Radiazione Venturi. Fp Cgil: “Ristabilita separazione tra competenze politiche e professionali, riflettere su ruolo ordini”
Il sindacato interviene dopo la pronuncia della Consulta: “Già allora esprimemmo disapprovazione nei confronti dell'iniziativa che portò alla radiazione dell'assessore Venturi perché dettata non da questioni etiche o deontologiche, ma in seguito a scelte organizzative adottate da Venturi nell'esercizio dei propri compiti istituzionali”.
06 NOV - "Una sentenza importante perché ristabilisce la separazione tra le competenze politiche e quelle professionali, ma soprattutto perché può aprire uno spazio di riflessione più ampio sul ruolo degli ordini". Così il segretario nazionale della Fp Cgil,
Michele Vannini, e il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn,
Andrea Filippi, commentano la decisione della Corte costituzionale sulla illegittima radiazione dell'assessore alle Politiche Sanitarie dell'Emilia Romagna, Sergio Venturi, dall'Ordine provinciale dei medici di Bologna.
Nel merito, osservano i due dirigenti sindacali, "già allora esprimemmo disapprovazione nei confronti dell'iniziativa che portò alla radiazione dell'assessore Venturi perché dettata non da questioni etiche o deontologiche, ma in seguito a scelte organizzative adottate da Venturi nell'esercizio dei propri compiti istituzionali, andando nella direzione di una gestione più efficiente dei servizi di emergenza urgenza". La sentenza dell'Alta corte, spiegano Vannini e Filippi, "sanziona, quindi, un utilizzo improprio e strumentale dell'Ordine teso a riaffermare un'idea della sanità fatta di anacronistiche separazioni fra le professioni, per il quale sarà chiamato a rispondere chi ha adottato quell'atto".
Ma soprattutto la sentenza afferma, proseguono, "in una fase in cui la normativa è intervenuta in modo significativo sugli ordini delle professioni sanitarie, come non sia sufficiente un codice deontologico per dare tutela alle professioniste e ai professionisti e conferma, per noi, la necessità che si apra uno spazio di riflessione condiviso sui confini dell'attività degli ordini e sugli strumenti di tutela che vanno garantiti a tutte le donne e gli uomini che operano nelle professioni ordinistiche", concludono Vannini e Filippi.
06 novembre 2019
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