale per la Formazione Medica Specialistica (ONFMS), organo consultivo del MIUR e del Ministero della Salute a tutela della qualità della formazione medica post-lauream, consiste nel valutare su base documentale le informazioni prodotte dalle Università attraverso l’apposita banca dati CINECA relativamente al possesso degli standard e requisiti minimi che le scuole di specializzazione devono rispettare per poter essere accreditate. Ma il sistema di accreditamento prevede che siano gli Osservatori Regionali per la Formazione Medica Specialistica, attivati dalle Regioni, ad espletare in maniera capillare le attività di monitoraggio della sussistenza degli standard e dei requisiti dichiarati. L’attività della maggior parte degli Osservatori Regionali procede a rilento e, addirittura, alcuni di questi non sono ancora operativi, né le Regioni appaiono investire adeguatamente su questi preziosi strumenti”.
“Riceviamo continuamente segnalazioni da parte dei giovani medici specializzandi in merito alla mancata applicazione dei regolamenti relativi alla rotazione dei medici in formazione specialistica all’interno della rete formativa, venendosi ad ingenerare delle sostanziali disparità di trattamento nell’erogazione dell’offerta formativa”, continuano dal Sigm. “A tal proposito, chiediamo che l’Osservatorio Nazionale dia immediato avvio alla somministrazione dei questionari anonimi, indirizzatati ai medici in formazione specialistica, per la valutazione delle scuole di specializzazione, così come previsto dal Decreto sull’accreditamento. Ma occorre anche che, come già avviene da anni in altri Paesi, siano offerti agli specializzandi servizi abitativi e di ristorazione”.
Ed i Giovani Medici del Sigm vanno oltre: “Chiediamo che il sistema di accreditamento alla qualità sia esteso anche ai Corsi regionali di Formazione Specifica in Medicina Generale, in atto privi di qualsivoglia forma di monitoraggio. Questi corsi preparano i futuri medici di medicina generale, figure strategiche per il nostro Servizio Sanitario Nazionale, e su questo ambito formativo l’Italia continua ad essere indietro di decenni rispetto al resto dell’Europa e del Mondo”.
13 novembre 2018
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