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Coronavirus. Simeu al Governo: “È necessario ripensare subito un nuovo modello per l’Emergenza sanitaria e per il Ssn”


In una lettera la Società di Emergenza-Urgenza evidenzia come “questa straordinaria emergenza avrà una fine, perché sì, prima o poi finirà, ma quel che non dovrà accadere nell’immediato post-pandemia è dimenticare. Dovranno essere rapidamente e concretamente affrontati i gravi problemi strutturali e organizzativi venuti tragicamente a galla in questa occasione”

10 APR - Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata al premier Giuseppe Conte e al Ministro della Salute Roberto Speranza da parte della Simeu.
 
 
In questa fase storica è strategicamente fondamentale, già mentre si fa fronte alla crisi, osservare il contesto e trarne conclusioni costruttive.
 
L’esperienza che stiamo vivendo, misurandoci con la pandemia Covid-19, è unica e sta ponendo gli operatori sanitari di tutto il mondo di fronte a una situazione nuova, senza precedenti e senza letteratura, mettendo in discussione modelli che solo fino a pochi giorni fa giudicavamo funzionali.
 
Intanto, per certi versi, la società ha fatto un salto all’indietro, riscoprendo valori tradizionali che parevano sopiti. Nella popolazione si sono risvegliati principi di condivisione, la solidarietà, la vicinanza, l’empatia e anche un nuovo senso civico che si sono concretizzati in atteggiamenti e modelli comportamentali prima dimenticati. 
 
Tra la riscoperta dei valori, prima di tutto ci sono l’attenzione e il rinato rispetto verso le competenze e le figure professionali maggiormente in prima linea nelle situazioni di maxi-crisi, soprattutto i medici e gli infermieri che fino a ieri diventavano protagonisti della cronaca solo per i casi di “malasanità”, e soprattutto per le violenze subite durante il lavoro, per le critiche sulle inefficienze del servizio.
 
Sto facendo riferimento a tutto il personale sanitario, a tutti coloro che oggi - forse con un po' di retorica - sono definiti “angeli”, “eroici”, “supereroi” ma che solo ieri lavoravano in silenzio e nell’ombra con la stessa volontà, tenacia, passione.
 
Soprattutto gli operatori della emergenza-urgenza non hanno mai risparmiato energie e passione per il proprio lavoro, pur muovendosi all’interno delle note problematiche che affliggono il nostro Sistema Sanitario Nazionale da nord a sud e che questa pandemia ha drammaticamente messo in evidenza, facendo emergere la frammentazione strutturale e organizzativa dei 21 differenti modelli presenti in questa nostra Italia.
 
Ma chi sceglie una professione d’aiuto lo fa con la consapevolezza che conoscerà il dolore ed è disposto ad accettare le difficoltà.
 
La Sanità, e in particolare la Medicina di emergenza-urgenza, in questi giorni sottoposta a una straordinaria richiesta, ha mostrato le sue criticità, ben note da tempo ai professionisti del settore e su cui Simeu da tempo ha lanciato l’allarme, e possiamo certamente affermare che sta reggendo grazie allo spirito di abnegazione e dedizione degli operatori sanitari senza distinzione di ruoli.
 
Noi non siamo di fatto gli “eroi” del pensiero corrente, noi siamo “lavoratori”, umani, vulnerabili, senza super poteri, e per continuare a restare forti dobbiamo far leva sulle nostre risorse più profonde, in modo da poter affrontare la sofferenza, la paura e la solitudine dei pazienti oltre alla rabbia e l’angoscia dei nostri familiari. 
 
E dobbiamo trovare forze anche per noi stessi per mantenere viva la nostra resilienza con la consapevolezza che tanti colleghi hanno pagato il prezzo del dovere con la propria vita. 
 
Questa straordinaria emergenza avrà una fine, perché sì, prima o poi finirà, ma quel che non dovrà accadere nell’immediato post-pandemia è dimenticare. Dovranno essere rapidamente e concretamente affrontati i gravi problemi strutturali e organizzativi venuti tragicamente a galla in questa occasione.
 
Occorre avere la consapevolezza di quello che sta accadendo: l’organizzazione degli ospedali è completamente stravolta, avremo una generazione di operatori sanitari tristemente provati e prosciugati delle loro forze perché stanno lavorando oggi sotto pressioni estreme. Quanto sta accadendo nei Pronto Soccorso d’Italia è sotto gli occhi di tutti, opinione pubblica ed Istituzioni. 
Come Medico dell’emergenza-urgenza e come Presidente Nazionale SIMEU chiedo a gran voce che finalmente si riconoscano a questa specialità della Scienza e della Medicina il rilievo e le attenzioni che merita. Troppo spesso non sono chiari i ruoli e la portata del lavoro che i medici e gli infermieri dell’emergenza-urgenza svolgono nei Pronto Soccorso.
 
Questa pandemia ha rimarcato quello che la società scientifica SIMEU ha più volte evidenziato in un passato anche molto recente: riduzione spropositata dei posti letto per acuti, carenze strutturali, dotazioni organiche spesso al di sotto dei numeri indispensabili per la copertura dei turni, mancanza di attrezzature e materiale e tanto altro.
 
Pur trovandosi ad operare in un contesto di tali carenze, tutto il personale si è attivato nella ricerca di soluzioni concrete, dettate dai tempi rapidi di questa recente e sconosciuta tipologia di emergenza, mai separata dai soliti problemi di affollamento.
 
Si sono proposti e sperimentati percorsi alternativi, riservati ai sempre più numerosi pazienti con sospetto coronavirus che si sono presentati nelle Unità Operative, senza escludere mai l’assistenza anche alle altre patologie.
 
Si sono pubblicati e condivisi documenti e protocolli nati dall’esperienza diretta sul campo che fossero di aiuto ai tanti colleghi, in Italia e nel mondo, disorientati dalla crescita esponenziale di pazienti in carenza di percorsi strutturati.
 
Sono stati messi in evidenza tutti i limiti di una sanità frazionata, applicata nelle varie realtà da interpretazioni delle norme regionalistiche e spesso aziendalistiche.
 
Di questa politica applicata ha pagato molte conseguenze proprio la Medicina d’emergenza-urgenza con una frammentazione tra Pronto Soccorso, OBI e terapie sub-intensive di medicina d’urgenza che, a nostro parere, dovrebbero invece essere concepite come esclusiva competenza dei medici operanti nelle strutture complesse di medicina di emergenza-urgenza.
 
Dal 2014 ci sono specialisti tanto motivati quanto competenti oltre che devoti a questo lavoro, così come lo sono i medici di altre specialità che prestano servizio nei Pronto Soccorso italiani, professionisti che, per essere a disposizione a tempo pieno, meritano il giusto riconoscimento per lo sforzo e la passione dedicata. 
 
Nel corso di questa crisi epidemica il carico di lavoro è stato enorme.
Da una recente indagine della SIMEU il 50% dei positivi covid-19 sono stati diagnosticati nei Pronto Soccorso, ma vi è anche un altro 50% che è stato comunque preso in carico e valutato sempre in Pronto Soccorso.
 
Parte dei pazienti Covid positivi sintomatici sono stati seguiti nelle nostre sub-intensive di Medicina d’urgenza, contribuendo a diminuire il sovraccarico delle terapie intensive, attività che purtroppo non sempre ha avuto il giusto rilievo e la giusta visibilità.
 
Si lavora con l’ansia dell’esaurimento delle scorte a disposizione, con la paura del crollo di un sistema e la consapevolezza che, aver fatto del nostro meglio con il personale stremato e le risorse rese a noi disponibili, non possa comunque essere stato abbastanza.
 
Per queste molte ragioni ribadisco che è necessario che il lavoro svolto specificatamente nei Pronto Soccorso debba essere riconosciuto e sottolineato, che sia data la giusta evidenza agli operatori tutti delle Unità operative di Pronto Soccorso, OBI e sub-intensive di medicina d’urgenza: 
 
Medici, Infermieri coordinatori, Infermieri, Oss, che con infinito spirito di dedizione hanno operato in questa enorme situazione emergenziale.
 
Tutto questo finirà, perché sappiamo tutti che in qualche modo finirà e, quando potremo ripartire, più o meno feriti, sarà comunque importante partire veloci e preparati.
 
Sarà importante avere i nostri ospedali, i nostri Pronto Soccorso nella condizione ideale per essere competitivi rispetto ai nuovi bisogni e alle nuove aspettative.
 
Come SIMEU siamo pronti e disponibili a dare il nostro contributo di competenze ed esperienza per la affermazione ed il miglior sviluppo futuro della Medicina di emergenza-urgenza italiana e per la valorizzazione del patrimonio umano dei suoi professionisti.
 
Salvatore Manca
Presidente Nazionale SIMEU, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza

10 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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