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Suicidio assistito. Omceo Novara chiede l’obiezione di coscienza


Il presidente Federico D’Andrea interviene sulla sentenza della Consulta. “E’ chiaro che nessuno di noi può restare insensibile di fronte a chi davvero non ce la fa più. Ma non si può derogare dal Codice deontologico. Il nostro ‘nemico’ è la morte, che non può essere considerato un alleato in grado di risolvere le sofferenze della persona”. Per questo D’Andrea chiede che “in una futura legge lo Stato garantisca l’obie­zione di coscienza”. Condivisa la posizione della Fnomceo sul ruolo di un rappresenta­nte dello Stato affinché sia lo Stato ad assumersi la responsabilità dell’atto finale.

26 SET - La ‘bussola’ che deve guidare il medico nella sua attività è il Codice deontologico: “Per questo motivo in alcun modo i medici possono favorire un atto che possa favorire la morte. Neanche in presenza di una legge dello Stato, legge che, per altro, non c’è ancora”. Lo afferma il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara, Federico D’Andrea, intervenendo sulla sentenza della Corte Costituzionale che, in relazione al suicidio assistito di Dj Fabo, ha stabilito che non è punibile chi, in presenza di determinate condizioni, chi aiuta un malato terminale a porre fine alla sua vita.

“E’ chiaro che nessuno di noi può restare insensibile di fronte a vicende come quelle di chi è sottoposto a grande sofferenza e davvero non ce la fa più – aggiunge D’Andrea - Ma è altrettanto chiaro che non si può derogare dal Codice deontologico. Che precisa: “Dov­ere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispe­tto della libertà e della dignità della persona umana”. Il nostro ‘nemico’ è la morte, che non può essere considerato un alleato in grado di risolvere le sofferenze della persona”.

“Per questo motivo – conclude D’Andrea – chiediamo che in una futura legge lo Stato garantisca l’obie­zione di coscienza. Anche l’Ordine di Novara appoggia la posizione della Fnomceo che chiede che sia un rappresenta­nte dello Stato a pr­endere atto della su­ssistenza di tutte le condizioni, certif­icate ovviamente dai medici, e a procura­re al paziente il fa­rmaco che dovrà assu­mere".

26 settembre 2019
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