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Specializzazioni mediche. Sigm e Federspecializzandi: “Bene Grillo su canale unico formativo”


I giovani medici esprimono “soddisfazione per le dichiarazioni della Ministra Grillo e dell’Onorevole Castellone. Bene il canale unico formativo, e siamo davanti all’opportunità per consentire l’evoluzione della figura del medico in formazione specialistica, altrimenti cristallizzata da dieci anni”. Federspecializzandi: "Bene ma ogni riforma deve avere come stella polare il miglioramento della formazione, e non la copertura di servizi assistenziali".

03 APR - “La nostra principale preoccupazione  – dichiarano i Giovani Medici (SIGM) in una nota –  era legata ai modelli formativi alternativi da incardinare alle singole Regioni. Sembra tuttavia che la direzione si confermi verso un canale formativo unico, ed è una cosa che ci rasserena. Nelle parole della Ministra leggiamo quanto spesso dichiarato nelle nostre posizioni sui social e a mezzo stampa “Omogeneità della formazione, supervisione Universitaria e ampliamento delle reti Formative” sono i nostri slogan da molti anni. Individuiamo le strutture Regionali con maggiori potenzialità formative che si gioverebbero della presenza di giovani professionisti e inseriamole nelle Reti Formative, vigilando che gli specializzandi ruotino davvero. E le Università si responsabilizzino nel non trattenere i propri medici in formazione specialistica relegati in strutture poco competitive o insufficienti. Va difeso il valore e il ruolo dell’Osservatorio Nazionale, perché in questi due anni abbiamo assistito a un’inversione di tendenza impressionante: un sistema arroccato su se stesso da 40 anni è stato finalmente messo in discussione e si sta adoperando dall’interno per migliorarsi, al netto delle fisiologiche resistenze che si creano in qualsiasi momento di cambiamento”.
 
“Ma attenzione – rileva il Sigm - : gli specializzandi non devono essere visti come un’opportunità da sfruttare per tappare le falle dei sistemi sanitari regionali: ci aspettiamo che il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione vigilino attentamente e proteggano il medico in formazione specialistica da mansioni non proprie.Sia il sistema Universitario che il sistema Ospedaliero devono tendere verso l’unico fine, che è la formazione di una classe dirigente medica adeguatamente preparata e pronta ad affrontare le sfide del futuro. Il Governo e le Regioni, invece, devono avere la capacità di trattenere le giovani professionalità, in un meccanismo virtuoso che sulle due colonne, Programmazione e Progettazione, fondino il Sistema Sanitario Nazionale del futuro.”
 
“Tuttavia rilanciamo con ulteriori proposte – continuano i Giovani Medici – Superiamo il doppio (o triplo) inquadramento previdenziale degli specializzandi, aumentiamo la tutela professionale e adeguiamo il contratto al costo della vita, visto che è fermo dal 2007. Garantiamo il riassorbimento dell’imbuto formativo mettendo una pezza agli errori di programmazione degli anni scorsi. E in ultimo, ma non da ultimo, è arrivato il momento di ripensare anche tutta la formazione specifica in Medicina Generale: se per le specializzazioni stiamo parlando di una evoluzione contrattuale, nella medicina generale siamo di fronte ad un vero e proprio deserto normativo e curriculare, non più tollerabile. E’ una sfida difficile e risolvibile probabilmente con provvedimenti nel medio termino, ma se c’è la volontà ci rendiamo disponibili ad apportare il nostro contributo in sede politica e istituzionale”.
 
“Per realizzare quanto indicato – sottolinea Federspecializzandi che sul sito fa anche un’analisi dettagliata delle proposte in campo -  , però, è imprescindibile che vengano costruiti dei core curricula nazionali per ogni Scuola di Specializzazione, che definiscano l’insieme delle specifiche competenze che ogni specialista deve acquisire per la sua formazione.
Attenzione: non un mero elenco di cose da fare o generiche job descriptions, ma veri e propri manuali strutturati ed elaborati di concerto con tutti gli attori coinvolti in cui per ogni singola competenza vengano indicati gli obiettivi formativi, i processi di assessment e di valutazione, e le metodologie didattiche”. Se ciò non avverrà, il risultato sarà solo quello di mettere gli specializzandi a erogare prestazioni assistenziali per coprire ambulatori e corsie in base alla necessità.”
 
“In sintesi – evidenzia la Federazione - : ogni riforma deve avere come stella polare il miglioramento della formazione, e non la copertura di servizi assistenziali. Se una rete formativa non è in grado di erogare assistenza ai cittadini senza il supporto degli specializzandi è un grave problema”.
 
“E purtroppo – evidenzia Federspecializzandi - sappiamo che è così in tante realtà: già ad oggi infatti il medico in formazione lavora erogando assistenza ben al di là delle proprie competenze e a volte dei limiti di lavoro imposti dalla legge. Questo non è tollerabile né giustificabile. Lo specializzando deve potersi formare senza che su di lui ricadano anni di politiche scriteriate di programmazione del personale”.
 
“Le proposte che mirano a far evolvere l’attuale sistema sono auspicabili conclude la nota - , a patto che non diventino un pretesto per non assumere più specialisti con contratti adeguati e per usare medici non ancora formati per coprire carenze di organico a costi ridotti. Infine un ultimo passaggio fondamentale: qualsiasi riforma dovrà essere vincolata in ogni caso ad un investimento straordinario sui contratti di formazione specialistica per risolvere una volta per tutte il problema dell’imbuto formativo. Altrimenti si tratterà dell’ennesimo palliativo che rischia di scaricare, come si è sempre fatto, la responsabilità di risolvere il problema sui prossimi governi”.

03 aprile 2019
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