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Università. Laurea in fisioterapia la più ambita tra quelle mediche e sanitarie: ben 13,1 domande per posto disponibile contro la media dell’1,5 della laurea infermieristica. Per medici e odontoiatri, 8,3 domande per posto disponibile 


I dati sono riferiti all’Anno accademico 2018/2019. Complessivamente si registrano 90.806 domande (su un totale di 10.875 posti disponibili) per medicina e chirurgia con un aumento delle domande del 2,4% rispetto al precedente anno accademico. Mentre le domande per i corsi di laurea delle 22 professioni sanitarie si fermano a 79.450 (su un totale di 24.681 posti disponibili) con una diminuzione delle richieste del 6,6% in un anno. IL REPORT.

20 DIC - Per l'anno accademico 2018/2019 per il corso di laurea a ciclo unico in medicina e chirurgia e odontoiatria sono state registrate 90.806 domande (su un totale di 10.875 posti disponibili) con un aumento delle domande di accesso del 2,4% rispetto al precedente anno accademico, mentre le domande per i corsi di laurea delle 22 professioni sanitarie si fermano a 79.450 (su un totale di 24.681 posti disponibili) con una diminuzione delle richieste del 6,6% in un anno.
Mediamente abbiamo quindi 8,3 domande per posto disponibile per il corso di alurea in medicina e chirurgia e odontoiatria e 3,2 domande per posto disponibile pe rle 22 professioni sanitarie.
 
I dati li troviamo nell'ultimo rapporto rapporto annuale elaborato da Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza nazionale dei Corsi di laurea delle professioni sanitarie, esperto del Miur e docente al corso di laurea in Tecniche di Neurofisiopatologia dell’Università di Bologna, che ha analizzato la situazione di tutti i corsi di laurea che afferiscono alle facoltà di medicina e chirurgia degli atenei italiani.
 
“Rispetto al lieve calo delle domande dello scorso anno dell’1,9% - afferma Mastrillo nel report -  quest’anno si rileva un ulteriore vistoso calo del -6,6%, da 85.095 domande dello scorso anno alle attuali 79.450. Al contrario, si conferma la crescita delle domande per i Corsi di laurea magistrale a ciclo unico di medicina e chirurgia e di odontoiatria: da 88.680 a 90.806 con +2,4%, mentre era stato del +8,3% nel 2017 e +2,0% nel 2016”.

“Per le professioni sanitarie – aggiunge Mastrillo - si rileva una lieve riduzione dei fabbisogni formativi da parte di quasi tutte le Regioni con -622 posti (-2,6%)  tra i 24.233 dello scorso anno e gli attuali 23.611. Mentre le categorie hanno proposto un fabbisogno più alto, con 27.807 posti, che però sono comunque 1.475 in meno rispetto allo scorso anno (–5,0%).

È invece quasi invariato il potenziale formativo offerto dagli Atenei al ministero dell’Università con 26.617 posti rispetto ai 26.811 del 2017 (-0,7%)”.
 
Le lauree più "attrattive"
Analizzando il rapporto domanda/posto disponibile è il corso di laurea in fisioterapia quello che vede il maggior numero di richieste di accesso, ben 26.516, con 13,1 domande per posto disponibile (in tutto sono infatti solo 2.029 i posti messi a disposizione per questo corso di laurea), seguito con 8,9 domande per un posto del corso di laurea in logopedia e con 8,4 per i dietisti e poi 8,3 domande per la laurea a ciclo unico in medicna e odontoiatria.

Fanalini di coda delle richieste dei giovani per le lauree sanitarie sono le professioni di assistente sanitario (0,7 domande per un posto), tecnico audiometrista (1 domanda per un posto) e tecnico della prevenzione del lavoro (1,2).
 
Ma anche lauree più gettonate, come quella infermieristica con 21.813 domande su 14.723 posti disponibili, vede un livello di attrattività realtivamente basso con una media di 1,5 domande per posto disponibile che sale però a 3,8 domande per posto per l'infermiere pediatrico (che ha però solo 159 posti disponibili).
 
L'offerta formativa
L’offerta formativa per le 22 professioni sanitarie è aumentata da 24.061 a 24.681 posti, con un incremento di 620 posti (+2,6%).

Un analogo aumento dell’offerta formativa riguarda medicina e chirurgia, ma in proporzioni maggiori, da 9.100 a 9.779 posti (+7,5%). Ed è ancora maggiore l’aumento per odontoiatria, da 908 a 1.096, con +21%. In entrambi i casi è stato assegnato tutto il potenziale formativo delle Università.

Per le professioni sanitarie, ogni Ateneo ha attivato in media 11 corsi di laurea.

L’unica Università ad attivare tutti i 22 corsi è Milano statale, seguono Roma Sapienza con 21 corsi, Roma Tor Vergata 19, Torino 17, Genova, Padova, Napoli Federico II e Bari 16, Pavia, Bologna e Roma Cattolica con 14.

Chiudono la classifica con 7 corsi Milano Bicocca, Trieste, Perugia, Catanzaro e Cagliari, con 5 Novara, Udine e Foggia, con 4 Salerno e Sassari, con 3 Milano S. Raffaele e Roma Campus, con 2 corsi Milano Humanitas e Campobasso.

Il rapporto lauree magistrali-lauree triennali
Cambia rispetto agli ultimi 7 anni, dal 2011, il rapporto percentuale nella ripartizione dei posti tra lauree triennali e magistrali a ciclo unico con il 69% alle professioni Sanitarie, il 28% a medicina e chirurgia e il 3% a odontoiatria.

E si interrompe la progressiva riduzione dei posti per le professioni sanitarie, scesi da 27.338 dell’anno 2013 a 24.069 dello scorso anno e ora risaliti agli attuali 24.691 (+2,6%). Idem per medicina e chirurgia dal massimo di 10.345 posti del 2011 ai 9.100 dello scorso anno, ora risaliti a 9.779 (+7,5%).

La situazione nelle Regioni
L’aumento dei posti riguarda 16 delle 20 Regioni con 722 posti in più tra 16 Regioni: Sicilia con +154; Lombardia con +120; Campania con +119; Piemonte con +90; Emilia Romagna +110; Veneto +84 seguite dalle altre Regioni con valori inferiori.

Al contrario i posti diminuiscono per le altre 4 Regioni: -233 Lazio, -100 Calabria. -56 Abruzzo, -14 Sardegna.

La situazione per professione
Per i corsi di laurea in infermieristica i posti programmati passano da 14.450 a 14.723, con 273 posti in più, pari al +1.9 per cento.

L’Ordine degli infermieri però ne aveva chiesti 16.086, le Regioni 14.120 e le Università hanno espresso un’offerta formativa di 14.723. Così sono stati recuperati i tagli lineari dello scorso anno del -1,7%, pari a -237 posti sul potenziale di 14.693.

Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie rispetto ai dati 2016, si confermano per l’alto tasso occupazionale ai primi 5 posti igienista dentale con l’89%, logopedista e terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva con l’88%, fisioterapista 84% e podologo con l’83 per cento.

Di fatto, sottolinea Mastrillo nel suo report.  sono tutti profili che operano prevalentemente come liberi professionisti, oltre che in parte anche come dipendenti pubblici. Si tratta di professioni non toccate quindi dal blocco delle assunzioni degli ultimi anni nel pubblico impiego.

Al contrario, agli ultimi 5 posti, fra il 47% e il 33%, si trovano alcune professioni tecniche con rapporto di lavoro dipendente, specie pubblico, come i tecnici di radiologia e i tecnici della prevenzione con il 47%, seguiti dai tecnici di laboratorio al 37%, di audiometria con il 35% e a chiudere i tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria con il 33%, che si confermano stabilmente ultimi negli ultimi quattro anni.

“Preoccupa in particolare – sottolinea Mastrillo - la situazione dei tecnici di laboratorio per l’alta numerosità di circa 28 mila abilitati, che dal 2007 hanno perso rispettivamente 31 punti percentuali. Al contrario, si apprezza il ritorno occupazionale per Infermiere, con il 74%, anche se ancora distante rispetto alla situazione rosea di 10 anni fa, quando si attestava al 94% di occupazione a 6 mesi dalla laurea”.

Per l’alta numerosità degli abilitati, circa 425mila, è proprio l’infermiere a incidere statisticamente sul totale delle 22 professioni.

Nella stessa area c’è la professione di ostetrica, che ha un analogo trend positivo e sale di 9 punti percentuali, dal 44% al 53%. La perdita sul 60% di 10 anni fa è di soli 7 punti percentuali.

Rilevanti anche le fluttuazioni per altre professioni, come ad esempio tecnico di neurofisiopatologia, in salita dal 58% al 65%, la cui bassa numerosità degli abilitati, circa 1.600, avrebbe minore rilevanza statistica. Comunque la perdita in questo caso è di appena 3 punti percentuali sul 68% del 2007 e una media totale del 65 per cento.

Cancellate alcune anomalie 
“Quest’anno – commenta Mastrillo - l’obiettivo prioritario è stato quello di correggere alcune anomalie introdotte lo scorso anno dal MIUR, che nella ripartizione dei posti per ogni Università aveva deciso di procedere in totale ed esclusiva autonomia, considerando soprattutto il potenziale formativo degli Atenei. Su questo potenziale il MIUR ha applicato un taglio lineare percentuale uguale per tutti gli Atenei, tenendo così in scarsa considerazione le indicazioni espresse sia dalle Regioni che dalle Categorie”.

“Come conseguenza negativa – spiega - il MIUR decise di assegnare in 30 corsi su alcune Università anche un numero di posti inferiori al minimo storico di 10, da 5 a 9 posti; come esempio eclatante per i tecnici di radiologia l’Università di Genova subì un taglio da 10 a 6 e Bari da 10 a 5, con il paradosso di Foggia da 30 a 15”.

“Per correggere la situazione – aggiunge Mastrillo - è intervenuta con apposita mozione la Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie il 15 maggio 2018, che ha portato il MIUR verso la decisione di applicare la numerosità minima di 10 posti. L’accordo della Conferenza Stato-Regioni del 21 giugno 2018 aveva stabilito un fabbisogno complessivo di 23.611 posti, contro un potenziale formativo delle Università per 26.772 posti, con una differenza di +3.161 posti, pari al +13 per cento.
 
Alla fine i posti assegnati con decreto MIUR del 12 luglio 2018 sono stati 24.681. La differenza di 1.070 posti in più (+4,5%) fra il MIUR e l’insieme di ministero della Salute, Regioni e categorie è scaturita da varie consultazioni che erano state avviate nel confronto del 25 giugno, quando il “Tavolo tecnico” condivise 3 criteri:

- totale copertura del fabbisogno definito dalle singole Regioni nel limite rappresentato dal fabbisogno complessivo
nazionale per ogni singola Professione.
- possibilità di derogare al predetto limite nazionale al solo fine di assicurare una numerosità minima al corso di
laurea pari a 10 unità.
- nel caso in cui il potenziale formativo sia inferiore al fabbisogno regionale, i posti necessari a coprire tale fabbisogno
saranno ripartiti proporzionalmente su Atenei di altre Regioni, che presentino adeguata capacità formativa e nei limiti del fabbisogno complessivo nazionale per la specifica professione, di cui all’Accordo Stato-Regioni”.

I nuovi meccanismi
Dall’applicazione di questi criteri sono derivate 3 diverse assegnazioni dei posti, secondo Mastrillo,  da mettere a bando da parte delle Università:

- conferma di tutti i posti del Potenziale offerto dalle Università quando inferiori o pari alla media delle proposte delle Regioni e delle Categorie, come nei 9 casi di: assistente sanitario, educatore professionale, infermiere, infermiere pediatrico, terapista occupazionale, tecnico audiometrista, tecnico audioprotesista, tecnico ortopedico e podologo;
 
- aumento di posti bilanciando l’offerta delle Università sul valore medio delle richieste fra Regioni e categorie, come nei 5 casi di: dietista, igienista dentale, logopedista, tecnico della riabilitazione psichiatrica e ostetrica;

- riduzione dei posti offerti dalle Università qualora superiori alla media della richiesta delle Regioni e delle categorie, come nei 4 casi di fisioterapista, tecnico di radiologia, tecnico di laboratorio, tecnico di neurofisiopatologia.
 

 


20 dicembre 2018
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