Cimo contro il ticket sulla libera professione. “Continua l’attacco all’intramoenia”
Il presidente della Cimo Asmd Riccardo Cassi si scaglia contro il ticket sull’intramoenia introdotto dall’Umbria. “Un nuovo prelievo forzato dalle tasche dei cittadini che sfrutta i bisogni di cura per pareggiare un disavanzo creato invece dallo spreco e dalla cattiva gestione”.
29 FEB - “Dopo la Toscana anche l’Umbria cerca di ripianare i debiti del Ssr tartassando la libera professione intramoenia. Un nuovo prelievo forzato dalle tasche dei cittadini che sfrutta i bisogni di cura per pareggiare un disavanzo creato invece dallo spreco e dalla cattiva gestione politica e amministrativa”. Commenta così il presidente della Cimo Asmd Riccardo Cassi la scelta dell’Umbra di introdurre un ticket del 30 per cento sulla libera professione.
“In Umbria – spiega Cassi - da domani un’ecografia epatica in ospedale costerà 100 euro, dal privato 70; la Tac nel servizio pubblico 150 euro e solo 100 dal privato”.
“È chiaro – prosegue - che questo tipo di decisioni favoriscono il dirottamento verso la sanità privata e guarda caso avviene dopo la decisione del Parlamento la settimana scorsa di fermare dal 1 luglio l’attività libero professionale al di fuori delle strutture ospedaliere. E sappiamo benissimo che più del 50 per cento delle aziende non ha gli spazi sufficienti, ne' le risorse per attivarli”.
“Cosa accadrebbe – chiede il presidente della Cimo - se i medici italiani fossero costretti a rinunciare all’intramoenia, quale ripercussione avrebbe sul servizio sanitario nazionale? I cittadini ricchi potranno rivolgersi direttamente alle strutture private e tutti gli altri?”.
“L’intento di questo Governo – conclude - complici le Regioni ormai è chiaro: vogliono smantellare il servizio pubblico a favore di quello privato e delle assicurazioni. Ma noi Medici non ce ne staremo fermi a guardare”.
29 febbraio 2012
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