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Formazione. Professioni sanitarie a fianco del Miur sulla stretta alle Università online

di Saverio Proia

È indispensabile che si tenga in debito conto in modo omogeneo e senza ambiguità la salvaguardia delle esigenze formative dei futuri professionisti della salute e, a tal fine, è altrettanto necessario che il Decreto del Miur, sia attuato integralmente e presto in quanto costituisce un primo importante passo per una formazione sempre meglio orientata ad affrontare i bisogni di salute insieme a quelli sociali.

16 FEB - Le 30 professioni sanitarie vigilate dal Ministero della Salute hanno da tempo un proprio status ordinamentale, formativo e professionale tale da renderle diverse, se non speciali, rispetto alle altre tipologie professionali…sarà il fatto che garantiscono erga omnes, il bene primario più fondamentale che è il diritto alla salute sia individuale che collettiva.

Questa loro meravigliosa diversità è stata accentuata e valorizzata dalla promulgazione della legge 3/18 che nel riformare il loro impianto ordinistico con un unico ed unitario provvedimento legislativo, ha fatto sì che iniziassero a ragionare ed agire come un unicum, pur nelle proprie singole differenze che non sono più antagoniste ma solo positive diversità…parafrasando una vecchia ma sempre valida frase costituiscono “l’unità nella diversità".

Questa innovativa e discontinua modalità di agire è stata recentemente anche istituzionalizzata dal Ministro alla Salute con il decreto che istituisce la Consulta Permanente delle Professioni Sanitarie e Sociosanitarie presso il suo Dicastero.

Non poteva sfuggire a questa diversa tipologia di rapportarsi con le questioni che riguardano il loro assetto professionale, che non è corporativismo ma difesa e valorizzazione della loro specificità nella difesa della salute, la questione che attiene alla loro formazione.

Per questo hanno condiviso un documento che auspica che Governo e Parlamento facciano chiarezza in materia di formazione universitaria per via telematica, condividendo appieno i contenuti del Decreto MIUR 1171/19 che vanno nella giusta direzione.

Certamente non è loro intenzione negare una loro intrinseca validità alle metodologie didattiche erogate a distanza, le quali possono svolgere funzione certamente utile; tuttavia, ritengono che sia indispensabile che sia effettuata dai Ministeri competenti una puntuale e incisiva regolazione in tale ambito.
È certamente quanto mai auspicabile e condivisibile che il conseguimento di 
un titolo universitario con modalità esclusivamente o prevalentemente telematiche non possa risultare, infatti, compatibile con le esigenze e gli obiettivi di una formazione finalizzata allo svolgimento di una professione sanitaria e sociosanitaria.

Ne consegue che l'acquisizione di un mix di competenze, di esperienze, di saper fare, escluda e contraddica che la modalità telematica possa costituire il medium e l'ambiente formativo privilegiato.

E’ stata, però, espresso un atteggiamento critico e negativo sul Decreto MIUR 1171/19 da parte delle università telematiche che ha avuto come conseguenza il decreto tornasse all’esame delle competenti Commissioni del Parlamento; le motivazioni, invece, delle Federazioni e i Consigli Nazionali degli Ordini delle Professioni Sanitarie espresse sulla normativa in materia sono quanto mai condivisibili in quanto è indispensabile che si tenga in debito conto in modo omogeneo e senza ambiguità la salvaguardia delle esigenze formative dei futuri professionisti della salute e, a tal fine, è altrettanto necessario che il tale Decreto, sia attuato integralmente e presto in quanto costituisce un primo importante passo per una formazione sempre meglio orientata ad affrontare i bisogni di salute insieme a quelli sociali.

Saverio Proia 

16 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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