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Osteopatia. Il Roi celebra i suoi 30 anni e lancia la “settimana nazionale della cura osteopatica della lombalgia cronica”


L'evento si è svolto ieri a Roma su iniziativa della senatrice Paola Binetti. La “Settimana Nazionale della cura osteopatica della lombalgia cronica” è stata annunciata per il prossimo gennaio 2020 con l'obiettivo di sottolineare l’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico per questa patologia. La presidente Paola Sciomachen: "Aspettiamo i decreti che permettano all'osteopatia di entrare a far parte pienamente del Ssn".

04 OTT - Un percorso iniziato 30 anni fa che ha portato l’osteopatia a diventare una professione sanitaria conosciuta da due italiani su tre e a cui si rivolgono 10 milioni di pazienti. Il Roi - Registro degli Osteopati d’Italia ha celebrato a Roma il suo 30° anniversario nel corso di “ROI: 30 anni di osteopatia in Italia”, l’evento svoltosi presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani in via della Dogana Vecchia 29 su iniziativa della Senatrice Paola Binetti. Durante la mattinata il Roi ha annunciato il lancio per gennaio 2020 della “Settimana Nazionale della cura osteopatica della lombalgia cronica”, per sottolineare l’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico per questa patologia.

“Era il 29 settembre del 1989, quando con il nostro atto costitutivo davamo vita al Roi, l’organizzazione che per prima in Italia avrebbe dato voce agli osteopati e alla nascente cultura dell’osteopatia – ha dichiarato Paola Sciomachen, Presidente del Roi. Una cultura che abbiamo contribuito in modo determinante a sviluppare e diffondere lavorando con rigore e responsabilità e che ci ha portato nel dicembre 2017 a ottenere l’approvazione da parte del parlamento italiano dell’articolo 7 della legge 3/2018 che ha individuato la nostra disciplina come professione sanitaria. Ora siamo pronti a compiere l’ultimo passo: attendiamo il varo dei decreti attuativi che completeranno il riconoscimento e consentiranno all’osteopatia di entrare a far parte pienamente del Sistema Sanitario Nazionale. È un atto fondamentale a favore di quei milioni di cittadini che considerano la nostra disciplina una valida risposta terapeutica”.

Durante l’evento – a cui hanno preso parte oltre a Paola Sciomachen il Vicepresidente del Roi Mauro Longobardi, il Segretario Generale Chiara Arienti, il Presidente dell’Associazione Italiana Scuole di Osteopatia Gina Barlafante e la socia Roi e ricercatrice del dipartimento di ricerca dell’Istituto Superiore di Osteopatia Silvia Ratti – è stato annunciato per gennaio 2020 il lancio della 'Settimana Nazionale della cura osteopatica della lombalgia cronica'. La campagna ha l’obiettivo di raccogliere dati qualitativi finalizzati a evidenziare il ruolo dell’osteopatia nella gestione della cronicità e si inserisce nel progetto di ricerca “CronOs: Cronicità e Osteopatia” presentato lo scorso luglio durante la Maratona Patto per la Salute proprio per dimostrare l’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico nelle patologie croniche. In Europa si stima infatti che le patologie croniche siano responsabili dell’86% di tutti i decessi e di una spesa sanitaria valutabile intorno ai 700 miliardi di euro per anno. Le patologie muscoloscheletriche sono una delle principali cause di disabilità con una prevalenza pari al 9% per la lombalgia cronica e il 5% per la cervicalgia. Secondo una survey svolta per il Roi da Lattanzio Monitoring & Evaluation su un campione di osteopati, per il 65% degli intervistati dal 2017 a oggi i malati cronici negli ambulatori osteopatici sono cresciuti e continueranno ad aumentare anche nei prossimi due anni per il 73%.

“Il riconoscimento della professionalità degli Osteopati ha comportato un lungo itinerario giuridico e di fatto il Corso di laurea per Osteopati è il primo giunto in dirittura di arrivo, dopo l'approvazione della legge 3/18, una delle ultimissime approvate nella legislatura precedente. E' un riconoscimento ampiamente meritato per la serietà e la competenza con cui tanti professionisti lavorano in Italia, per l'apprezzamento che ricevono da pazienti che in modo sempre più numeroso si rivolgono alle loro cure e per una opportuna equiparazione alle strutture didattico-formative, tecnico-sanitarie e normative di riferimento nei Paesi più avanzati in questo ambito. In Italia il ruolo svolto dal Roi è stato fondamentale per aggregare diverse scuole di pensiero, per fare forza al confronto a livello istituzionale, sciogliendo nodi mano a mano che si evidenziavano e per rilanciare una attività scientifica indispensabile ad un pieno riconoscimento dell'Osteopatia nella sua specificità culturale e degli osteopati nella loro peculiarità professionale. Crescerà nel tempo l'interdisciplinarità e la sinergia con altri profili professionali che convergono sui bisogni degli stessi pazienti. Oggi è il momento di scolpire una identità professionale e riconoscerne un profilo formativo adeguato”, ha dichiarato la Senatrice Paola Binetti.

“Il Roi è arrivato al suo 30° anniversario più forte che mai, insieme ai suoi 4.000 soci che svolgono uno straordinario lavoro sul territorio prendendosi quotidianamente cura dei loro pazienti. Nell’evento di oggi abbiamo parlato del ruolo che abbiamo come clinici, come formatori, come ricercatori e di quello che vorremo poter avere nel futuro contesto sanitario italiano, portando il nostro contributo di esperienza e di conoscenza a favore del cittadino, nella massima collaborazione con tutti i professionisti della salute”, ha concluso Paola Sciomachen. 

04 ottobre 2019
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