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Dalla Fnomceo un docufilm sulla violenza contro i medici


Al centro del progetto, le voci di medici che hanno subito direttamente violenza durante un turno di lavoro: il dott. Giovanni Bergantin, medico di Medicina Generale, preso a calci e pugni da un paziente; la dott.ssa Ombretta Silecchia, minacciata con una pistola durante l’attività di guardia medica; il dott. Vito Calabrese, marito della dott.ssa Paola Labriola, psichiatra, uccisa da un suo paziente. Nel docufilm anche l’attrice Maria Grazia Cucinotta e i giornalisti Massimo Giletti e Gerardo D’Amico.

13 GEN - La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCEO) promuove un docufilm per sensibilizzare sul tema della violenza contro i medici e gli operatori sanitari vittime di aggressioni. S intitola "Notturno" ed è diretto da Carolina Boco, prodotto da Corrado Azzollini per Draka Production, in collaborazione con FNOMCeO.
 
Il docufilm - si sottolinea in una nota - racconta "la passione, la paura e la determinazione di uomini e donne, medici in prima linea per scelta ma vittime di una condizione di insicurezza e solitudine. Il racconto, girato di notte durante una guardia medica, mette insieme le testimonianze di medici che sono stati vittime di aggressione con il commento di alcuni giornalisti, intercalandoli con parti di film di finzione".
 
“Notturno” – scrive il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli - è un'opra di denuncia della violenza contro i medici, ma parla soprattutto della solitudine e di una organizzazione che lascia i professionisti da soli. Fortemente voluto e promosso dalla FNOMCeO, ha l’obiettivo di far riflettere tutti sullo stato in cui versa la professione, soprattutto in alcuni ambiti come la continuità assistenziale e i pronto soccorso, e vuole stimolare i decisori a invertire la rotta, avviare una riforma soprattutto delle aree più critiche della professione”.
 
Al docufilm hanno preso parte l’attrice Maria Grazia Cucinotta e i giornalisti Massimo Giletti e Gerardo D’Amico, che, con le loro inchieste, hanno tante volte raccontato le aggressioni e analizzato le cause di questa preoccupante escalation che fa luce su una profonda frattura tra la professione medica e la società civile.
 
Al centro del progetto, le voci di medici che hanno subito direttamente violenza durante un turno di lavoro: il dott. Giovanni Bergantin, medico di Medicina Generale, preso a calci e pugni da un paziente; la dott.ssa Ombretta Silecchia, minacciata con una pistola durante l’attività di guardia medica; il dott. Vito Calabrese, marito della dott.ssa Paola Labriola, psichiatra, uccisa da un suo paziente.
 
“Il cinema è una forma d’arte ma anche un potente mezzo di comunicazione – dichiara il produttore della Draka Corrado Azzollini - e per questo abbiamo creduto fosse giusto sposare un tema divenuto così urgente nella cronaca di tutto il paese, un problema di enorme rilevanza sociale, culturale e politica. Non siamo abituati ad ascoltare i medici che parlano delle loro paure, delle loro difficoltà… forse inconsciamente crediamo che siano invincibili eppure sono persone, che meritano di lavorare in sicurezza”.

13 gennaio 2020
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