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Diabete. Con lo screening in farmacia scoperti quasi 5.000 diabetici che non sapevano di esserlo


È questo il bilancio del Diaday 2018 dove oltre ai 130mila test è stato effettuato anche il monitoraggio dell’aderenza alle terapie nelle farmacie. “Un vantaggio per i malati ma anche per le casse del servizio sanitario nazionale perché la malattia costa esponenzialmente di più man mano che progredisce”. I RISULTATI DEL DIADAY 2018

05 GIU - “Grazie alle oltre 5.000 farmacie che nel novembre del 2018 si sono impegnate gratuitamente nella iniziativa di screening abbiamo scattato una fotografia del diabete in Italia.  Abbiamo monitorato quasi 130.000 persone in pochi giorni, abbiamo permesso a quasi 5.000 soggetti di venire a conoscenza del fatto di essere affetti dalla patologia. Queste persone possono ora curarsi adeguatamente e molto probabilmente eviteranno le complicanze e il progredire della malattia. Un vantaggio per i malati ma anche per le casse del servizio sanitario nazionale perché la malattia costa esponenzialmente di più man mano che progredisce”. È quanto ha affermato Marco Cossolo, presidente di Federfarma Nazionale durante la presentazione dei risultati del DiaDay 2018.
 
“L’aderenza alla terapia è un problema gravissimo e non solo per il diabete. Uno studio recente su 5 patologie croniche molto diffuse (diabete, osteoporosi, fibrillazione atriale, dislipidemie e ipertensione) ha calcolato che se i malati seguissero scrupolosamente le terapie prescritte loro dal medico, il SSN potrebbe risparmiare fino a 3,7 miliardi di euro (pari al 22,6% della spesa farmaceutica territoriale, che è di 16,5 miliardi di euro). La presa in carico del paziente cronico da parte della farmacia – osserva Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar (farmacie rurali) e coordinatrice del progetto DiaDay - permetterebbe la riduzione delle ricadute e delle recidive e una riduzione degli accessi ai Pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri. In sintesi, piu’ salute e meno spesa.”
 
DiaDay 2018 ha avuto il patrocinio di FOFI, FNOMCEO, AMD, SID, AILD, UTIFAR, FENAGIFAR e CITTADINANZATTIVA. La raccolta dei dati e le elaborazioni statistiche sono a cura di PROMOFARMA, società di servizi di FEDERFARMA.
 
FARMACIE COINVOLTE
All’edizione 2018 del DiaDay hanno collaborato 5.112 farmacie su tutto il territorio nazionale: 2669 al Nord; 833 al Centro; 1610 al Sud e Isole.
 
SOGGETTI MONITORATI
Sono stati monitorati 128.041 soggetti,  il 59% era donna, il 41% uomo. L’adesione allo screening aumenta al crescere dell’età. Dei 128.041 soggetti il 45% aveva più di 64 anni; il 68% più di 54 anni; l’83% più di 44 anni.   
 
Le caratteristiche del campione della popolazione esaminata nel 2018 sono sostanzialmente inalterate rispetto a quelle del campione monitorato dalle farmacie nel 2017.
Dei 128.041 individui monitorati, 11.944 soggetti (pari al 9,33%) hanno detto al farmacista di essere diabetici. A questi è stato somministrato un questionario per valutare l’aderenza alla terapia. 
 
PERSONE DIABETICHE CHE HANNO SCOPERTO DI ESSERLO IN OCCASIONE DELLO SCREENING
I 116.097 soggetti (dichiaratisi non diabetici) sono stati sottoposti allo screening (misurazione glicemia e test di Tuomilheto).
 
Di questi 116.097 soggetti dichiaratisi non affetti da diabete sono risultati diabetici 4.893, pari al 4,21%.
 
(NB sono considerati diabetici i soggetti con  valori di glicemia uguali o maggiori di 126 mg/dl dopo digiuno notturno oppure con glicemia rilevata in qualsiasi momento della giornata maggiore di 200 mg/dl).
 
Durante lo screening del 2017 erano  risultati diabetici  4.415 soggetti pari al 3,13% dei 141.236 soggetti dichiaratisi non diabetici  in quella edizione.
I diabetici di nuova diagnosi sono prevalentemente uomini (58,68%) contro il 41,32% di donne. Queste percentuali sono praticamente sovrapponibili a quelle rilevate nel 2017.
La diagnosi di diabete ha riguardato soprattutto persone al di sopra dei 55 anni: il 20,66% sono persone nella fascia tra 55 e 64 anni; il 65,38% persone con piu’ di 64 anni .
 
Grazie al DiaDay queste persone che hanno scoperto di essere affette da diabete si sono rivolte tempestivamente al medico, hanno cominciato a curarsi e molto probabilmente eviteranno o rallenteranno il progredire della  malattia e l’insorgenza delle complicanze. Con vantaggi per la loro salute e con minori costi per il Servizio Sanitario Nazionale.
 
CASI DI PREDIABETE
Il prediabete è una predisposizione al diabete. E’ asintomatica. E’ caratterizzata da valori di glucosio nel sangue – necessariamente rilevati a digiuno -  lievemente superiori alla norma.
 
Secondo le linee guida di ADA (American Diabetes Association)  è prediabetico chi ha una glicemia a digiuno compresa tra  100 e 126 mg/dl. Invece, secondo le linee guida dell’OMS  è prediabetico chi ha una glicemia a digiuno  compresa tra  110 mg/dl e 126 mg/dl.
 
I casi di prediabete sono stati rilevati unicamente su 41,248  soggetti, cioè tra coloro  che erano a digiuno al momento dell’esame.
 
Di questi 41.248 soggetti esaminati a digiuno sono risultati prediabetici  18.635 soggetti (pari al 45,18%) secondo le linee guida ADA, più restrittive. Secondo le linee dell’OMS invece sono prediabetici 7.916 soggetti (19,19%)
 
Da notare che,  fatto cento il numero dei soggetti definibili prediabetici secondo le Linee Guida ADA (18.635 persone) i soggetti definiti prediabetici secondo i criteri OMS  sono meno della metà (7.916 persone)  pari al 42% dei soggetti rispetto a quelli individuati secondo ADA.
Indipendentemente dalle Linee Guida di riferimento utilizzate  (ADA o OMS)  i soggetti che  grazie al DiaDay hanno scoperto di essere prediabetici sono  piu’ percentualmente numerosi nel 2018  di quelli del 2017.
 
Tra il 2017 e il 2018 non risultano  variazioni significate relativamente all’età dei prediabetici.
I prediabetici sono sostanzialmente distribuiti in maniera omogenea tra uomini e donne.
 
VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI DIABETE
Il questionario avallato dalla comunità scientifica internazionale ha permesso di calcolare il  rischio di sviluppare il diabete nei 10 anni successivi  nei soggetti prediabetici e in quelli normali. Le domande riguardano caratteristiche personali (età e sesso),  familiarità con la patologia, stili di vita, alimentazione.
Dall’elaborazione delle risposte al questionario  è risultato che  il rischio di contrarre la patologia nei 10 anni successivi è molto elevato (50%) per il 2,55% dei soggetti normali; per il 5,23% dei soggetti che sono prediabetici secondo i parametri ADA (più restrittivi); 7,86% per i prediabetici secondo i parametri (meno restrittivi) dell’OMS. Analoghe le percentuali riscontrate nel 2017. 
 
PERSONE DICHIARATESI DIABETICHE
Alle persone che si sono presentate in farmacia dichiarandosi diabetiche è stato somministrato  un questionario volto a verificare l’aderenza di tali soggetti alla terapia prescritta dal medico.
Hanno risposto alle domande 11.944  diabetici (il 53,07% uomini). La maggioranza (34,28%)  dei rispondenti era di età compresa tra 70 e 79 anni.
 
Degli 11.944 diabetici noti il 61,05% ha familiarità con la patologia, l’82,41% dichiara di non avere complicanze.  La maggior parte di coloro che hanno complicanze hanno il diabete da più di 3 anni.
Dei diabetici noti al 70,03%  sono stati prescritti restrizioni dietetiche e farmaci orali; al 13,28% è stata prescritta solo la dieta alimentare; all’11,02%  sono stati prescritti dieta, farmaci orali e insulina; al 5,67%   dieta e insulina.
 
Il 62,61% dei diabetici noti dichiara di fare l’automisurazione della glicemia; il 49,03% si sottopone al dosaggio dell’emoglobina glicata: di questi il 46,82% ogni 6 mesi; il 5,49% lascia passare più di 1 anno tra una misurazione e l’altra; il 22,37 la fa ogni 3 mesi; il 25,31 ogni anno.
Per quanto riguarda l’età  va  notato  che al crescere dell’età si  inverte il rapporto tra soggetti prediabetici e diabetici (in quanto il prediabete è evoluto in diabete).  Fino a 64 anni i prediabetici sono piu’ dei diabetici. Oltre i 64 anni il rapporto si inverte: i diabetici sono più dei prediabetici.

05 giugno 2019
© Riproduzione riservata

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