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Odontoiatria. Dal Ministero le linee guida per la presa in carico di pazienti con bisogni speciali


Obiettivo del documento è uniformare a livello nazionale una corretta presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale del paziente con disabilità che ha bisogno di cure odontoiatriche, in base al grado collaborazione e autonomia. LE LINEE GUIDA

23 APR - Uniformare a livello nazionale una corretta presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale del paziente con disabilità che ha bisogno di cure odontoiatriche, in base al grado collaborazione e autonomia. È questo l’obiettivo delle prime Indicazioni per la presa in carico del paziente con bisogni speciali che necessita di cure odontostomatologiche.
 
Il documento è stato redatto dal Ministero della Salute ed è dedicato al paziente con bisogni speciali, ovvero, colui che nell’operatività preventiva, diagnostica e terapeutica richiede tempi e modi diversi da quelli di routine. Quando in condizione di "non collaborazione" necessita anche della presenza di un ambiente operativo opportunamente attrezzato e di personale medico e assistenziale adeguatamente formato.
 
Redatto da un sottogruppo di lavoro, nell’ambito delle iniziative intraprese dal Gruppo tecnico sull'odontoiatria (istituito con D.M. 15 marzo 2018 e successive modifiche), il documento fornisce indicazioni sulla scorta della letteratura esistente in materia, dell’esperienza clinica degli esperti del settore e dell’applicazione in ambito odontostomatologico del modello di presa in carico del paziente con disabilità. 
 
Il documento è stato sottoposto al giudizio del Consiglio Superiore di Sanità, che ha espresso parere favorevole in merito ai contenuti tecnici e alla qualità metodologica utilizzata per la stesura dello stesso.
 
“Ai pazienti con bisogni speciali – scrive il Ministero - devono essere garantiti una corretta presa in carico e tempi ragionevoli di accesso specie nelle strutture dove è possibile effettuare con sicurezza la sedazione, l’anestesia generale e l’osservazione post-intervento. La realizzazione di quanto sopra richiede oltre che modelli organizzativi adeguati al caso concreto anche specifici percorsi formativi da realizzarsi per tutto il personale. Inoltre, per un corretto approccio preventivo, diagnostico e terapeutico è necessario, sin dall’inizio, il coinvolgimento diretto di quanti più prossimi al paziente con bisogni speciali”.
 
“Infatti – prosegue il Ministero - , i congiunti dei pazienti con disabilità assumendo una notevole responsabilità nell’assistenza degli stessi e rappresentando i migliori interpreti dei sintomi, delle abitudini, delle preferenze e delle avversioni del paziente, devono essere coinvolti nei processi decisionali di cura e monitoraggio nel tempo. In considerazione dell’alta incidenza di problematiche legate alla scarsa igiene orale riscontrabile nei pazienti disabili, va incentivato nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale l’utilizzo della figura dell’igienista dentale”.
 
“La promozione dell’educazione alla cura della salute orale – conclude - , basate su un rapporto personale igienista-paziente o igienista-familiare/caregiver, risultano efficaci. Nei soggetti con disabilità intellettiva lieve o media, questo può ritenersi appropriato e l’utilizzo della figura dell’igienista dentale può risultare utile nell’attuazione di questa strategia preventiva. Allo stesso modo si rende necessario un miglioramento culturale/educativo per tutte le persone coinvolte nella cura del paziente con bisogni speciali anche al fine di evitare pratiche non rispettose della dignità personale”.

23 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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