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Consulta su contratto medici. Cimo-Fesmed: “Riconosciuta la nostra linea. Ora parta una discussione seria nella trattativa”


Il sindacato commenta la sentenza in cui la Corte ha chiarito che gli oneri della contrattazione siano in capo alle Regioni: “Non possiamo che esprimere il rammarico per la perdita di tempo, dopo dieci anni di attesa del rinnovo contrattuale, cui ci ha costretto una condotta vaga, dilatoria, a tratti assente e offensiva delle nostre controparti istituzionali”

16 APR - “La sentenza della Corte Costituzionale - che chiarisce definitivamente come gli oneri della contrattazione collettiva nella sanità debbano essere a carico dei bilanci delle Regioni - rimette finalmente ordine nelle prassi nebulose portate avanti da Aran e dalle Regioni nell’ultimo anno, rafforza la linea di rigore e richiami alla correttezza che CIMO e FESMED hanno sempre tenuto e apre spiragli per la chiusura della questione sulla parte economica del contratto dei medici”. È quanto scrive il Sindacato commentando la recente pronuncia della Consulta.
 
“Non possiamo che esprimere il rammarico per la perdita di tempo, dopo dieci anni di attesa del rinnovo contrattuale, cui ci ha costretto una condotta vaga, dilatoria, a tratti assente e offensiva delle nostre controparti istituzionali – ha commentato il presidente di CIMO-FESMED Guido Quici – e che ha portato CIMO a tenere una linea intransigente e in alcuni momenti contro tutti, ma che si basava su fondamenti solidi, nel merito e nel metodo.  Altrettanto rigore continueremo a sostenere sugli aspetti normativi del contratto, per i quali è già nota la posizione della Federazione: non è possibile accettare condizioni peggiorative e su questo non faremo sconti, poiché le condizioni lavorative dei medici oggi sono già drammatiche ed è ora di restituire dignità a chi con abnegazione personale fa fronte alle carenze quotidiane del SSN. Come per la parte economica, saremo vigili e adotteremo lo stesso approccio di garanti del diritto e della professione”, conclude Quici.
 
La Cimo ricorda poi che “sulla questione del contratto e delle risorse economiche sono state avviate da Cimonei mesi scorsi alcune iniziative, tra cui la segnalazione alla Corte dei Conti per i mancati accantonamenti in bilancio da parte di varie Regioni e la denuncia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo insieme all’avvio delle procedure di class action per il mancato rinnovo contrattuale entro il termine del 31.12.2018”.
 
Le denunce CIMO “dimostrano che la linea intransigente del sindacato dei medici era più che fondata, oltre che efficace. E’ questo lo stesso fondamento che ispira e continuerà a ispirare la linea di discussione della Federazione CIMO-FESMED per il contratto 2016-2018 e per il triennio successivo, anche sulla parte normativa. Si tratta infatti di affrontare il futuro della sanità attraverso la dignità e la qualità del lavoro del suo capitale umano, il personale sanitario a tutti i livelli”.
 
La Federazione crede infatti “nella possibilità di creare le condizioni, prima di tutto attraverso il contratto, di migliorare la qualità del lavoro di quanti oggi si vedono negato il rispetto degli orari di lavoro, il diritto alle ferie, la gestione corretta delle attività clinico assistenziali perché sopraffatti dalla burocrazia a danno del tempo da dedicare al rapporto con i pazienti e alla crescita professionale”. 

16 aprile 2019
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